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Cava d'Ispica, la Storia in un canyon 

Cava d'Ispica, gioiello incontaminato
L'incredibile isolamento storico
Necropoli e catacombe nella Cava
Cristiani e bizantini
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Altre vestigia cristiane
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ISPICA
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Le Chiese barocche della ricostruzione
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CAVA ISPICA    

        Cava d’Ispica è una vallata fluviale
    ricca di testimonianze storiche di
    millenni, oltre che una zona
    incontaminata, ricoperta da florida
    macchia mediterranea. Ma per le
    aree naturali che contiene, tutto il
    comune di Ispica è
una grande oasi
    intatta. Tutta da esplorare.

   

    Le Chiese barocche della
    ricostruzione

     
     

 

 

La chiesa dell'Annunziata ad Ispica

Gmelfi -  
Foto da Wikimedia Commons

 






 Chiesa della Madonna del monte Carmelo
Edificato nel 1534, il complesso della Chiesa e dell’ex Convento del Carmine, fu oggetto di sviluppi architettonici per tutto il Seicento, ad esempio, con la costruzione di 18 celle per i frati che vi soggiornavano e altri ambienti.
Caduta in rovina, dopo il terremoto, la chiesa  fu riedificata nel corso del XVIII secolo. Tuttavia, il suo aspetto fu ridefinito alla fine dell’Ottocento, così per come la vediamo, con l’erezione della cella campanaria
In essa si conserva il preziosissimo simulacro della Beata Vergine Maria del monte Carmelo, che è patrona di Ispica.

Forse per questo, la chiesa del Carmine è sempre stata oggetto di abbellimenti, in particolare, con i resti sacri e decorativi salvati dopo il terremoto del 1693. Così troviamo inseriti nel prospetto bassorilievi di stile rinascimentale preterremoto e un putto, sull’arco d’ingresso, che riporta la data del 1632. Risale, invece, ad una ristrutturazione della facciata, avvenuta nel 1730, lo stemma dell’ordine dei carmelitani ed il basamento della nicchia, che contiene la statua della Madonna del Carmelo, a cui è consacrato il tempio.

Basilica di Santa Maria Maggiore
La basilica, che è stata dichiarata
monumento nazionale nel 1908, fu costruita, nel Settecento, su progetto drll'architetto di Noto Vincenzo Sinatra, che vi aggiunse anche un porticato con 23 archi, che dà sulla piazza. L’impianto della chiesa è a tre navate. Al suo interno è decorata con affreschi di Olivio Sozzi, del 1765, e  stucchi plasmati da Giuseppe e Giovanni Gianforma.
La basilica conserva anche una preziosa statua di Cristo flagellato alla colonna, oggetto di grande devozione fa parte dei fedeli, salvatosi dal terremoto, e qui traslato.

Chiesa madre di San Bartolomeo
La Chiesa Madre di Ispica è dedicata a San Bartolomeo: Fu iniziata a partire dal 1750 e completata molto più di un secolo dopo. E’ sopraelevata rispetto alla piazza su cui si affaccia, tramite due scalinate. Ciò è tipico del Barocco siciliano, ma la chiesa ha anche elementi architettonici riferibili allo stile neoclassico.
L’interno è a tre navate, suddivise da colonne con capitelli tuscanici. Contiene un grande quadro di
San Bartolomeo durante il martirio.

Basilica della Santissima Annunziata
A pochi anni di distanza dal terremoto, nel 1704, fu eretta questa basilica sulle rovine della precedente.
Propriamente al periodo di costruzione, essa ha al suo interno una decorazione con stucchi in stile rococò, realizzati dal
palermitano Giuseppe Gianforma.
A differenza della basilica di San Bartolomeo, essa ospita numerosi reperti salvatisi dal terremoto, come una tavola lignea dell'"Annunciazione", risalente al 1550, e una "Adorazione dei Magi". Da citare il Cristo con la Croce, opera settecentesca dello scultore Guarino da Noto. La composizione è oggetto di grande culto, soprattutto, durante la Settimana Santa.

 
 

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