Al centro della
Sicilia, nel comune di Aidone, in provincia di Enna, si trova il
sito archeologico di Morgantina. La città, d’origine
sicula e
greca, raggiunse il suo massimo splendore dalla metà del V alla fine
del I secolo a.C. Tuttavia, mantenne la sua importanza anche nel
successivo periodo romano. La sua parabola storica copre
circa un millennio, dalla preistoria fino all’epoca imperiale
romana. La collocazione della città era assai strategica.
L’altopiano scosceso, infatti, era posto sui fianchi del monte
Cittadella (578 m s.l.m.), che bloccava l’accesso alla valle del Simeto
ed affluenti. Un vero e proprio passaggio obbligato per chi
voleva raggiungere l’interno dell’isola. Altresì, la posizione
risultava molto favorevole economicamente, in quanto ai piedi di
Morgantina si trovava la fertile
pianura del
Gornalunga ed i pascoli ad essa limitrofi.
L’area
archeologica di Morgantina, molto vasta, copre circa venti ettari di
terreno. I primi ritrovamenti nell’area di Morgantina risalgono
all’Ottocento. Anche il grande archeologo Paolo Orsi lavorò sulla
zona. In realtà la prima attribuzione dei resti fu alla città di
Herbita. Solo rinvenimenti successivi hanno portato il
riferimento, da parte degli stidiosi, alla polis di Morgantina.
La città greca è veramente ritornata alla luce nel 1955, quindi,
abbastanza recentemente. Gli scavi vennero intrapresi da una
missione archeologica
statunitense dell'Università di Princeton.
E’ degli ultimi
decenni il contenzioso tra governo italiano, il
Getty
Museum di Malibu e il
Metropolitan Museum di New York, per la
loro restituzione. Nel 2011, la famosa Venere di Morgantina e il
così detto Tesoro di Morgantina sono ritornati in Italia. Si possono
oggi ammirare nel museo archeologico di Aidone, unitamente ai
numerosissimi reperti emersi dagli scavi.
Sul sito
archeologico è stata recintata dalla Soprintendenza un’area
dell’antico abitato, che i turisti possono visitare. Tra i grossi
edifici pubblici scoperti, che si sviluppano, per lo più, intorno
alla piazza dell'Agorà, si individuano: la "stoà settentrionale" (il ginnasio), la "stoà orientale" e quella
"occidentale"; il doppio "santuario dell'Agorà"; il pritaneo, l'ekklesiasterion,
il teatro (o koilon);
e gli edifici di utilità pubblica, come il granaio
pubblico, la "Grande Fornace" e il Macello d’epoca romana.
Numerosissime e molto
belle sono le abitazioni private, ricche di mosaici e particolari.
Tra queste possiamo annotare: la case "del Capitello dorico",
"del Mosaico di Ganimede", "della Cisterna ad arco", "delle Ante
fisse", "dei Capitelli tuscanici", "del Magistrato", la "Casa
Fontana" e la "Casa sud-est”.
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