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Bagheria: le ville e i palazzi della nobiltà.
Bullet7blu.gif (869 byte) Introduzione.
Bullet7blu.gif (869 byte) L’antica Solunto
Bullet7blu.gif (869 byte) La nascita di Bagheria
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Villa Palagonia
Bullet7blu.gif (869 byte) Villa Valguarnera
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Villa Aragona (detta villa Cutò)
Bullet7blu.gif (869 byte) Altre ville a Bagheria
Bullet7blu.gif (869 byte) La famiglia dei Branciforte
Bullet7blu.gif (869 byte) La famiglia dei Valguarnera

 

Bullet7blu.gif (869 byte) Palazzo Butera a Palermo
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Palazzo Valguarnera-Gangi a Palermo.
Bullet7blu.gif (869 byte) Giuseppe Tomasi di Lampedusa
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Il Gattopardo.
 
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Video su Bagheria
Bullet7blu.gif (869 byte) Video su Il Gattopardo

Bullet7blu.gif (869 byte)Bullet7blu.gif (869 byte) INDIETRO

   
         
       BAGHERIA

          Le ville dell'aristocrazia
     palermitana,
che qui soggiornava
     durante il periodo estivo, oggi a
     Bagheria sono perle di un'unica
     collana fatta di arte e storia e di
     tutto il fascino dell'antica nobiltà
     siciliana.

   
   
     La nascita di Bagheria     
     
     

 
 
 
Bagheria vista in un quadro di Guttuso


 

 
 




 

  Durante il periodo arabo la zona di Bagheria era utilizzata per le coltivazioni di agrumi, olive, mandorle e fichi d'india, e nient’altro. Durante il periodo cinquecentesco vengono costruite le prime case, accanto anche a delle torri di avvistamento. Ma la vera nascita della cittadina si deve soprattutto alla famiglia dei Branciforte, Principi di Butera.  Questi, abitando a Palermo, costruirono a Bagheria la propria villa per l’estate. Nel 1658, il conte Giuseppe Branciforte, a causa di asti politici con l’amministrazione spagnola, abbandonò il capoluogo e si ritirò nella villa di Bagheria. Insieme ad esso, si trasferì la sua piccola “corte”, comprensiva anche della servitù. Si formò un piccolo agglomerato di case. Nel 1769, il nipote, Salvatore Branciforte, essendo in pratica il padrone dell’abitato, avviò opere “urbanistiche”. Fece costruire il corso principale, che andava dalla villa alla strada Palermo-Messina (venne denominato Corso Butera), alcune strade minori e, naturalmente, la Chiesa Madre. L’abitato continuava a crescere. Tra il Sei e il Settecento venne di moda tra l’aristocrazia palermitana possedere una villa estiva nelle vicinanze della città. Ben presto l’area della Piana dei Colli e quella di Bagheria si riempirono di sontuose abitazioni in stile barocco. L’area divenne così ricca e nobile, che importanti viaggiatori visitarono il paese durante il XVIII ed il XIX secolo.  Tra questi: Johann Wolfgang von Goethe e Karl Friedrich Schinkel.
Crescendo l’abitato, Bagheria divenne comune autonomo il 21 settembre del 1826. In quel periodo contava circa 5000 abitanti. Il vero boom della popolazione si ebbe alla fine del secolo, quando, modificata la proprietà terriera, si crearono grosse aree a coltura, che attirarono nel centro una folla di contadini, provenienti  da tutta la provincia e da Palermo stessa. Come già detto, Bagheria oggi è il paese più grosso per abitanti della provincia palermitana.
Già all’epoca della costituzione del comune era stata aggregata ad esso la borgata marinara dell'Aspra . All'inizio del XX secolo, il centralissimo Corso Butera fu prolungato sino alla contrada dell’Aspra. Con il nuovo secolo arrivò anche l’innovazione. Di questo periodo è la creazione del collegamento telefonico con Palermo, e, poco dopo (nel 1914), l’edificazione della prima scuola superiore pubblica.
Curiosa, ma significativa, è la fondazione di diversi giornali proprio a Bagheria. Tra essi: L’Alba Soluntina, diretto da Gioacchino Guttuso Fasulo (padre di Renato Guttuso), L’Eco, diretto da  Salvatore Scordato, La Nave e L’Era Nuova.

 

 
 

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