5/15 | |||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||
Poco distante da Palermo, in quella che un tempo fu una “valletta
amena”, rigogliosa d’essenze mediterranee, sorge il centro abitato
di Bagheria. Questo triangolo di terra, proteso dolcemente verso il
mare, lambito dal fiume Eleuterio, un tempo navigabile, intorno alla
fine del Settecento, cominciò a popolarsi e ad assumere un assetto
urbanistico riconducibile a quello attuale. La nobiltà palermitana,
per sfuggire alla calura e all’afa, diede inizio alla costruzione di
fastose residenze estive, gareggiando, come nei palazzi di
città, in lusso e ricercatezza.
La pratica della villeggiatura, cominciata già nel periodo arabo e
normanno, trovò, nel secolo dei lumi, il suo massimo sviluppo, tanto
da concentrare in questa località un elevato numero di ville
suburbane, circondate da splendidi giardini. Pur attanagliata
dell’abusivismo edilizio, Bagheria riesce ancora a mostrare i suoi
tesori, ovvero le sue dimore aristocratiche. Queste “ville di
delizia”, a differenza di altre residenze non erano legate alla
produttività e pertanto svolgevano prevalentemente un ruolo di
rappresentanza. Villa Valguarnera, unica ad aver conservato parte
dell’originario giardino, è quella che maggiormente rappresenta
queste esigenze del mostrarsi, che si risolve in una spettacolare
scenografia barocca. |
|||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||
|