Sempre
a settentrione della Cava d’Ispica, sono state individuate gran
parte delle abitazioni ,risalenti al II millennio a. C. Le tracce
comprendono grotte, necropoli, ma anche oratori ipogeici.
La tomba di Baravitadda
Nella zona sono presenti tutte tombe a forno, con soffitto a volta o
piatto. Tra di esse si distingue per la decorazione del prospetto
una tomba, in particolare, nella contrada Baravitadda. All’ingresso
(con forma trapezoidale), infatti, essa presenta nove finti pilastri
scavati nella roccia, che la distinguono esternamente dalle altre.
Anche all’interno, essa presenta caratteristiche inusuali. E’
composta di due ambienti ellittici: un’anticella e la tomba, vera e
propria. In quest’ultima si distinguono la volta a forno e il "thalamos"
e una grande nicchia scavata nella parte sinistra dell’ambiente.
Evidentemente, la tomba doveva trattarsi della sepoltura di un
personaggio molto importante della sua collettività. Nelle
vicinanze, infatti, sono state rinvenute tracce archeologiche di un
villaggio e vari utensili d’osso.
Le catacombe di Larderia
Sempre nella zona nord della Cava, facente parte di un vasto
complesso sepolcrale, sono state riportate alla luce le catacombe
dette “Larderia”. Esse, dopo quelle di S. Giovanni a Siracusa, sono
le più grandi scoperte in Sicilia: ben 500 metri quadri, e oltre, di
estensione. Detta catacomba, presenta un ampio vestibolo
d’ingresso, da cui si dipartono tre cunicoli. Quello centrale, di
dimensioni maggiori degli altri due, è lungo circa 40 metri,
completamente scavato nella roccia. La sua realizzazione fu portata
avanti in tre periodi storici differenti. Nella sua prima parte,
dodici metri di lunghezza per due di larghezza, presenta diverse
serie di nicchie orizzontali. La seconda parte del corridoio
centrale consiste in una grande stanza, organizzato in gruppi
sepolcrali, formati da piccoli corridoi, che si intersecano tra
loro, per poi sfociare sempre nel corridoio centrale. I sepolcri
dentrali, posti sopra piattaforme, si collegano alla volta della
grotta con colonne sbozzate, ad uso statico della copertura. Il
terzo tratto del corridoio centrale è il più significativo (fu
l’ultimo eseguito). Esso dimostra, infatti, una maggiore cultura
estetica. In questo si trovano grandi e pesanti sarcofagi rialzati,
inseriti in nicchie adiacenti, che si snelliscono attraverso l’uso
di colonnine e piccole aperture ad arco tondo od ogivale. Gli
altri due corridoi, che si dipartono dal grande vestibolo, uno a
destra e l’altro a sinistra, si distinguono tra di loro per la loro
fattura. Quello di sinistra ha pianta irregolare e i loculi sono
disposti su piani orizzontali completamente diversi. La creazione
disordinata rivela un suo uso più tardo. Il corridoio di destra,
invece, si confà al primo tratto di quello centrale. Possiede cinque
file parallele di loculi sul lato sinistro e una serie di celle su
quello destro, oltre a due preziosi "arcosoli polisomi", posti in
fondo.
Le catacombe di San Marco
A sud, nella parte terminale della Cava è situato un altro cimitero
ipogeico. In esso è collocata la catacomba di San Marco. Organizzata
con un ampio vestibolo, da questo si dipartono due corridoi. Quello,
tuttavia, di sinistra è del tutto secondario, mentre l’altro, il
principale, misura ben 40 metri, tutti scavati nella roccia. Ai lati
di questo si aprono più tombe in successione. Nella sua parte
terminale, il corridoio si allarga presentando, al centro, due tombe
a “baldacchino”. La piccola sala è illuminata da tre lucernari. E’
stato calcolato che l’intera catacomba contenga circa 250 sepolture.
Poco lontano dalla catacomba di San Marco, si trova un’altra
piccola catacomba, probabilmente collegata ad una comunità rurale,
che risalirebbe al IV e V secolo d.C.
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