Le Catacombe di S. Giovanni
Quando si parla di Catacombe si pensa a quelle romane, ma quelle siracusane
differiscono per la grandezza. I cristiani di Roma scavavano le loro nel
tufo, che essendo un materiale abbastanza “morbido” costringeva, per
scongiurare possibili crolli, a mantenere piccoli spazi, abbastanza angusti.
Le Catacombe di Siracusa sono, invece, scavate nella roccia, con la
possibilità di avere ampi spazi. Collocate nella zona di Acradina, sono di
epoca romana risalenti al IV-V sec, nate intorno alla tomba di S.Marciano.
Alla base del tracciato vi è una direttrice rettilinea, probabilmente un
vecchio acquedotto d'epoca greca abbandonato. Da questa via si aprono ad
angolo retto i cardini minori. Le gallerie inferiori sono intervallate da
slarghi di forma quadrata o circolare, ove, probabilmente venivano sepolti i
martiri della comunità. Sempre all'interno delle catacombe si incontrano
vecchie cisterne di forma conica, sempre del periodo romano, riadattate a
cubicoli. Le sepolture sono collocate lungo le pareti e sono a più posti,
anche fino a venti. Tra l'una e l'altra vi sono loculi più piccoli,
probabilmente adibiti per la sepoltura dei bambini. In uno “slargo
circolare”, di cui abbiamo parlato, è stato ritrovato un bellissimo
sarcofago scolpito con scene bibliche (nella Rotonda di Adelfia).
La Cripta di S. Marciano
La Cripta, vero nodo delle Catacombe siracusane, è posta non lontano dalla
necropoli, ove si narra sia stato ucciso il Santo. E' a forma di croce greca
e presenta nella volta centrale ai quattro angoli, colonne con capitelli di
stile bizantino, con la rappresentazione dei quattro evangelisti. Sulla
parete di fondo si trovano tre piccole absidi di forma semicircolare. A
destra trova collocazione un altare, dove sembra abbia predicato, nel 60 d.C,
lo stesso S. Paolo, di ritorno da Malta. Di fianco è presente un sepolcro,
che la tradizione vuole sia quello di S. Marciano, oggetto di venerazione e
preghiera di tutta la comunità siracusana. A causa dell'invasione araba
il corpo del primo vescovo siracusano fu traslato a Gaeta.
La Basilica di S. Giovanni Evangelista
Sopra la cripta di S. Marciano era collocata la Chiesa, secondo la
tradizione che voleva che sopra la sepoltura di un Santo si edificasse un
luogo di culto (è circa 5 m sotto il livello della Chiesa). Della Basilica,
più volte ricostruita, rimangono solo vestigia diroccate. La Chiesa
originaria fu distrutta all'epoca dell'invasione araba. Ricostruita al tempo
dei Normanni, presentava sulla facciata un bellissimo rosone, ancora
visibile sul lato sinistro. Fu un terremoto a far crollare gran parte della
costruzione, compreso il tetto, non più ricostruito. E' presente un portico
realizzato adoperando resti deI '400. Vi si svolgono ancora celebrazioni
religiose.
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