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La splendida riviera della Terra d'Aci.
Bullet7blu.gif (869 byte) La Terra d'Aci, il luogo del Mito
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello e la storia della Terra d'Aci
Bullet7blu.gif (869 byte) Dalla guerra del Vespro a Giovanni Verga
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Aci Castello e il borgo di Aci Trezza
Bullet7blu.gif (869 byte) Giovanni Verga
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I tre protettori di Aci Catena
Bullet7blu.gif (869 byte) I mulini ad acqua di Aci Catena
Bullet7blu.gif (869 byte) Acireale
 

 

Bullet7blu.gif (869 byte) Acireale: piazza Duomo
Bullet7blu.gif (869 byte) Le cento chiese di Acireale
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Il Carnevale di Acireale
Bullet7blu.gif (869 byte) Altre Aci nella zona interna
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Il Santuario della Madonna di Valverde
Bullet7blu.gif (869 byte) Il mitico Bosco d'Aci
Bullet7blu.gif (869 byte) La Riserva Naturale

Bullet7blu.gif (869 byte) Video sulle Aci
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Video su Acireale

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       TERRA D'ACI

          La leggenda di Aci e Galatea, ma
    anche l’Odissea e le avventure di
    Ulisse contro il ciclope Polifemo e
    un bosco che si materializza dalla
    vendetta di Zeus contro dei giganti:
    tutte leggende e miti della Terra
    d'Aci (Catania).

   
   
     Altre Aci nella zona interna.    
     
     

 

 
Chiesa ad Aci Sant'Antonio (CT)


 

 
 



 

   Aci Bonaccorsi
Aci Bonaccorsi è situato sulla parte estrema del versante sud-orientale dell'Etna, ed è, per la sua felice posizione collinare, un balcone naturale sul mare Jonio. E’ un piccolo centro (circa 3.000 abitanti) che, formatosi come casale verso il XV secolo, ha raggiunto l’autonomia solo nel 1652. Il borgo iniziale era costituito dalle contrade Liuna, Battiati e Pauloti. Successivamente prese il nome Bonaccorsi dalla famiglia nobile dei Bonaccorso, che vi risiedeva.

  Aci Sant'Antonio
Il comune di Aci Sant'Antonio è posizionato verso l’interno rispetto alla costa di Aci. Più grande di Aci Bonaccorsi, conta circa 17.000 abitanti, deve la sua costituzione ad una eruzione dell’Etna. Infatti a causa dell’enorme eruzione del 1169, accompagnata da terremoti, la popolazione rivierasca cercò riparo spostandosi nelle terre interne. Ricche di boschi e quindi di legname, luogo attraente e sicuramente ameno, portarono i nuovi abitanti a costituire il piccolo borgo di Casalotto, posto a nord-ovest dell’attuale Aci Sant'Antonio. L’area veniva amministrata attraverso una struttura corporativa. I rappresentanti di Casalotto, unitamente a quelli delle comunità limitrofe, gestivano le decisioni dell’intera area di Jaci. Intanto il territorio dell’attuale Acireale andava sviluppandosi economicamente in maniera maggiore rispetto a quelli circostanti. Ne nacquero liti e contrasti con la popolazione di Aquilia Vetere.

In epoca spagnola, i rappresentanti delle altre aree chiesero al vicerè di Palermo la separazione da Aquilia. Accordata nel 1639 e ratificata l’anno successivo dal luogotenente cardinale Giannettino Doria, arcivescovo di Palermo. Tuttavia l’inquietudine continuò a regnare, e vi furono  nuove lotte e scontri. Questi e il fatto che Aquilia cresceva ulteriormente portarono all’aggiuntiva divisione fra Aci Inferiore (Acireale) e Aci Superiore (Città formata da  Jaci S. Antonio e S. Filippo). Quest’ultima, che inglobava parecchi casali e comuni della Terra d’Aci, comprendendoli quasi tutti, si estendeva fino a Bongiardo(oggi frazione di Santa Venerina) e Pisano(oggi frazione di Zafferana Etnea). La nuova Città si trovò nel 1644 nell’impossibilità di pagare i tributi dovuti. Iniziò così il nuovo periodo feudale: fu venduta inizialmente alla Famiglia Massa, nel 1645 alla Famiglia Diana ed infine nel 1651 alla Famiglia Riggio(che rimase proprietaria per più di un secolo). Stefano Riggio Santo Stefano, principe di Campofiorito, ottenne, nel 1672, addirittura il titolo di principe di Aci SS. Antonio e Filippo. A Stefano fece seguito il nipote Stefano Riggio Saladino (1680), poi Luigi Riggio Branciforte (1704) ed infine a Stefano Riggio Gravina (1758). La famiglia Riggio, a causa anche dei terremoti, seppe costruire e ricostruire i suoi domini. A lui si devono, infatti, molti edifici e chiese bellissimi dell’area degli Aci.

Alla morte del principe Stefano Riggio Gravina, nel 1792 avvenne la ricompra dei territori con atto pubblico. Con la costituzione del Regno di Sicilia, Aci S. Antonio fu inserita nella “Mappa” dei Comuni del 1812. Questo non bastò ad eliminare i malumori che serpeggiavano, così, nel 1826, Aci S. Antonio ed Aci S. Filippo Catena vennero scisse con decreto di Francesco I. Il nuovo comune di Aci S. Antonio comprendeva i quartieri di Aci S. Antonio e Valverde e le borgate di Maugeri, Carminello, Casalrosato, Fontana, Morioni, Belfiore, Lavinaio e Monterosso. Le borgate di Pisano e Bongiardo, con lo stesso decreto, furono accorpate al nuovo comune di Zafferana Etnea. L’ultimo distacco è recente: il 14 aprile 1951 nasce il comune di Valverde.

 

 
 

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