Con
il termine di termalismo si indica lo studio sugli effetti benevoli
sulla salute delle varie acque termali, diverse tra loro a seconda i
componenti di ciascuna.
La sua storia
Sin
dall’antichità l’acqua ha sempre rivestito un’importanza
notevolissima. Essa è sempre stata necessaria sia alla vita umana
che al prosperare delle colture agricole. Si credeva che dall’acqua
fosse stato generato l’intero cosmo. Per questo nelle prime civiltà
era oggetto di culto, come in quella indiana, assirobabilonese ed
egiziana. Immergendosi nell’acqua di fiumi sacri si poteva guarire
da ogni male. Ad esempio nel Nilo o nel Giordano, come, attualmente,
nel Gange, fiume sacro degli indù. Durante l’età greca anche la
filosofia la relazionò a vari tipi di cosmogonia, dove l’acqua aveva
il ruolo di Archè (l’origine), a partire da Talete. Ma in periodo
greco, nasce il concetto di medicina, legata al dio Asclepio. I
templi a lui dedicati, infatti,
erano situati in prossimità di sorgenti d’acqua minerale (da
bere). Spesso collegate ai templi sorsero scuole filosofiche, come
la corrente Ippocratica sull’isola di Coo.
Quasi tutti hanno
un’idea, più o meno sommaria, delle terme romane. In genere, però,
ci si riferisce a quelle dell’età imperiale. In questo periodo,
però, le terme sorgevano indipendentemente da fonti di acque
termali. L’accento, infatti, era posto sull’igiene, la
socializzazione ed il rapporto piacevole con l’acqua, fredda o calda
che fosse. Tuttavia, agli inizi dell’età romana, le sorgenti
termali lo erano davvero. Così esistevano
Bagni presso le
relative sorgenti, come, ad esempio, Chianciano, Abano, i bagni di
Stigliano o le Terme Apollinari del lago di Bracciano e le
Terme siciliane di Imera. Molto frequentate e di moda erano,
soprattutto, le terme in Campania, come Pompei, Pozzuoli, Ischia e
Baia. Al di fuori dell’Italia, esistevano nei domini romani, le
terme di Bath, Baden, Luchon ed Aix-les-Bains. Viceversa, nelle
città romane, inizialmente, erano presenti solo piccoli ambienti
pubblici, detti balnea, dove era possibile lavarsi o
semplicemente rinfrescarsi.
Il primo vero
edificio termale della storia fu quello costruito dal ricco patrizio
Sergio Orata, nel I secolo a.C. Egli notò l’usanza, che vi era
nell’area dei campi Flegrei, in Campania, di sostare in piccole
stanze, dove venivano convogliati i vapori caldi delle sorgenti
vulcaniche, per sudare abbondantemente. Questo era fatto a scopo
terapeutico, in quanto i romani credevano che facendolo si
espellessero gli umori maligni, riequilibrando, così,
l’organismo. Da qui, Orata
mutuò l’idea di creare delle terme dove, non solo fosse presente
dell’acqua calda in grande quantità, ma che anche gli ambienti
potessero essere riscaldati mediante condutture nelle pareti e sotto
i pavimenti, sistema denominato ipocausto. Evidentemente, ambienti
decisamente piacevoli.
Nelle terme romane erano presenti più
stanze, fredde, tiepide e calde, ma non a caso. Si poteva, infatti,
seguire un determinato percorso tonificante. Esso consisteva in un
passaggio da un bagno caldo, ad uno freddo fino ad un ambiente
finale temperato. L’iter permetteva di allargare i pori della pelle,
per poi richiuderli ed infine rilassarli. Sostanzialmente, era
una specie di ginnastica vascolare ottenuta con l’acqua, che
era gradevole e tonificante al tempo stesso. Tra le più grandi
Terme costruite a Roma vi furono quelle di
Traiano, quelle di
Caracalla e quelle di Diocleziano.
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