Lo zolfo è molto
più della testa
dei fiammiferi. E’ talmente essenziale da essere presente anche nel
corpo umano, sotto forma di amminoacidi, come la cisteina e la
metionina, e quindi rientra anche
in molte proteine. Infatti, sin dai tempi antichi, fu
utilizzato in medicina, uso che prosegue ancora oggi.
Tecnicamente occupa il numero atomico 16 nella tavola periodica ed è
indicato con il simbolo S (dal latino sulfur).
Generalmente si trova
sotto forma di solfuri e solfati. Allo stato cristallino si
presenta con un deciso colore giallo.
Fu Antoine Lavoisier
che, alla fine del XVIII secolo, dimostrò alla comunità dei
ricercatori, che lo zolfo era un elemento e non un composto. Lo
zolfo normalmente non si trova allo stato puro, ma
nei solfuri, come la
pirite (solfuro di ferro) e nei solfati come
gesso ed alabastro (solfati
di calcio). Tra gli altri materiali, che contengono zolfo, troviamo:
il solfuro di mercurio, o cinabro, il solfuro di piombo, o galena,
il solfuro di zinco e ferro, o sfalerite ed il solfuro di antimonio,
o stibnite. Si può trovare anche nel carbone e nel petrolio (da qui
la benzina con o senza zolfo). Infatti, una rilevante parte della
produzione di zolfo, oggi, si ottiene dai combustibili fossili. Lo
zolfo nei suoi stati più puri, si trova in vicinanze di aree
vulcaniche.
Per lo più se ne disconoscono le numerose applicazioni. Tra queste
si trova in fertilizzanti, insetticidi, fungicidi (come per
combattere fitopatologie)
e in alcuni disinfettanti. Quindi, di uso comune in
agricoltura. E’
presente anche in vari lassativi. Lo zolfo è essenziale
soprattutto nel settore industriale. Il suo
principale composto,
l'acido solforico, entra in quasi tutti i tipi di lavorazione nel
settore dell'industria chimica. Purtroppo le emissioni di queste
industrie creano piccole quantità di acido solforico nell’atmosfera,
che, ricadendo sotto forma di piogge acide, compromettono i terreni
sottostanti.
Ma il suo
uso più importante non poteva essere che di natura militare. E’,
infatti, componente essenziale per la produzione di polvere da
sparo. Inventata dai Cinesi, nel XII secolo, la
polvere
da sparo è una miscela fatta di nitrato di potassio, carbone
e zolfo. Essa
rivoluzionò la guerra moderna, dai primi cannoni e moschetti, fino
ai fucili, pistole a ripetizione e mitragliatrici. Quasi tutti gli
armamenti militari attuali ne sfruttano la potenza.
Perciò, lo zolfo fu
sempre molto ambito dalle varie superpotenze storiche, che ne
controllavano i diversi giacimenti e l’estrazione del minerale.
Lo zolfo è conosciuto, si può dire, da sempre. E’ citato
da Omero e nella
storia biblica della genesi. A livello militare, veniva sfruttato
come miscela incendiante, unito a carbone e catrame, ad
esempio, dallo stesso esercito romano. E’ un elemento che, per il
suo colore e la possibilità di miscelazione con il mercurio, fu
molto utilizzato dagli alchimisti, nella loro perenne ricerca della
creazione chimica dell’oro.
Trovandosi lo zolfo
preferibilmente in aree vulcaniche, le prime miniere furono aperte
in Sicilia, a partire dagli inizi del Seicento. Le zolfare
siciliane, col tempo, crebbero a dismisura, sia per numero, che per
produzione. A metà del secolo XIX, si contavano nell’isola oltre 200
miniere, con una estrazione tale da ricoprire i 4/5 della produzione
mondiale. Anche gli americani
possedevano vasti
giacimenti zolfiferi, in
Louisiana
e nel Texas. Tuttavia, questi erano posti in profondità, sotto uno
strato di sabbie mobili. Con la tecnologia ottocentesca tradizionale
non si poteva raggiungerli. Quando poi, però, nel secolo successivo,
venne inventato
il
rivoluzionario processo Frasch (getti d’acqua calda nel sottosuolo,
con estrazione per affioramento dello zolfo), gli americani
conquistarono prepotentemente il mercato, essendo il loro tipo di
estrazione più conveniente, con costi decisamente inferiori. La loro
affermazione sempre più ampia portò alla chiusura progressiva delle
storiche zolfare siciliane.
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