A
tutti sarà capitato di incontrare per strada ambulanti che
vendevano, non borse o cinture, ma cibo o bevande. Su banchetti
provvisori essi cucinano e offrono qualcosa da mangiare velocemente.
E’ lo street food, ben definito dalla stessa FAO, che dimostra
l’insospettabile rilevanza di un fenomeno per nulla appariscente. Da
una stima della FAO, ben
2,5 miliardi di persone, ogni giorno nel mondo, si rivolgono agli
ambulanti per nutrirsi. Lo
street food (il cibo da strada) fa parte del più ampio
informal food sector,
cioè, il cibo informale.
Mangiare in maniera più semplice, ci permette di alimentarci
rapidamente e spendendo poco, senza rivolgersi ai ristoranti o
simili. In
effetti, il cibo pronto del fast food o del finger food (o
gli snack e gli
spuntini) deriva in gran parte dal cibo da strada. Nonostante quello
che si pensa, non è un fenomeno in diminuzione, anzi, è in forte
espansione, proprio nei paesi più avanzati, perché, capita a tutti
di dover mangiare velocemente a pranzo. Sempre inserita nel
informal food sector
è la distribuzione
automatizzata di cibo e
bevande. Le macchine del caffè o degli snack sono praticamente
ovunque ed offrono un servizio perfetto ad ogni richiesta, 24 ore su
24. Queste si appoggiano, tra l’altro, alla produzione
industrializzata degli snack, dallo standard elevato.
Il
fenomeno attenzionato dalla FAO, tuttavia presenta risvolti d’ordine
culturale e
identitario. Se la
pizza o il kebab
sono piatti ormai ampiamente internazionalizzati, molte altre
specialità mantengono un forte legame con il territorio d’origine.
E’ il caso del pani ca meusa
di
Palermo, o il 'O pere e 'o musso di Napoli, come, anche, il
kalakukko della Regione dei laghi
in
Finlandia. Questo tipo di cibo mantiene, pur nel piccolo, valenze
culturali, etnoantropologiche e storiche. Questo, avendo una forte
connotazione territoriale, è identitario ed etnico, sotto tutti gli
aspetti. E’ la
dimensione culturale, legata a quella economica, ad attirare sul
fenomeno gli studiosi di alimentazione e di antropologia.
Poiché, il cibo da strada in molti casi, veniva (e viene) preparato
prima, a casa, e poi rivenduto in strada, c’è da sottolineare il
ruolo molto importante delle donne. In paesi in cui, vedi l’India e
il Bangladesh, la
vendita del cibo da strada è compito maschile (il 90 %), la
preparazione di esso si mantiene compito femminile. E’ stato
rilevato come questa lavorazione domestica sia più igienica e più
legata all’uso di tecniche tradizionali, di quella fatta in loco..
|