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La cucina di strada nella tradizione siciliana

Dalla strada al fast food
Per le vie di Palermo
Le tante "pizze" siciliane

Gli arancini
Fritti e friggitorie
Le focacce: la scàccia
Le focacce: la scacciata
Tra pizzerie e rosticcerie
La cucina povera tradizionale
Il pane con la meusa
La càlia e la simenza

Video sulla Cucina di strada
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     LA CUCINA DI STRADA
    

        Rosticcerie, friggitorie, pizzolerie,
    tutte attingono dalla cucina di strada
    della tradizione, molto viva a Palermo.
    Scopriamo questa cucina popolare
    alternativa in Sicilia.

   

    Le focacce: la scàccia

     
     

 

 

Una teglia di scàcce

JuliaK -
Foto da Wikimedia Commons

 






 Di focacce ripiene in Sicilia ve ne sono tante. Variano da zona a zona, non tanto nel nome, quanto secondo la ricetta locale ed il suo ripieno. Così abbiamo nel catanese la scacciata, nel palermitano l’impanata, nel ragusano la scàccia.

La scàccia
Anche questa è una pietanza polivalente siciliana. Essendo una focaccia ripiena, se ne può variare, a piacere, la farcitura. Tradizionalmente le ricette base sono con ricotta e cipolla, ricotta e salsiccia, pomodoro e cipolla, pomodoro e melanzana, Tutte le altre varianti sono, comunque, possibili.
La scàccia, d’origine ragusana, consiste in una pasta stesa, molto sottile, che viene tagliata in rettangoli, da ripiegare in tre o quattro volte. Il piatto veniva preparato almeno una volta a settimana, ripiena di verdure di stagione. Il suo uso, oggi non così frequente, è divenuta tradizionale per la cena della vigilia del Natale, nella zona degli Iblei. A Modica, infatti, tutti gli anni, la penultima domenica di luglio, si tiene, oggi, la sagra della scaccia.

Questo tipo di focaccia (nei classici 10cm per 25cm circa) si può trovare in molti panifici e rosticcerie della zona. In queste rivendite si può trovare, a volte, la scaccitedda, versione più piccola della scaccia (di 8 cm per 15 cm circa).

La pasta della scàccia, simile a molte altre, richiede, tuttavia, farina di grano duro. Insieme ad essa si unisce un cucchiaio di olio d'oliva, un po’ d’acqua e un pizzico di sale. Nell’impasto va aggiunto lievito di birra. L’impasto ottenuto va steso con un mattarello sullo spianatoio, in modo da renderlo molto sottile. Indi si stende il condimento preferito. Non dimenticare di aggiungere sul condimento uniforme un filo d’olio crudo. La pasta, poi, viene tagliata in rettangoli. Questi vengono ripiegati su se stessi. Il lato corto va chiuso con la pressione delle dita e bucherellata la superfice con una forchetta, per fare uscire il vapore che si formerà al suo interno. La superfice va spennellata con olio d’oliva. Le scacce, così preparate,, vengono messe in forno per una mezzoretta.

Per quanto riguarda il condimento, si rileva un arricchimento delle varianti, dovuto allo sviluppo sociale. Nato come piatto povero, e quindi con un ripieno semplice ed essenziale, oggi possiamo mangiare scàcce molto più ricche e complesse.
La scaccia vanta, anche, la variante dei votavota. E’ molto simile, ma presenta una pasta spessa almeno mezzo centimetro. Di forma rotonda viene ripiegata a mezzaluna (un grande raviolo).

 
 

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