Quando si dice: “hai inventato
l’acqua calda” è proprio quello che idearono i romani nelle loro
terme.
La tecnologia, infatti, affinata da essi permetteva,
non solo il riscaldamento dell’acqua, ma anche quello degli
ambienti, grazie a condutture (gli ipocausti) poste al di
sotto di pavimentazioni rialzate. Inoltre, venivano inseriti, in
particolari stanze, anche vapori caldi (sul tipo delle saune). Il
segreto delle terme erano degli appositi locali sotterranei, dove si
riscaldava l’acqua con dei
focolari, ad opera di schiavi addetti al compito.
La
struttura delle terme era rigida, ma ampia ed offriva diverse
possibilità. L’organizzazione dell’edificio termale si disponeva a
partire dal frigidario, una grande sala, solitamente di forma
circolare con cupola, al cui centro era posta una vasca con acqua a
temperatura bassa. Attraverso un vano, probabilmente con calore
temperata, detto tepidario, si passava al calidario. Questo
presentava vasche ad acqua calda. Unito al calidario vi era, quasi
sempre, la stanza della “sauna finlandese”, cioè un ambiente
dove si effettuava un repentino passaggio da una temperatura calda a
fredda, e all’inverso. Non poteva mancare una normale sala con
piscina (le natationes)
dove nuotare liberamente, e uno spazio palestra per esercizi
ginnici. Vi era poi una normale sauna, un vano spogliatoio non
riscaldato (l'apodyterium) ed uno per la pulizia personale. In
questi grandi “centri benessere” anche nelle terme romane erano
essenziali ambienti adibiti a piacevoli
massaggi, effettuati, come
sempre, da schiavi. Nelle Terme più grandi, come quelle di
Caracalla a Roma, destinate ai patrizi, si potevano trovare, oltre a
negozi, anche biblioteche, piccoli teatri e sale di studio. Queste
vaste terme erano, inoltre, abbellite con grande profusione di opere
d’arte, come fontane, affreschi, mosaici e statue.
Secondo
un’antica usanza egizia, anche i romani versavano nelle acque delle
terme, profumi o vini aromatici. Per quanto riguarda, invece,
l’igiene personale, i romani erano usi farlo con cenere di faggio,
pietra pomice e creme di
polvere d'equiseto,
che, ovviamente, seccavano la pelle. Per recuperare la
morbidezza, ci si spalmava di argilla e olio d'oliva, mentre nei
massaggi erano applicati oli profumati ed unguenti, come la mirra e
l'olio di mandorle, importati dall’Oriente.
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