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Mrgantinao, la polis della famosa Venere

La recente scoperta di Morgantina
Fondazione e storia di Morgantina
La Morgantina romana
Il sito archeologico: l'Agotà
Il Teatro, l'Area sacra ed il Granaio
Le residenze nel quartiere orientale
Le residenze nel quartiere occidentale

La Venere di Morgantina
Il Tesoro di Morgantina
Il Museo archeologico di Aidone

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     LA POLIS DI MORGANTINA

          Nel gioco delle alleanze la polis
    siciliana di Morgantina non fu
    fortunata, tanto che all’inizio dell’età
    imperiale romana era già scomparsa.
    Persino la sua Venere è entrata nel
    contenzioso con il Getty Museum, poi
    risolto. Oggi, la vasta area archeologica
    di venti ettari, non totalmente scavata,
    riserva ancora molte sorprese nel
    particolare campo della bellezza.

   

     Le residenze nel quartiere
     occidentale

     
     

 
   

Morgantina, quartiere ovest, Casa Pappalardo, mosaico

Morgantia07 - 17 gennaio 2008
Foto da Wikimedia Commons

 





 Sulla collina occidentale è collocato un secondo quartiere. L’abitato denuncia una rete urbanistica ortogonale, classicamente greca, con isolati di uguale misura (110 x 37,50 metri).. Al centro delle strade secondarie, che lo percorrono, si evidenzia un sistema di smaltimento delle acque meteoriche.

All’interno del nucleo abitativo, è presente una Casa di grandi dimensioni, che poteva essere solo l’abitazione di uno dei governanti della città. Possiede, infatti, ben 24 stanze. Da qui la denominazione di “Casa del Magistrato”.  
Come si conviene la grande casa è divisa tra il settore di rappresentanza e quello privato. L’abitazione è fornita di un ampio ingresso. Da qui si accede ad un peristilio con colonne, che illumina i vani che vi si aprono su due lati. Tra le stanze ve ne sono alcune come quella preceduta da due colonne ed un’altra quadrata, così grande da avere spazio bastante per nove tricilini. Ambedue sono pavimentate con preziosi mosaici.
Sempre partendo dal primo atrio, attraverso un lungo corridoio, si può raggiungere l’ala privata dell’abitazione, anch’essa caratterizzata da un cortile con porticati, su cui aprono molte stanze.
La casa fu abitata anche in età romana, ma frazionata. Nella parte di proprietà di un vasaio, sono ancora visibili i forni per la cottura del vasellame in terracotta (in perfette condizioni).

Nello stesso quartiere, su un’importante strada in acciottolato, si apriva, invece,
la “Casa dei Capitelli tuscanici”, organizzata su più livelli. Possiede due peristili, di cui uno molto stretto e lungo. Venne ristrutturata in periodo romano, durante il I secolo a.C., Stilisticamente, la casa risulta composita, tra stile ellenico e di tradizione romano-italica.
Contigua alla “Casa dei Capitelli tuscanici” è la cosiddetta “Casa sud-ovest”. Anch’essa si dispone intorno ad un peristilio a dodici colonne, Su di esso si apre un grande soggiorno, orientato verso sud. Esso è formato da una grande sala di 35 m², centrale ad altri due vani più piccoli posti ai lati. La pavimentazione è in cocciopesto, abbellita da tessere bianche quadrate e variopinte con forma a stella.

Nelle vicinanze di queste ultime case, esiste un isolato dove sono state distinte ben 4 abitazioni. La “Casa del Palmento” che conserva un vano dove veniva prodotto olio. La “Casa delle Botteghe”, dove, in periodo romano, furono ricavate dei negozi (tabernae), formati da una stanza, che affaccia sulla strada, per la vendita e da un retrobottega utilizzato come deposito.
La terza casa, detta “Casa Pappalardo”, segue la tipologia con peristilio centrale. Questo conta
dodici colonne. Tutta l’abitazione copre ben 500 m², sontuosamente arricchita da pavimenti musivi. Con tutta probabilità, fu realizzata verso la metà del III secolo a.C.
La quarta casa di questo isolato è la cosiddetta “
Casa delle quarantaquattro monete d'oro”. Fu soprannominata in tal modo a causa del ritrovamento di un ripostiglio monetale (una specie di cassaforte), che conteneva parecchie monete di diversi periodi storici dell’antichità.

In questo quartiere, proseguendo verso nord, si incontra la “Casa della cisterna ad arco”. Anch’essa molto grande, è fornita di due peristili. Il grande soggiorno (tablinium) affaccia sul peristilio meridionale. Fu ricostruito per mantenere i dipinti sulle sue pareti ed il pavimento a mosaico. Gli archeologi da alcuni resti particolari suppongono l’esistenza di una scala e quindi di un secondo piano.
La casa prende la sua denominazione per il ritrovamento di una cisterna, formata da una volta in conci regolari e la presenza di una vasca, anch’essa in terracotta.

Altre residenze, forse meno leggibili e meno ricche, sono state individuate dagli studiosi nel sito archeologico. Tra queste la “Casa delle antefisse e la “Casa sud-est

 
 

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