A 15 chilometri da Palermo, in una stretta piana a sud-est
di questa, sorge Bagheria, la più popolosa nella provincia (56.000
abitanti circa), dopo, naturalmente, il capoluogo. Oggi, data anche
la vicinanza, la cittadina fa parte della grande area metropolitana
di Palermo. Nella zona di Bagheria i fenici fondarono Solunto,
di cui rimangono resti notevolissimi. La città si collegava con le
altre fenicie Panormo, Mozia, Segesta ed Erice, da cui, negli
sviluppi, derivò
Drepanon, l'odierna Trapani. I fenicio-punici con esse
controllavano l’area occidentale della Sicilia, mentre il resto
dell’isola era disseminato da polis d’origine greca. L’origine
del nome Bagheria è alquanto controverso. Alcuni lo legano al
termine fenicio Bayharia ("zona che discende verso il mare").
Altri lo fanno risalire dall’arabo Bāb al-Gerib ("La Porta
del Vento"). C’è chi, infine, ritiene che il nome originario, in età
araba, fosse composto di più parole, di cui è rimasto Baarìa o
Bahriia che significa “marina”. Al suo nome, purtroppo, è legato
il nome di “cosa nostra”, che negli anni ‘90 ne aveva fatto la sua
più importante base. Ciononostante, a Bagheria è legato anche quello
di tante persone di cultura e delle sue meravigliose ville
nobiliari, sparse per tutto il suo territorio, dove trova posto
anche il Parco di Monte Catalfano. Queste ville, che risalgono al
XVII e XVIII secolo, sono state costruite adottando, per lo più, il
barocco siciliano, ed erano le residenze dell'aristocrazia
palermitana, che qui soggiornava durante il periodo estivo. Le
ville, purtroppo, non sono tutte in perfetto stato di conservazione,
e alcune risultano difficilmente raggiungibili. Tra le più
importanti vi sono: villa Palagonia, villa Cattolica, villa Butera,
villa Valguarnera, palazzo Cutò, Villa Trabia, Villa San Cataldo,
Villa Villarosa, Villa Sant'Isidoro, Villa Ramacca, Villa
Serradifalco, Villa Larderia, Villa Casaurro e Palazzo Inguaggiato.
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