L'arancìno
è una specialità siciliana, tra l’altro, molto amata dal commissario
Montalbano di Camilleri. Sostanzialmente si presenta come una palla
di riso fritta (di circa 8-10 cm di diametro),
dal colore arancio tipico degli agrumi siciliani (da qui il nome).
Al suo interno è farcito con ragù di piselli e mozarella. Nella
Sicilia orientale, a volte, assume una forma tendente al conico.
L’origine storica è pressoché sconosciuta, essendo l’arancino cibo
popolare, e, quindi, non citato nelle fonti documentarie. Si è
ipotizzato che la pietanza, essendo associata allo zafferano, sia di
origine araba, introdotta, dunque durante la loro dominazione della
Sicilia. La panatura e la seguente frittura, risalirebbe al periodo
svevo. Il cibo, fritto, si prestava bene per l’asporto. Si poteva,
quindi, trasportare nei i viaggi, in campagna o nelle battute
di caccia (ad esempio, di Federico II). Naturalmente, non poteva
avere un sugo di pomodoro al suo interno (essendo questo d’origine
americana).
Probabilmente era fatto con riso, zafferano, carne e condito
con erbe.
Dal Dizionario
siciliano-italiano di
Giuseppe Biundi,
del 1857, si può desumere un suo uso come dolce, utilizzato
durante le
festività per Santa Lucia.
Ancora oggi il 13 dicembre, a Palermo, gli arancini si consumano in
diverse versioni. Alcuni studiosi legano la pietanza di riso alla
cuccìa. Quest’ultima è un dolce creato a Siracusa, nel1646 ,quando,
durante una grave carestia,
approdò una nave proprio carica di frumento. Fu inventata la cuccìa,
fatta con chicchi di grano, miele e ricotta. Gli arancini
erano una versione trasportabile della cuccìa?
Tuttavia, sempre a
metà dell’Ottocento, si diffuse nella cucina siciliana l’uso del
pomodoro, da cui la versione salata dell’arancino. Gli arancini
più diffusi in Sicilia sono fatti con ragù di carne (con piselli e
mozzarella), oppure al burro (con, prosciutto, mozzarella e, a
volte, anche con besciamella) infine quello con ripieno di spinaci
(sempre con mozzarella). Nella provincia di Catania esiste anche la
versione “alla norma" (con melanzane) e quello al pistacchio,
naturalmente, di Bronte. Oggi esso è conosciuto in tutto il
mondo, grazie a rosticcerie fondate da cuochi ed emigranti italiani.
Come la pizza, gli arancini, essendo polivalenti, si prestano alle
innovazioni. Così, ne possono esistere con ripieni di salciccia,
formaggi vari o pesce di tutti i tipi. Esistono, come detto,
versioni dolci, con cioccolato o crema al gianduia, come pure
all’amarena. Il risultato è sempre delizioso.
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