La Galleria Regionale di
Siracusa è ospitata da palazzo Bellomo, struttura anch'essa di grande valore
artistico. Il palazzo fu costruito in periodo svevo (XIII sec.), e ampliato
e sopraelevato nel corso del XV sec. I due interventi, lontani nel tempo,
presentano stili diversi ben individuabili. Le strutture sveve assomigliano
molto a quelle presenti nelle fortezze del periodo: portale ad arco ogivale
e feritoie. Lo stile cinquecentesco del piano superiore si ispira, invece,
ad una architettura più aperta e leggera: trifore sorrette da esili
colonnine. Al suo interno, il palazzo Bellomo presenta un cortile porticato.
In esso si affaccia la scala che porta al primo piano. La sua preziosissima
balaustra è ornata da trafori a rosa e trilobati.
Inizialmente palazzo
Bellomo fu una struttura privata, passando nel XVIII secolo in possesso
delle monache dell'adiacente monastero di S. Benedetto, anch'esso facente
parte oggigiorno della struttura museale. Prossimo al palazzo è tuttora
osservabile la Chiesa
di S. Benedetto
dall'artistico soffitto a cassettoni. Il Museo ospitato in palazzo
Bellomo a Siracusa, è dedicato, per la gran parte, all'arte siciliana. Varie
sono le produzioni artistiche: arredi e paramenti sacri, presepi, mobili e
ceramiche. In stile bizantino, sottolineiamo una bella serie di
raffigurazioni cretesi-veneziane, di argomento sacro. Nel piano
superiore, dedicato alla pittura, troviamo due opere di grande valore: un
quadro di Antonello da Messina, la bella, ma danneggiata “Annunciazione”, e
la tela del Caravaggio, “Il seppellimento di S. Lucia”. Nonostante le due
rappresentazioni siano ambedue di argomento sacro, le due spiccate
personalità, sia umane che artistiche, si differenziano per l'approccio e lo
stile. Antonello si concentra sui particolari , sviluppandoli in chiaro
stile fiammingo, senza dimenticare nella composizione il rigore pittorico
italiano, soprattutto, formale, compositivo e prospettico. Caravaggio,
dissacratore, rappresenta il tema con sorprendenti variazioni. Alle spalle
del corpo della santa disteso a terra, ecco apparire una folla di
personaggi, dove si distinguono i becchini, di cui uno in primo piano, è
posto di spalle, in un gioco di luci che pervade la tela, e lascia ombre
nella sua crudezza, assai inquietanti per lo spettatore catapultato
all'interno della composizione, molto affollata.
Poco distante dal
museo si trova la Chiesa di S. Martino, risalente al VI sec., che conserva
un portale in stile gotico-catalano.
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