Si suppone che la prima
popolazione primitiva vi s’insediò, sfruttando le sue
caratteristiche naturali, in età protostorica. La difendibilità era
la sua qualità migliore. Nelle grotte ci si difendeva dagli animali:
la folta vegetazione e le pareti scoscese delle gole proteggevano da
nemici, mentre il fiume, che forniva acqua bevibile, era
attraversabile solo in alcuni punti. Verso sud (dove ora si trova la
città di Ispica), inoltre, era collocato un gigantesco blocco di
roccia naturale, che fungeva da sbarramento esterno (la zona è detta
"Barriera"). Nel corso del tempo vi furono aggiunte delle
fortificazioni. Numerosi sono i manufatti ivi ritrovati, come
accette di selce, coltelli di ossidiana, vasi di terracotta ed
altro. Essi sono ammirabili nei musei circostanti, quali il Museo
civico di Modica, il
Museo Archeologico "Paolo Orsi" di Siracusa e nel Museo archeologico
di Ragusa.
L’arco di tempo legato a questi primi insediamenti
è di un paio di millenni. Ma mentre alcuni li pongono storicamente
molto lontani, altri (Biagio Pace) li ritengono, invece,
molto più prossimi ad altre civiltà. Sarebbero stati i Sicani,
che qui vi si rifugiarono, a mantenere l’isolamento, mentre, sulle
coste, si sviluppavano le culture classiche. Alla popolazione dei
Sicani, successivamente, si aggiunse quella dei Siculi, che
conquistarono Cava d’Ispica, sovrapponendovi delle proprie
collettività. Di essi rimangono specifiche zone archeologiche, come
le tombe a forno di "Scalaricotta", le grotte prossime al Castello
Sicano, la Capraria e le grotte a più piani attigue al "Lavinaro".
L’arrivo dei Greci, sbarcati sulle coste, mutò il quadro di
riferimento dell’intera Sicilia. Furono fondate nuove città e
conquistate altre. La cultura dell’isola ne fu influenzata.
Ciononostante, per alcune zone interne non andò così. E’ il caso
proprio di Cava d’Ispica, che conservò la cultura sicula, pur
mantenendo rapporti commerciali con i vicini greci. La cosa,
incredibilmente, avvenne anche durante la dominazione romana.
Tuttavia, la persecuzione dei cristiani fece spostare alcune
comunità di queste verso l’interno, come a cava d’Ispica. I
cristiani realizzarono nuove grotte come luoghi di culto o ne
adattarono altre già preesistenti. E’ il caso della grotta di Sant'
Ilarione, la grotta "dei Santi", la chiesa rupestre di Santa Maria,
la chiesa rupestre di S. Nicola, oppure delle numerose catacombe
come nella "Grotta della Larderia", "U Campusantu" e la "Spezieria".
Seguirono altre costruzioni successive il VI secolo d.C. Nella
Cava si individuano anche contaminazioni d’epoca bizantina. Il
perfetto isolamento si protrasse nei secoli, fino al terremoto del
1693, quando granparte degli abitanti si trasferì, dalla vecchia
Spaccaforno, in massa verso sud, dando origine ad un nuovo abitato,
che, nel 1936, fu denominato Ispica.
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