LE ZOLFARE SICILIANE
Come per le tonnare, anche le zolfare
raccontano la Sicilia all’avanguardia
dell’Ottocento. Il mondo intero
passava, allora, per le sue miniere.
Terminata la stagione delle zolfare,
rimangono bellissimi parchi museali di
archeologia industriale. Una Sicilia,
comunque, poco conosciuta.
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La zolfara di Colle Madore
ed il Mito
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Il fatto che esistessero già in epoca romana cave
a cielo aperto di zolfo, lega strettamente alcune zolfare con
l’archeologia di tipo tradizionale. E’ il caso del sito minerario di
Colle Madore, posto a poca
distanza dal paese di Lercara Friddi, che si trova in
provincia di Palermo. L’area venne sfruttata come miniera di zolfo,
ma anche di gesso. Casualmente, nel 1992, vennero ritrovati
alcuni reperti storici. Più recentemente la Soprintendenza ai beni
culturali e ambientali di Palermo, ha condotto diversi scavi
archeologici (nel 1995, 1998 e 2004). In prossimità della cima del
monte Madora si è scoperta un’area sacra, ma anche vani ospitanti,
in antichità, una produzione di tipo metallurgica. Gli scavi
hanno dimostrato l’importanza strategica dell’area del colle. Essa
collegava la parte settentrionale (tirrenica) con quella meridionale
(mediterranea). Abitata già in epoca sicana, divenne testimone dello
scontro tra l’Agrigento del tiranno Terone, con la polis cartaginese
di Himera. I resti riportati alla luce, secondo lo studioso
Danilo Caruso, attesterebbero la presenza del tempio di Afrodite,
che, secondo Diodoro Siculo, ospitava il sepolcro di
Minosse, che venne
ucciso dal re sicano Cocalo. Si suppone che Terone,
dopo aver conquistato l’area, abbia dedicato il tempio da
Afrodite-Astarte al culto di Demetra. Tuttavia, la collocazione del
colle ne fece campo di scontro tra polis greche e polis cartaginesi.
L’insediamento fu abbandonato e distrutto, parimenti ad Himera e
Selinunte, alla fine del V secolo a. C.. Pur essendo la scoperta
del sito archeologico abbastanza recente, i materiali rinvenuti sono
di una certa importanza. Soprattutto, una statuetta di divinità
femminile acefala ed un rilievo raffigurante una figura seduta su
una vasca, forse Eracle o, secondo il mito, della morte di Minosse.
Queste novità archeologiche, oggi, sono ammirabili nel locale
Museo civico.
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