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La cucina di strada nella tradizione siciliana

Dalla strada al fast food
Per le vie di Palermo
Le tante "pizze" siciliane

Gli arancini
Fritti e friggitorie
Le focacce: la scàccia
Le focacce: la scacciata
Tra pizzerie e rosticcerie
La cucina povera tradizionale
Il pane con la meusa
La càlia e la simenza

Video sulla Cucina di strada
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     LA CUCINA DI STRADA
    

        Rosticcerie, friggitorie, pizzolerie,
    tutte attingono dalla cucina di strada
    della tradizione, molto viva a Palermo.
    Scopriamo questa cucina popolare
    alternativa in Sicilia.

   

    Gli Arancini

     
     

 

 

Arancino della zona di Messina

Alessandrocelona -
Foto da Wikimedia Commons

 






 L'arancìno è una specialità siciliana, tra l’altro, molto amata dal commissario Montalbano di Camilleri. Sostanzialmente si presenta come una palla di riso fritta (di circa 8-10 cm di diametro), dal colore arancio tipico degli agrumi siciliani (da qui il nome). Al suo interno è farcito con ragù di piselli e mozarella. Nella Sicilia orientale, a volte, assume una forma tendente al conico.
L’origine storica è pressoché sconosciuta, essendo l’arancino cibo popolare, e, quindi, non citato nelle fonti documentarie. Si è ipotizzato che la pietanza, essendo associata allo zafferano, sia di origine araba, introdotta, dunque durante la loro dominazione della Sicilia. La panatura e la seguente frittura, risalirebbe al periodo svevo. Il cibo, fritto, si prestava bene per l’asporto. Si poteva, quindi, trasportare nei i viaggi, in campagna o nelle
battute di caccia (ad esempio, di Federico II). Naturalmente, non poteva avere un sugo di pomodoro al suo interno (essendo questo d’origine americana). Probabilmente era fatto con riso, zafferano, carne e condito con erbe.  

Dal Dizionario siciliano-italiano di Giuseppe Biundi, del 1857, si può desumere un suo uso come dolce, utilizzato durante le festività per Santa Lucia. Ancora oggi il 13 dicembre, a Palermo, gli arancini si consumano in diverse versioni. Alcuni studiosi legano la pietanza di riso alla cuccìa. Quest’ultima è un dolce creato a Siracusa, nel1646 ,quando, durante una grave carestia, approdò una nave proprio carica di frumento. Fu inventata la cuccìa, fatta con chicchi di grano, miele e ricotta. Gli arancini erano una versione trasportabile della cuccìa?
Tuttavia, sempre a metà dell’Ottocento, si diffuse nella cucina siciliana l’uso del pomodoro, da cui la versione salata dell’arancino.
Gli arancini più diffusi in Sicilia sono fatti con ragù di carne (con piselli e mozzarella), oppure al burro (con, prosciutto, mozzarella e, a volte, anche con besciamella) infine quello con ripieno di spinaci (sempre con mozzarella). Nella provincia di Catania esiste anche la versione “alla norma" (con melanzane) e quello al pistacchio, naturalmente, di Bronte.
Oggi esso è conosciuto in tutto il mondo, grazie a rosticcerie fondate da cuochi ed emigranti italiani.
Come la pizza, gli arancini, essendo polivalenti, si prestano alle innovazioni. Così, ne possono esistere con ripieni di salciccia, formaggi vari o pesce di tutti i tipi. Esistono, come detto, versioni dolci, con cioccolato o crema al gianduia, come pure all’amarena. Il risultato è sempre delizioso.

 
 

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