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Bagheria: le ville e i palazzi della nobiltà.
Bullet7blu.gif (869 byte) Introduzione.
Bullet7blu.gif (869 byte) L’antica Solunto
Bullet7blu.gif (869 byte) La nascita di Bagheria
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Villa Palagonia
Bullet7blu.gif (869 byte) Villa Valguarnera
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Villa Aragona (detta villa Cutò)
Bullet7blu.gif (869 byte) Altre ville a Bagheria
Bullet7blu.gif (869 byte) La famiglia dei Branciforte
Bullet7blu.gif (869 byte) La famiglia dei Valguarnera

 

Bullet7blu.gif (869 byte) Palazzo Butera a Palermo
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Palazzo Valguarnera-Gangi a Palermo.
Bullet7blu.gif (869 byte) Giuseppe Tomasi di Lampedusa
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Il Gattopardo.
 
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Video su Bagheria
Bullet7blu.gif (869 byte) Video su Il Gattopardo

Bullet7blu.gif (869 byte)Bullet7blu.gif (869 byte) INDIETRO

   
         
       BAGHERIA

          Le ville dell'aristocrazia
     palermitana,
che qui soggiornava
     durante il periodo estivo, oggi a
     Bagheria sono perle di un'unica
     collana fatta di arte e storia e di
     tutto il fascino dell'antica nobiltà
     siciliana.

   
   
     Il Gattopardo    
     
     

 
 
 
La scena del Ballo ne Il Gattopardo di Luchino Visconti


 

 
 




 

   «Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra.» (Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “Il Gattopardo”)

Come dicevamo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa per prendere ispirazione per il suo capolavoro letterario non dovette cercare lontano. La storia della sua stessa famiglia aristocratica gli fornì i personaggi, il loro carattere e i luoghi dove si muovevano. Il suo bisnonno, il Principe Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa, divenne il protagonista dello scritto, essendo tra l’altro vissuto nel periodo garibaldino. I due protagonisti, ad esempio, quello reale e quello immaginario, possiedono un proprio osservatorio astronomico, dilettandosi entrambi d’astronomia. Lo stesso stemma di famiglia dei Tomasi, il gattopardo, diventa, nel libro, quello dei Salina e dà il titolo all’opera stessa.

Giuseppe Tomasi, essendo un lettore di libri assiduo, e una persona di cultura, non può non avere preso in considerazione la letteratura siciliana precedente. Tre sono gli autori e i testi che lo avranno ispirato: la novella Libertà di Giovanni Verga, I Viceré di Federico De Roberto e I vecchi e i giovani di Luigi Pirandello. Il tema comune a tutti è il fallimento risorgimentale in Sicilia e la delusione di un mancato profondo rinnovamento. Ma mentre De Roberto fa un analisi complessa, alla ricerca delle motivazioni, Giuseppe Tomasi le individua nel carattere machiavellico e camaleontico dei governanti siciliani che appoggiarono la causa garibaldina in extremis, tentando di salvare gli interessi precedenti, e in un sentimento di “sicilianità” che sopravvive indipendentemente dal nuovo che sopraggiunge. Tutto questo viene espresso nella famosa frase pronunciata dal principe:

« Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi. » (Tancredi Falconeri, nipote del Principe Fabrizio, ne "Il Gattopardo")

La domanda che sorge, quindi, è: Il Gattopardo è un romanzo storico? Lo stesso Giuseppe Tomasi sosteneva di aver voluto creare
un testo basato sulla memoria e non una ricostruzione storica. D’altra parte il suo libro è molto carente proprio sotto questo profilo, ad esempio mancano le vicende di Bronte e la repressione di Nino Bixio. Recentemente, ne Il romanzo antistorico di Vittorio Spinazzola si formula una nuova teoria. Il critico analizzando i testi di De Roberto, Pirandello e Giuseppe Tomasi, individuando la dolorosa convinzione che la storia non sia un percorso progressivo verso la felicità dell’uomo, sostiene, al contrario, l’estraneità a qualunque visione finalistica. Anzi, lo  sviluppo storico se da un lato risolve vecchie e negative situazioni, dall’altro ne produce di nuove, altrettanto negative e dolenti.
Le nuove teorie dello Spinazzola (il romanzo antistorico) si confrontano nell’annosa questione con le teorie più classiche, senza, comunque, trovare, ancora oggi, una soluzione concorde.

 

 
 

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