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Bagheria: le ville e i palazzi della nobiltà.
Bullet7blu.gif (869 byte) Introduzione.
Bullet7blu.gif (869 byte) L’antica Solunto
Bullet7blu.gif (869 byte) La nascita di Bagheria
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Villa Palagonia
Bullet7blu.gif (869 byte) Villa Valguarnera
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Villa Aragona (detta villa Cutò)
Bullet7blu.gif (869 byte) Altre ville a Bagheria
Bullet7blu.gif (869 byte) La famiglia dei Branciforte
Bullet7blu.gif (869 byte) La famiglia dei Valguarnera

 

Bullet7blu.gif (869 byte) Palazzo Butera a Palermo
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Palazzo Valguarnera-Gangi a Palermo.
Bullet7blu.gif (869 byte) Giuseppe Tomasi di Lampedusa
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Il Gattopardo.
 
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Video su Bagheria
Bullet7blu.gif (869 byte) Video su Il Gattopardo

Bullet7blu.gif (869 byte)Bullet7blu.gif (869 byte) INDIETRO

   
         
       BAGHERIA

          Le ville dell'aristocrazia
     palermitana,
che qui soggiornava
     durante il periodo estivo, oggi a
     Bagheria sono perle di un'unica
     collana fatta di arte e storia e di
     tutto il fascino dell'antica nobiltà
     siciliana.

   
   
     L’antica Solunto     
     
     

 
 
 
Veduta dell'antica Solunto nei pressi di  Bagheria


 

 
 




 

   Fondata dai cartaginesi nel IV secolo a. C. nei pressi dal precedente insediamento fenicio di Kfra ( 700 secolo a. C. ) domina dal Monte Catalfano il Capo Zafferano sulla costa nord della Sicilia nei pressi di Palermo, altra città di fondazione cartaginese. Il loro dominio durò appena un secolo prima della sconfitta subita da parte dei Romani nelle guerre Puniche. Sviluppatasi in quel secolo, grazie ai traffici commerciali, venne spopolandosi dal I secolo d. C. a favore di insediamenti sulla pianura. Venne saccheggiata dai Saraceni nel VII secolo.
Secondo Ecateo di Mileto il suo nome deriverebbe da quello del brigante Solus ucciso da Eracle. Secondo l'etimologia sarebbe di derivazione greca ( Solus, corrispondente al latino Soluntum) che significherebbe “roccia”.

Il primo accenno alla città è di Tucidite che la pone tra le colonie fondate dai cartaginesi ( Palermo e Mozia ) ai tempi della colonizzazione greca del resto della Sicilia.
Se è chiara la posizione di Solunto sul monte Catalfano, ancora dubbia è quella del primo agglomerato fenicio: Il ritrovamento di tombe ai piedi del monte risalenti al VI secolo a. C. fa supporre che la vecchia Kfra si trovasse in vicinanza del mare, come un emporio fenicio tradizionale, e la cui collocazione sia poco sopra verso il monte, zona non ancora interessata da scavi archeologici, esattamente a monte del teatro.

Sappiamo che, durante la guerra di Siracusa contro Cartagine del 396 a. C., la città venne conquistata con l'inganno da Dionigi il Vecchio, insieme a Cefalù ed Enna. Già negli anni passati il territorio delle città cartaginesi di Solunto, Halyciae e Palermo ( da Diodoro ) era stato saccheggiato. La città venne distrutta e successivamente al 368 a. C. ( data della seconda spedizione siracusana ) venne ricostruita sul Monte Catalfano.
Sappiamo, altresì, che nella città si insediò un piccolo gruppo di soldati greci abbandonati da Agatocle in Africa ( da Diodoro ) Questa piccola colonia influenzò molti aspetti della vita a Solunto, come l'organizzazione della magistratura o la devozione a Dei greci ( ad es. Zeus Olimpio e gli "hieròthytai" d'origine siracusana ). Questa asserzione, del resto, è dimostrata dal grande numero di iscrizioni in greco che si ritrovano nei resti rinvenuti negli scavi della città.
Cicerone nelle Verrine riporta che, dopo la conquista della Sicilia da parte dei Romani, Solunto divenne una delle "civitates decumanae".
Solunto fu abbandonata progressivamente dagli abitanti, successivamente al I secolo d. C, , come già detto, e il sito tornò alla luce in gran parte già negli scavi eseguiti nell'Ottocento. Nel 1952 e successivi ripresero le ricerche, disvelando concretamente la struttura urbanistica della città
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