Tra le centinaia di zolfare siciliane, si
distingue la miniera di Pasquasia, che non è coeva delle altre,
anzi, essa ha raggiunto il suo picco produttivo quando le altre
chiudevano. Tuttavia, questa, da sola, ha soddisfatto l’intero
mercato italiano di sali alcalini e kainite, necessari per la
produzione di solfato di potassio. E’ un’altra cosa dallo zolfo, ma
è altrettanto evidente dell’importanza e, in questo caso,
dell’unicità delle estrazioni minerarie in Sicilia. Il solfato di
potassio viene impiegato nei fertilizzanti in agricoltura.
Pasquasia è una località in provincia di Enna. E’ a nord del monte
Pasquasia (nell’omonima contrada) e a est del fiume Morello. La
miniera, molto ampia, copre 70 ettari di superfice.
All’inizio del secolo scorso, l’Italia importava, quasi totalmente,
il cloruro di potassio, per migliaia di tonnellate l'anno. Nel 1919,
fu aperta la miniera di Pasquasia, che possedeva vasti giacimenti di
sali potassici. Ciononostante, la società, che gestiva la miniera,
fallì nel 1931. Alla fine degli anni cinquanta (1959) essa riaprì i
battenti grazie alla Montecatini, che cedette la maggioranza
azionaria, nel 1972, all'ENI e all'Ente minerario siciliano. Per la
gestione della miniera venne varata una nuova società: la ISPEA
(Industria sali potassici e affini). Se la miniera di Pasquasia,
due anni dopo la sua riapertura (1961) forniva 150 mila tonnellate
al mercato italiano, rendendo la nazione autosufficiente, la sua
produzione negli anni settanta, addirittura, trasformarono l’Italia
da importatore ad esportatore di solfato di potassio. Nel 1985,
subentrò nella gestione la società Italkali. Negli anni 80
la miniera si distingueva per la sua attrezzatura tecnica
modernissima. A Pasquasia vi erano: minatori continui, perforatrici,
pale frontali, carri spatola, dumpers, disgaggiatori meccanici,
piattaforme aeree e nastrolinee con bilancie dosimetriche.
Possedeva, inoltre, 4 pozzi
di sfiato ed una comoda rampa di accesso, lunga 1800 metri. Il
Tribunale di Enna, nel 1992, sentenziò l’inquinamento del fiume
Morello da parte della miniera. Nel luglio 1992, la miniera di
Pasquasia chiuse all’improvviso. Non essendosi esaurito il
giacimento, non si conoscono le motivazioni della chiusura.
Molte sono le problematiche e le strane implicazioni successive alla
sua chiusura. Si è molto parlato, discusso e analizzato, soprattutto
nella messa in sicurezza, la bonifica e l’eventuale
ripristino. Nel 2013 è stata
data la comunicazione di inizio dei lavori di bonifica.
Attualmente la miniera è uno degli esempi migliori di archeologia
industriale in Sicilia, applicata a siti minerari. Essa possiede
macchine, strutture e grandi edifici moderni, tutti potenzialmente
ancora funzionanti. E’ chiaramente un complesso comunque da
valorizzare. Molti hanno fatto notare che il sito di Pasquasia è
compreso nel Rocca di Cerere
Geopark, sito riconosciuto, addirittura dall’UNESCO. Il suo futuro
potrebbe, quindi, essere proposto in campo turistico.
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