Nel
centro circa della Cava d’Ispica, esiste una realizzazione naturale
ed umana di enormi proporzioni: il cosiddetto Castello sicano. Posto
a ridosso di una parete a strapiombo, la costruzione presenta due
colorazioni, in alto della roccia grigia, e in basso
giallo-rossiccia. La fortezza è composta da quattro piani,
collegati tra loro da scale interne, nella roccia, e scale esterne,
successivamente crollate. Al suo interno le stanze sono di forma
rettangolare o quadrangolari, con piccole nicchie alle pareti. Da
segni nella muratura se ne desume la presenza di porte e di
finestre, che illuminano gli ambienti. Tutti i vani si raccordano
con un lungo corridoio, posizionato sulla parete esterna. La
costruzione è monumentale e fu realizzata con strumenti semplici e
rudimentali.
Il Fortilitium
Tuttavia, Cava d’Ispica ebbe anche il suo vero castello. Con vari
lati a strapiombo, la costruzione militare si collegava con la
realtà esterna tramite un ponte levatoio (vi era un fossato). Aveva
al suo ingresso una grossa porta in legno, fiancheggiata da altre
due, ma di grandezza minore. Parte delle mura
e delle grotte crollarono a
causa del terremoto del 1693 e per successiva incuria. Il
castello possedeva una propria cappella, dedicata alla SS.
Annunziata. Negli scavi è stata ritrovata anche la la parte del
palazzo marchionale. Al suo interno il "Fortilitium" aveva la
propria sala degli armigeri ed altre stanza. Queste erano attrezzate
con assi di legno dove venivano appesi armi ed indumenti. Era
dotato anche di ambienti riservati agli animali. L’ampia scuderia a
forma di quadrato (10x10 m) ospitava i cavalli, ma vi erano anche
depositi per il fieno ed il foraggio, una mangiatoia e dei
magazzini: quasi tutto realizzato nella roccia.
Il
palazzo marchionale
Accanto alla fortezza, sul lato sud, è stato riportato alla luce un
antico palazzo, oggi detto Marchionale. E’ di datazione incerta.
Frammenti di ceramica bizantina, farebbero riferire la costruzione a
quel dato periodo storico, ma nell’organizzazione planimetrica più
complessa farebbero pensare ad un palazzo d’epoca più tarda.
Attualmente è ritenuto il palazzo della famiglia Caruso del
XV secolo, poi abitato dagli
Statella. Anche questo palazzo fu abbandonato dopo il terremoto
della Val di Noto del 1693. La costruzione ha una forma
planimetrica ad elle, con un cortile lastricato con ciottoli. Poco è
rimasto di esso: un corridoio con piastrelle e una stanza
pavimentata con pietra colorata in rosso pompeiano. La parte destra
di esso, invece, presenta gli ambienti di servizio all’abitazione,
con granai incassati nella pavimentazione. Tuttavia, il
ritrovamento, nell'angolo Nord-Est, della base di una colonna, fa
ritenere che l’impianto del palazzo Marchionale fosse più articolato
e imponente.
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