Lo scavo superficiale in cave a
cielo aperto dell’epoca romana rimase per secoli il metodo
estrattivo in auge. Solo nel XIX secolo, quando gli interessi sullo
zolfo aumentarono esponenzialmente, il metodo cambiò. La lavorazione
dello zolfo, infatti, servendo nella realizzazione di
polvere da sparo, acido solforico e soda, divenne di
livello “industriale”. Lo
scavo perforò la superfice e si andò molto in profondità, seguendo
il giacimento. In sostanza, vennero realizzate le miniere, con
gallerie, cunicoli e pozzi verticali. Il lavoro di estrazione era
durissimo. Ciononostante, molti contadini siciliani, vedendo in esso
un’opportunità di lavoro e guadagno, scelsero quel nuovo mestiere.
Cioè, la manodopera all’inizio dell’Ottocento, era a basso costo e
in grande quantità.
Nel mestiere di zolfataro vi erano
diverse figure. In primis, vi erano i picconieri, che staccavano il
minerale dalla roccia; poi vi erano i carusi,
bambini (a volte di
7-8 anni), che si caricavano la cesta dello zolfo sulle spalle e la
portavano all’esterno, lungo gli angusti corridoi, in continuazione.
In superfice vi era il sorvegliante, detto in siciliano
capumastri. Questo giocava un ruolo importantissimo sul salario.
Egli doveva rendere conto al proprietario della miniera. Dovendo
pagare una gabella sulla produzione, quest’ultima incideva sullo
stipendio degli operai. Più guadagnava lui, più guadagnavano i
minatori. Alla fine gli zolfatari erano sotto le continue pressioni
dei capumastri.E
questo tutto il giorno, tutti i giorni.
La vita nelle miniere, quindi, a parte le ricchezze che produce, non
è mai stata facile, neppure in Sicilia. Alla fine del secolo XIX, le
condizioni dei minatori, dunque, erano disumane: si lavorava tutto
il giorno (dall’alba al tramonto) e tra gli zolfatari, come abbiamo
visto, vi erano anche bambini di età inferiore ai 14 anni. Il
salario possiamo immaginarlo di conseguenza. Le cose, evidentemente,
in altri settori non potevano andare diversamente. Questa
situazione portò, in Sicilia, alla nascita delle prime
organizzazioni sindacali, ai primi congressi e ai primi scioperi.
Queste organizzazioni erano denominate Fasci dei lavoratori. Il
Fascio di Catania, si costituì a maggio del 1891. Tra i
lavoratori che si riunivano per mutare la situazione lavorativa,
come è ovvio, vi erano moltissimi zolfatari. La cosa curiosa è che
tra i partecipanti alle varie riunioni vi erano anche parecchi
piccoli imprenditori, che soffrivano il rapporto con le maggiori
società che operavano sull’isola, detenendone un quasi monopolio.
Tra le prime rivendicazioni sindacali vi furono la definizione e
la diminuzione dell'orario di lavoro, un salario minimo ed un limite
di 14 anni per i “giovani” zolfatari. Vi furono manifestazioni,
scioperi e scontri con parecchi morti. Alla
fine il governo,
diretto da Francesco Crispi, nel 1894, decretò lo scioglimento
d'autorità di ogni organizzazione rappresentativa di questo genere.
I continui incidenti
Questa penosa situazione nascondeva un risvolto molto peggiore. Le
grandi compagnie che gestivano l’estrazione dello zolfo in Sicilia
non avevano alcun interesse a fare grossi investimenti sia sulla
lavorazione, sia, ahimè, sulla sicurezza. Oltre al metodo antiquato
di lavorazione, vi era una cattiva manutenzione delle strutture
minerarie e il loro mancato aggiornamento. Da qui, molti furono gli
inevitabili incidenti, che funestarono il settore. Per citarne
solo alcuni:
Un’esplosione, del 1867, nella
Miniera Trabonella,
provocò 42 morti. Nell’elenco
delle vittime (65
minatori)
dell’esplosione di grisou della
Miniera di Gessolungo,
avvenuta nel 1881, vi furono ben 19 bambini, di cui 9 senza nome.
Tuttora, il cimitero, in prossimità di Gessolungo, è detto "dei
carusi". Nella Miniera di Trabonella
(1911), lo scoppio
ed il successivo incendio durarono ben10 giorni, con 40
morti.
Nel
1916, nelle
Miniere Cozzo Disi e Serralonga, presso Casteltermini, si registrò
uno dei peggiori incidenti minerari della nostra storia. Vi fu un
crollo di alcune gallerie e la relativa emissione di gas. Alla fine
si contarono 89 zolfatari morti. Purtroppo, vi sono stati
incidenti anche molto più recentemente.
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