Sulla
collina occidentale è collocato un secondo
quartiere. L’abitato denuncia una rete urbanistica ortogonale,
classicamente greca, con isolati di uguale misura (110 x
37,50 metri).. Al centro delle strade secondarie, che lo percorrono,
si evidenzia un sistema di smaltimento delle acque meteoriche.
All’interno del nucleo abitativo, è presente una Casa di grandi
dimensioni, che poteva essere solo l’abitazione di uno dei
governanti della città. Possiede, infatti, ben 24 stanze. Da qui la
denominazione di “Casa del Magistrato”.
Come si conviene la grande casa è divisa tra il settore di
rappresentanza e quello privato. L’abitazione è fornita di un ampio
ingresso. Da qui si accede ad un peristilio con colonne, che
illumina i vani che vi si aprono su due lati. Tra le stanze ve ne
sono alcune come quella preceduta da due colonne ed un’altra
quadrata, così grande da avere spazio bastante per
nove tricilini.
Ambedue sono pavimentate con preziosi mosaici. Sempre partendo
dal primo atrio, attraverso un lungo corridoio, si può raggiungere
l’ala privata dell’abitazione, anch’essa caratterizzata da un
cortile con porticati, su cui aprono molte stanze. La casa fu
abitata anche in età romana, ma frazionata. Nella parte di proprietà
di un vasaio, sono ancora visibili i forni per la cottura del
vasellame in terracotta (in perfette condizioni).
Nello
stesso quartiere, su un’importante strada in acciottolato, si
apriva, invece, la “Casa
dei Capitelli tuscanici”, organizzata su più livelli.
Possiede due peristili, di cui uno molto stretto e lungo. Venne
ristrutturata in
periodo romano, durante il I secolo a.C., Stilisticamente, la
casa risulta composita, tra stile ellenico e di tradizione
romano-italica. Contigua alla “Casa
dei Capitelli tuscanici” è la cosiddetta “Casa
sud-ovest”. Anch’essa si dispone intorno ad un peristilio a
dodici colonne, Su di esso si apre un grande soggiorno, orientato
verso sud. Esso è formato da una grande sala di 35 m², centrale ad
altri due vani più piccoli posti ai lati. La pavimentazione è in
cocciopesto, abbellita da tessere bianche quadrate e variopinte con
forma a stella.
Nelle vicinanze di queste ultime case, esiste
un isolato dove sono state distinte ben 4 abitazioni. La “Casa
del Palmento” che conserva un vano dove veniva prodotto olio. La
“Casa delle Botteghe”, dove, in periodo romano, furono ricavate dei
negozi (tabernae),
formati da una
stanza, che affaccia sulla strada, per la vendita e da un
retrobottega utilizzato come deposito. La terza casa, detta “Casa
Pappalardo”, segue la tipologia con peristilio centrale. Questo
conta dodici colonne. Tutta l’abitazione copre ben 500 m²,
sontuosamente arricchita da pavimenti musivi. Con tutta probabilità,
fu realizzata verso
la metà del III secolo a.C. La quarta casa di questo isolato è la
cosiddetta “Casa
delle quarantaquattro monete d'oro”. Fu soprannominata in tal modo a
causa del ritrovamento di
un ripostiglio monetale (una specie di cassaforte), che conteneva
parecchie monete di diversi periodi storici dell’antichità.
In questo quartiere, proseguendo verso nord, si
incontra la “Casa
della cisterna ad arco”. Anch’essa molto grande, è fornita di due
peristili. Il grande
soggiorno (tablinium) affaccia sul peristilio
meridionale. Fu ricostruito per mantenere i dipinti sulle sue pareti
ed il pavimento a mosaico. Gli archeologi da alcuni resti
particolari suppongono l’esistenza di una scala e quindi di un
secondo piano. La casa prende la sua denominazione per il
ritrovamento di una cisterna, formata
da una volta in conci
regolari e la presenza di una vasca, anch’essa in terracotta.
Altre residenze, forse meno leggibili e meno ricche, sono state
individuate dagli studiosi nel sito archeologico. Tra queste la “Casa delle antefisse” e la “Casa sud-est”
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