La
Chiesa del Santissimo Crocifisso
La chiesa del Santissimo
Crocifisso, costruita all’indomani del terremoto, è stata nel tempo
rimaneggiata.
La sua facciata è
rettilinea e geometrica come la breve scalinata che la precede. Fu
progettata da Rosario Gagliardi. Recentemente è stato
ricostruito il rosone centrale che ha preso il posto di una
piccola finestra. Nel 1901, fu aggiunta la cosidetta cupola dei
benedettini ed i due leoni marmorei che circondavano l’ingresso
della chiesa sono custoditi ora al suo interno.
La chiesa è suddivisa in tre navate. Quella destra presenta
una serie di altari marmorei sormontate da cupolette. In questo
spazio ha trovato collocazione la bellissima
Madonna Bianca di Francesco Laurana, riportata alla luce dall’area
di Noto antica. La navata sinistra ospita, invece, la grande
cappella dei Landolina, famiglia nobiliare netina. Essa presenta
stucchi e affreschi dalla colorazione rosa-celeste presente solo in
questa zona della chiesa. Il nucleo principale, l’altare
maggiore. Dietro ad esso nell’abside, è posta la croce dorata
realizzata da V. Rotondo nel 1746 (sembra su disegno dello stesso
Gagliardi). In esso è incastonata una piccola teca, che contiene il
volto del Cristo in legno salvato a Noto antica, che la leggenda
vuole dipinto da San Luca.
La chiesa di San Carlo
Borromeo al Corso
Anche questa chiesa sembra essere stata progettata da
Rosario Gagliardi (nel 1730). Lo stile,
tuttavia, si diversifica rispetto alla
chiesa del Santissimo Crocifisso. Infatti, essa presenta una facciata
dall’andamento curvilineo, che ricorda l’abside e l’atrio della
chiesa stessa. Il prospetto è giocato con più colonne libere e
l’utilizzo della
calcarenite dorata di provenienza
locale. L’interno è suddiviso in tre navate coperte da
volte a botte. La chiesa ha un annesso convento dei gesuiti. La
campana e l'altare maggiore provengono dalla chiesa degli stessi
gesuiti nella Noto Antica.
La Chiesa di San Domenico
Come a Noto antica anche la chiesa di San Domenico era una
chiesa
conventuale dei Padri Domenicani. L’attuale convento, oggi
adibito a scuola, è stato ampiamente rifatto. Originaria del
convento settecentesco è la zona sud, dove si può ammirare un
portale bugnato realizzato dal Sinatra. La chiesa, invece, tra
le meglio conservate, risale alla ricostruzione settecentesca. Venne
edificata, fra il 1703 ed 1727, dall’architetto Rosario
Gagliard. Lo stile è il classico barocco siciliano. Il prospetto
con due ordini (dorico e sopra ionico) è caratterizzato dalla parte
centrale sporgente e convessa. La chiesa di San Domenico è a
pianta a croce greca allungata. Presenta cinque cupole con stucchi e
decori. Nelle zone laterali sono posizionati gli altari minori
marmorei riccamente addobbati con dipinti e affreschi, tra cui
spicca, per la bellezza, quello della Madonna del Rosario, opera di
Vito D'Anna.
La chiesa di Santa Chiara
Oggi
adiacente all'ex
monastero benedettino del Santissimo Crocifisso lungo il
corso Vittorio Emanuele, è stata realizzata tra il 1730 e il 1758,
su progetto del Gagliardi. Come nelle chiese di Roma, costruite tra
Cinquecento e il Seicento, la chiesa di Santa Chiara ha una pianta
centrale di forma ellittica. Ha esternamente una torre campanaria
ornata da due capitelli. E’ in stile barocco, soprattutto
all’interno, dove le dodici colonne presenti hanno una statua ognuna
dei dodici apostoli, opera dello stuccatore Basile.
Alla fine del Settecento,
all’ingresso originario dal
Corso Vittorio
Emanuele
ne venne aggiunto un
secondo da
via Pier
Capponi. Successivamente venne registrato un abbassamento del piano
stradale lungo il Corso. Attualmente, l’unico ingresso agibile è
quello di via Capponi.
All’interno sono conservate
opere d’arte di un certo livello, quali una Madonna
col Bambino (del XVI secolo) in marmo attribuita a Antonello
Gagini e la pala I Santi Benedetto e Scolastica, del 1854,
del pittore palermitano Salvatore Lo Forte
|