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La splendida riviera della Terra d'Aci.
Bullet7blu.gif (869 byte) La Terra d'Aci, il luogo del Mito
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello e la storia della Terra d'Aci
Bullet7blu.gif (869 byte) Dalla guerra del Vespro a Giovanni Verga
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Aci Castello e il borgo di Aci Trezza
Bullet7blu.gif (869 byte) Giovanni Verga
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I tre protettori di Aci Catena
Bullet7blu.gif (869 byte) I mulini ad acqua di Aci Catena
Bullet7blu.gif (869 byte) Acireale
 

 

Bullet7blu.gif (869 byte) Acireale: piazza Duomo
Bullet7blu.gif (869 byte) Le cento chiese di Acireale
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Il Carnevale di Acireale
Bullet7blu.gif (869 byte) Altre Aci nella zona interna
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Il Santuario della Madonna di Valverde
Bullet7blu.gif (869 byte) Il mitico Bosco d'Aci
Bullet7blu.gif (869 byte) La Riserva Naturale

Bullet7blu.gif (869 byte) Video sulle Aci
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Video su Acireale

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       TERRA D'ACI

          La leggenda di Aci e Galatea, ma
    anche l’Odissea e le avventure di
    Ulisse contro il ciclope Polifemo e
    un bosco che si materializza dalla
    vendetta di Zeus contro dei giganti:
    tutte leggende e miti della Terra
    d'Aci (Catania).

   
   
     Il Mitico Bosco di Aci.    
     
     

 
   
 Il bosco d'Aci


 

 
 





 

  Il Bosco di Aci, il famoso bosco dei giganti, di cui abbiamo visto la leggenda nell’introduzione, era una macchia fittissima di querce e castagni, d’origine antichissima, che si estendeva sui territori di Acireale, Acicatena, Aci Bonaccorsi, Viagrande e Aci Sant'Antonio a Mascali, Giarre e Riposto e verso l’interno sino a Monterosso (Aci Sant'Antonio) e Fleri (Zafferana Etnea).
Con molta probabilità l’origine del Bosco è anteriore agli insediamenti sviluppatisi nella Terra d’Aci. Era sicuramente attraversato dalla Consolare Valeria, cioè la strada che da Messina giungeva fino a Siracusa. Si presentava, quindi, come zona favorevole ai commerci, ma che al tempo stesso favoriva il brigantaggio e il contrabbando.

Sul Bosco arrivarono le colate laviche dell’Etna del 394 a.C. e del 1329. Inizia ad essere citato proprio nelle cronache e nei documenti del Trecento. In quell’epoca aveva un estensione di 30 chilometri quadrati. Costituito il distretto amministrativo di Acireale, il Bosco di Aci accordato in enfiteusi o dietro tassa ai cittadini, che iniziarono lo sfruttamento economico degli alberi in esso contenuti. Nel frattempo continuava l’attività redditizia del brigantaggio. Sorse la leggenda che i briganti sortissero da oscure grotte per assaltare gli sfortunati viandanti. Dopo averli rapinati, i briganti velocemente scomparivano nelle loro grotte. In effetti ne sono state individuate alcune nella zona di Santa Maria degli Ammalati. Tra i viandanti rapinati celebri si ricorda ancora il nobile magistrato catanese Cosima Nepita, che in un assalto dei briganti trovò la morte nel XVI secolo. Di lui rimane il toponimo nella zona del cattivo incontro, che da allora venne chiamata «Passo di Nepita» (si trova nel comune di Acireale).
I disboscamenti intensivi arrivarono con il XVIII secolo, quando il conte di Mascali (che allora era anche il vescovo di Catania), concesse in enfiteusi ampie zone di bosco mascalesi ad imprenditori acesi, che le “trasformarono” in produttivi vigneti. Con le “trasformazioni” iniziarono anche i primi dissesti idrogeologici. Dopo un secolo, agli inizi dell’Ottocento il Bosco d’Aci non era più un’unica entità, ma ne rimanevano solo ampie macchie, anche se mantenevano una vegetazione molto fitta. Come nella zona detta «la Scura» (la buia). Don Rosario Leotta, che fece l’esperienza di attraversarla, nel 1937 così scriveva: “Una strada tortuosa… Con poca abitazione, coperta da un bosco che raramente lasciava penetrare fra i suoi rami la luce del giorno, favorita da grotte vaste e profonde parecchie centinaia di metri Tranne le carovane ben armate, non ci fu persona, che passando di là, se non la vita, non vi perdesse la roba.”

Del mitico Bosco di Aci, oggigiorno, ne rimane poco. I relitti di esso si possono individuare nel Bosco dello Scacchieri, il bosco di Linera e il bosco di Santa Maria La Stella. Se pur tardivamente, la Provincia di Catania li ha inclusi nel Piano territoriale.

 

 
 

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