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Noto, gioiello siciliano dell'UNESCO
Introduzione
Noto conquista i conquistatori
La Rinascita dopo il terremoto
Dal progetto all'esecuzione
"Sembra di una volontà sola"
A passeggio per la città
Noto vista da Sciascia
La Cattedrale di San Niccolò
Alcune chiese di Noto
Noto Antica
Le rovine di Heloros
La Villa Romana del Tellaro
Feste civili e religiose
Riserve naturali di Noto
Cavagrande del Cassibile
 
Video su Noto
 
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     NOTO

      "Noto ai primi del Settecento è
   una delle nostre città sorte d'un
   colpo, pel fatto sembra d'una
   volontà sola, immagine precisa del
   gusto d'un'epoca. A visitarla, palazzi,
   chiese, conventi, teatro pare un
   monumento unico..." (
Ugo Ojetti)

   

    Alcune chiese di Noto.

   
     
     

 

 

Il campanile della Chiesa di San Carlo Borromeo.

poudou99- settembre 2008

 
 


da Wikimedia Commons
 

 La Chiesa del Santissimo Crocifisso
La chiesa del Santissimo Crocifisso, costruita all’indomani del terremoto, è stata nel tempo rimaneggiata.  La sua facciata è rettilinea e geometrica come la breve scalinata che la precede. Fu progettata da Rosario Gagliardi. Recentemente è stato  ricostruito il rosone centrale che ha preso il posto di una piccola finestra. Nel 1901, fu aggiunta la cosidetta cupola dei benedettini ed i due leoni marmorei che circondavano l’ingresso della chiesa sono custoditi ora al suo interno.

La chiesa è suddivisa in tre navate. Quella destra presenta una serie di altari marmorei sormontate da cupolette. In questo spazio ha trovato collocazione la bellissima Madonna Bianca di Francesco Laurana, riportata alla luce dall’area di Noto antica. La navata sinistra ospita, invece, la grande cappella dei Landolina, famiglia nobiliare netina. Essa presenta stucchi e affreschi dalla colorazione rosa-celeste presente solo in questa zona della chiesa.
Il nucleo principale, l’altare maggiore. Dietro ad esso nell’abside, è posta la croce dorata realizzata da V. Rotondo nel 1746 (sembra su disegno dello stesso Gagliardi). In esso è incastonata una piccola teca, che contiene il volto del Cristo in legno salvato a Noto antica, che la leggenda vuole dipinto da San Luca.

La chiesa di San Carlo Borromeo al Corso
Anche questa chiesa sembra essere stata progettata da Rosario Gagliardi (nel 1730). Lo stile, tuttavia, si diversifica rispetto alla chiesa del Santissimo Crocifisso. Infatti, essa presenta una facciata dall’andamento curvilineo, che ricorda l’abside e l’atrio della chiesa stessa. Il prospetto è giocato con più colonne libere e l’utilizzo della calcarenite dorata di provenienza  locale.
L’interno è suddiviso in tre navate coperte da volte a botte.
La chiesa ha un annesso convento dei gesuiti. La campana e l'altare maggiore provengono dalla chiesa degli stessi gesuiti nella Noto Antica.

La Chiesa di San Domenico
Come a Noto antica anche la chiesa di San Domenico era una  chiesa conventuale dei Padri Domenicani. L’attuale convento, oggi adibito a scuola, è stato ampiamente rifatto. Originaria del convento settecentesco è la zona sud, dove si può ammirare un portale bugnato realizzato dal Sinatra.
La chiesa, invece, tra le meglio conservate, risale alla ricostruzione settecentesca. Venne edificata,
fra il 1703 ed 1727, dall’architetto Rosario Gagliard. Lo stile è il classico barocco siciliano.
Il prospetto con due ordini (dorico e sopra ionico) è caratterizzato dalla parte centrale sporgente e convessa.
La chiesa di San Domenico è a pianta a croce greca allungata. Presenta cinque cupole con stucchi e decori. Nelle zone laterali sono posizionati gli altari minori marmorei riccamente addobbati con dipinti e affreschi, tra cui spicca, per la bellezza, quello della Madonna del Rosario, opera di Vito D'Anna.

La chiesa di Santa Chiara
Oggi adiacente all'ex monastero benedettino del Santissimo Crocifisso lungo il corso Vittorio Emanuele, è stata realizzata tra il 1730 e il 1758, su progetto del Gagliardi. Come nelle chiese di Roma, costruite tra Cinquecento e il Seicento, la chiesa di Santa Chiara ha una pianta centrale di forma ellittica. Ha esternamente una torre campanaria ornata da due capitelli. E’ in stile barocco, soprattutto all’interno, dove le dodici colonne presenti hanno una statua ognuna dei dodici apostoli, opera dello stuccatore Basile.

Alla fine del Settecento, all’ingresso originario dal Corso Vittorio Emanuele ne venne aggiunto un secondo da via Pier Capponi. Successivamente venne registrato un abbassamento del piano stradale lungo il Corso. Attualmente, l’unico ingresso agibile è quello di via Capponi.

All’interno sono conservate opere d’arte di un certo livello, quali una Madonna col Bambino (del XVI secolo) in marmo attribuita a Antonello Gagini e la pala I Santi Benedetto e Scolastica, del 1854, del pittore palermitano Salvatore Lo Forte

 
 

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