Il museo Paolo Orsi
Essendo Siracusa un importante
sito archeologico è ovvio che la città ospiti importanti luoghi di raccolta
e presentazione al pubblico come il
Museo Archeologico
Regionale Paolo Orsi
e la Galleria
Regionale di Palazzo Bellomo,
ma anche la Galleria Civica d'Arte Contemporanea.
Il
Museo Archeologico
Regionale Paolo Orsi
si trova all'interno del parco di
Villa Landolina. Ha una
posizione di spicco per l'archeologia dell'intera Sicilia orientale grazie
ai ricchi ritrovamenti effettuati a Siracusa importantissimi per la
conoscenza dall'età preistorica sino a quella romana: vasi, monili,
decorazioni e oggetti vari Organizzato in tre sezioni che vanno in ordine
cronologico a partire dall'età preistorica. Possiede una zona
introduttiva centrale, al di sotto della quale è situato l'auditorium in cui
vengono proiettati audiovisivi relazionati al grande patrimonio del museo.
La sezione iniziale riguarda la preistoria e la protostoria. Dai pezzi
più antichi (reperti fossili e minerali, scheletri e resti di animali
preistorici) si passa a quelli del paleolitico e neolitico, testimonianze
umane e vari prodotti delle varie fasi culturali che si sono susseguite.
Sono soprattutto manufatti in ceramica, tra cui un grande vaso proveniente
dalla zona di Pantalica. Successivamente sono raccolti i manufatti in bronzo
(punte di lance, cinturoni e fibbie).
La seconda sezione tratta del
periodo greco-siciliano: dalla nascita allo sviluppo. Le colonie greche
della parte orientale dell'isola, comprendono la cultura ionica e dorica.
Della prima fanno parte i resti ritrovati nelle antiche città di Naxos,
Katane e Leontinoi. Tra i resti notevoli segnaliamo il bellissimo Kouros,
senza testa, in marmo. Due sono le polis di cultura dorica, Megara Hyblaea e
Siracusa, che racchiudono la maggior parte del materiale ritrovato. Dalla
necropoli di Megara Hyblaea. proviene la Dea Madre che allatta i due gemelli
(VI sec. a.C.),anch'essa senza testa e seduta. La sua rappresentazione di
una madre che allatta è resa attraverso un corpo grosso e materno che
racchiude i bambini rendendoli un tutt'uno con lei. Di origine siracusana è
il bassorilievo policromo di una gorgone, ritrovato nel Temenos deIl'Athenaion,
molto riprodotto, e il cavallino di bronzo proveniente dalla necropoli del
Fusco.
Tra le opere più significative della seconda sezione vi è la
Venere Anadiomede, detta Venere Landolina dal nome dello scopritore. E', in
realtà, una copia romana da un'originale di Prassitele, che ha avuto una
grande importanza ispiratrice. Dalla Venere Anadiomede sono state create la
Venere Medici e la Venere Capitolina. Essa ha femminilità del movimento,
linee sinuose e sostiene un drappo dal panneggio delicatissimo.
La
terza sezione riguarda le subcolonie e i centri minori. Un cavaliere a
cavallo ed altre figure antropomorfe e la grande figura fittile, seduta sul
trono, di Demetra o Kore (del VI sec. a.C.) testimoniano il grande valore
delle opere prodotte anche se in centri minori. L'ultima area riguarda le
polis di Agrigento e Gela. Dagli scavi archeologici e reperti di Gela
arrivano la bella pelike attica a figure rosse (opera di Polignoto) e la
meravigliosa maschera dipinta di Gorgone, da un fregio decorativo
appartenuto ad un tempio. Un raro esempio di arte votiva, difficilmente
ritrovabile, sono tre statuette arcaiche in legno, che rappresentano una
pratica diffusa propria dell'antichità.
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