Dopo tanta rilevanza, con la caduta dell’impero romano, le terme andarono
perse. Se, infatti il
Cristianesimo le vedeva come opera pagana e luogo di perdizione, le
successive invasioni barbariche portarono alla loro devastazione. La
distruzione degli impianti idraulici termali automaticamente
comportò la loro inutilità e quindi la dismissione forzata.
Inizia nel periodo medievale la loro rinascita, ma su un piano
totalmente diverso. Se le terme romane erano soprattutto un luogo di
piacevolezze, in questo periodo l’ottica le inquadra come luogo
curativo. Vengono riaperte e valorizzate
terme come quelle di
Abano, di Salsomaggiore e di Montecatini. Nasce l’idrologia, si
cerca di capire, cioè, gli effetti benevoli delle singole acque
termali, a seconda le
loro caratteristiche, come sorgenti
sulfuree, ferruginose,
nitrose, albuminose ed altre. Vengono ideate nuove pratiche
salutari. Oltre al bagno nell’acqua della sorgente, si effettuano
anche le inalazioni dei vapori derivanti e le immersioni nei fanghi
presenti in prossimità delle sorgenti. Si continua a bere
abbondantemente acqua oligominerale soprattutto in presenza
di problemi gastro-intestinali.
Alle nuove pratiche si
assommano i primi studi sulle caratteristiche che deve avere un
periodo di cure termali, quali la metodologia, l’igiene e la
dietetica da associare. Il primo testo, forse il più autorevole del
periodo, è quello di Michele Savonarola, il De balneis thermis
naturalibus. Con l’invenzione della stampa, vengono pubblicati
nuovi libri sull’argomento con ampia diffusione. Ma, oltre ai primi
trattati, viene creata, in particolar modo, un’importante scuola
medica, che si occupa dei benefici terapeutici delle acque termali,
presso le terme Puteolane di Pozzuoli, nello stesso periodo
in cui viene aperta la
famosa Scuola medica salernitana.
Ciononostante,
nel XVI secolo, non si conoscevano i veri motivi degli effetti indotti dalle miracolose
acque oligominerali. La medicina, ancora nel Rinascimento, si basava
sulla ipotesi degli umori e degli effetti negativi delle malattie.
Si riteneva che la depurazione espellesse dall’interno gli
umori della malattia stessa, riguadagnando, quindi,
l’equilibrio degli umori positivi alla salute. Secondo
questa logica le cure termali si arricchirono di altre novità, come
i purganti presi per facilitare la depurazione, i salassi eseguiti
prima e dopo il bagno terapeutico, o il moto da fare a conclusione
delle immersioni, per facilitare l’uscita degli umori negativi.
L’unica vera novità fu la differenziazione del tipo di acqua
rispetto al genere di malattia, come le
acque sulfuree per le
malattie della pelle, o le acque
salso-iodiche per malattie ginecologiche.
Nel XVII secolo,
grazie all’innovazione del metodo scientifico galileiano, le
scienze, singolarmente in diverse branche, iniziarono i primi passi,
creando quella base, che porterà, nel XVIII secolo, all’affermazione
di tutta la scienza e alla fine delle improvvisazioni estemporanee
precedenti.
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