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Noto, gioiello siciliano dell'UNESCO
Introduzione
Noto conquista i conquistatori
La Rinascita dopo il terremoto
Dal progetto all'esecuzione
"Sembra di una volontà sola"
A passeggio per la città
Noto vista da Sciascia
La Cattedrale di San Niccolò
Alcune chiese di Noto
Noto Antica
Le rovine di Heloros
La Villa Romana del Tellaro
Feste civili e religiose
Riserve naturali di Noto
Cavagrande del Cassibile
 
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     NOTO

      "Noto ai primi del Settecento è
   una delle nostre città sorte d'un
   colpo, pel fatto sembra d'una
   volontà sola, immagine precisa del
   gusto d'un'epoca. A visitarla, palazzi,
   chiese, conventi, teatro pare un
   monumento unico..." (
Ugo Ojetti)

   

    La Cattedrale di San Nicolò.

   
     
     

 

 

Facciata della cattedrale di Noto dopo il restauro

Pequod76 - 27 luglio 2007

 
 




da Wikimedia Commons
 

 La Cattedrale di San Nicolò è la chiesa principale della diocesi di Noto.
Posta sulla sommità di una scalinata scenografica, la chiesa in stile barocco, ma con elementi neoclassici, è d’ispirazione francese. E’ fornita di due torri laterali.
La pianta della Cattedrale di San Nicolò è a croce latina e a tre navate. Sul prospetto si aprono quindi tre maestosi portali. La porta centrale è in bronzo raffigura momenti della vita di san Corrado Confalonieri da Piacenza. E’ opera (1982) dello scultore siciliano Giuseppe Pirrone. Il prospetto presenta, anche, quattro statue (i quattro evangelisti) realizzate, nel 1796, dallo scultore Giuseppe Orlando

La chiesa, come tutta Noto, venne pensata e realizzata nella ricostruzione della cittadina a seguito del terremoto del 1693. Il progetto si deve all’architetto Rosario Gagliardi e risale al 1740 in stile barocco. Tuttavia, i lavori iniziarono nel 1768, come riportato da un incisione su un campanile. La costruzione venne completata verso la fine del Settecento, sotto il controllo di Bernardo Labisi, nel tentativo di rimanere fedeli al progetto originario del Gagliardi. Ciononostante il barocco della chiesa è contaminato dal neoclassicismo che andava diffondendosi verso la fine del secolo.
Completata nel 1776. La chiesa ha subito diversi rimaneggiamenti, non tutti ben riusciti o appropriati. Nell’ottocento, ad esempio, fu ricostruita la cupola, per sostituirne altre due crollate. Negli anni cinquanta del secolo scorso, furono modificate, non solo delle decorazioni (l'altare maggiore e l'antico organo), ma, soprattutto, elementi strutturali, quali la copertura a falde originaria della navata principale, sostituita da un solaio cementizio moderno.

Il crollo del 1996
Proprio a queste ultime modifiche viene attribuita la causa del crollo disastroso della copertura avvenuto nel 1996. La struttura, già danneggiata dal terremoto  del dicembre del 1990, la sera del 13 marzo del 1996, collassò per problemi legati alla costruzione stessa degli elementi portanti. Il primo a crollare fu il primo pilastro a destra che trascinò giù l’intera cupola. Non basta, perché, insieme ad essi, cedette la copertura della navata principale e laterale destra . Si salvò solo piccola parte del tamburo. Miracolosamente la chiesa a quell’ora era chiusa e non si ebbero vittime. Il capolavoro del barocco siciliano sembrava perduto.

L’opera di ricostruzione, tuttavia, è stata affiancata da una parallela opera di restauro. Si è deciso, infatti, di ricostruire la Cattedrale con gli stessi materiali (la pietra calcarea locale, preparata in conci) e le stesse tecnologie settecentesche. Le maestranze locali, preparate allo scopo, hanno eseguito i lavori rispettando l’antica metodologia. Per le navate siu sono utilizzate capriate in legno, con il tetto in coppi siciliani o, per le navate laterali le volte è stata eseguita  con il tradizionale incannucciato e gesso. Anche gli elementi decorativi, come capitelli, trabeazione e cornici, hanno una fattura in stucco. Tamburo e cupola sono stati collocati, sostanzialmente, nell’identica posizione.
Se le tecniche adottate sono le stesse del ‘700, il controllo statico e la realizzazione stessa, è stata eseguita in modo da ottenere una struttura antisismica a prova di terremoto. Nella ricostruzione, ad esempio, sono stati utilizzati materiali come la fibra di carbonio.
Il 18 giugno 2007, completati i lavori di ricostruzione, la Cattedrale, con una cerimonia solenne, è stata riaperta al culto.

Nell'estate 2009 si è dato avvio alla decorazione della chiesa. Attualmente il pittore russo Oleg Supereko  ha realizzato i quattro evangelisti ritratti nei pennacchi, e la cupola, dove è raffigurata "La Pentecoste". L'artista toscano Francesco Mori  ha eseguito le vetrate del tamburo, mentre l’altare, la croce e l'ambone in bronzo  sono dello scultore romano Giuseppe Ducrot

 
 

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