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Bagheria: le ville e i palazzi della nobiltà.
Bullet7blu.gif (869 byte) Introduzione.
Bullet7blu.gif (869 byte) L’antica Solunto
Bullet7blu.gif (869 byte) La nascita di Bagheria
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Villa Palagonia
Bullet7blu.gif (869 byte) Villa Valguarnera
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Villa Aragona (detta villa Cutò)
Bullet7blu.gif (869 byte) Altre ville a Bagheria
Bullet7blu.gif (869 byte) La famiglia dei Branciforte
Bullet7blu.gif (869 byte) La famiglia dei Valguarnera

 

Bullet7blu.gif (869 byte) Palazzo Butera a Palermo
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Palazzo Valguarnera-Gangi a Palermo.
Bullet7blu.gif (869 byte) Giuseppe Tomasi di Lampedusa
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Il Gattopardo.
 
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Video su Bagheria
Bullet7blu.gif (869 byte) Video su Il Gattopardo

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       BAGHERIA

          Le ville dell'aristocrazia
     palermitana,
che qui soggiornava
     durante il periodo estivo, oggi a
     Bagheria sono perle di un'unica
     collana fatta di arte e storia e di
     tutto il fascino dell'antica nobiltà
     siciliana.

   
   
     La famiglia dei Branciforte      
     
     

 
 
 
Villa Palagonia, Sala degli Specchi.  Bagheria


 

 
 


 

  Le prerogative dell’aristocrazia nella storia sono, più o meno, conosciute. Ma come nasce una stirpe aristocratica? Per quanto riguarda la famiglia nobile siciliana dei Branciforte essa ha origine, addirittura, nella leggenda. Si narra che il capostipite, tale Obizzo, fosse un uomo dal grande coraggio e dalle grandi risorse. Discendente da un ceppo francese e piacentino, Obizzo si trovò a combattere per l’esercito di Carlo Magno contro i Longobardi. Durante uno scontro con essi si ritrovò da solo contro tre avversari. Egli aveva il compito di proteggere le insegne reali e la bandiera dei Franchi. L’epico scontro vuole che egli si trovò con entrambe le mani mozzate, ma che, nonostante tutto, continuò a tenere alto il vessillo reale. Il suo comportamento eroico gli fruttò il nome “Branciforte”, fu nominato Alfiere generale di Carlo Magno e da questo ottenne per ricompensa la città di Piacenza: “che indi fu ricambiata in terre, castelli ed altro nel piacentino” (Mugnos). Sempre Filadelfo Mugnos sostiene che il mitico Obizzo diede origine in Francia ai “duchi di Criqui” con il figlio Pier Guido Branciforte.
Di questi nuovi nobili piacentini, il primo a trasferirsi in Sicilia sembra sia stato  Guglielmo Branciforte, durante la dominazione di Federico II. Egli lasciò ai fratelli le ricchezze piacentine, per lasciare, poi, quelle siciliane ai nipoti Raffaello e Ottaviano. Per il Re svevo, Giovanni, figlio di Raffaele, s’impossessò militarmente di Piazza Armerina. Il monarca gli concesse in dono il governo della stessa cittadina ennese, nominandolo anche Barone
.

Le successive vicende del ramo siciliano della famiglia dei Branciforte toccano diversi luoghi dell’isola: Leonforte, innanzitutto, fondata da essi e che fruttò il titolo di “
principe di Leonforte”, per poi divenire “principe della Trabia”, con l’unione tra Branciforte e la famiglia Lanza. In seguito Fabrizio Branciforte divenne primo Principe di Butera. Tra i discendenti la famiglia si annoverano anche dei senatori dopo l’Unità d’Italia.
Il conte Giuseppe Branciforte, nel 1658, come già scritto, trasferendosi nella zona di Bagheria, diede origine al primo agglomerato di case da cui venne formandosi il nuovo paese.

 

 
 

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