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Cava d'Ispica, la Storia in un canyon 

Cava d'Ispica, gioiello incontaminato
L'incredibile isolamento storico
Necropoli e catacombe nella Cava
Cristiani e bizantini
Le chiese rupestri
Altre vestigia cristiane
Il castello ed il palazzo
ISPICA
Ispica, Bandiera Blu
Da Spaccaforno ad Ispica
Le Chiese barocche della ricostruzione
Palazzo Bruno di Belmonte
Le aree naturali costiere
Ispica verista

Video su Ispica
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CAVA ISPICA    

        Cava d’Ispica è una vallata fluviale
    ricca di testimonianze storiche di
    millenni, oltre che una zona
    incontaminata, ricoperta da florida
    macchia mediterranea. Ma per le
    aree naturali che contiene, tutto il
    comune di Ispica è
una grande oasi
    intatta. Tutta da esplorare.

   

    L’incredibile isolamento
    storico

     
     

 

 

Cava Ispica dal Parco Forza di Ispica

Leandro Distefano -  
Foto da Wikimedia Commons

 






 Si suppone che la prima popolazione primitiva vi s’insediò, sfruttando le sue caratteristiche naturali, in età protostorica. La difendibilità era la sua qualità migliore. Nelle grotte ci si difendeva dagli animali: la folta vegetazione e le pareti scoscese delle gole proteggevano da nemici, mentre il fiume, che forniva acqua bevibile, era attraversabile solo in alcuni punti. Verso sud (dove ora si trova la città di Ispica), inoltre, era collocato un gigantesco blocco di roccia naturale, che fungeva da sbarramento esterno (la zona è detta "Barriera"). Nel corso del tempo vi furono aggiunte delle fortificazioni.
Numerosi sono i manufatti ivi ritrovati, come accette di selce, coltelli di ossidiana, vasi di terracotta ed altro. Essi sono ammirabili nei musei circostanti, quali il Museo civico di Modica,  il Museo Archeologico "Paolo Orsi" di Siracusa e nel Museo archeologico di Ragusa.

L’arco di tempo legato a questi primi insediamenti è di un paio di millenni. Ma mentre alcuni li pongono storicamente molto lontani, altri (Biagio Pace) li ritengono, invece,  molto più prossimi ad altre civiltà. Sarebbero stati i Sicani, che qui vi si rifugiarono, a mantenere l’isolamento, mentre, sulle coste, si sviluppavano le culture classiche. Alla popolazione dei Sicani, successivamente, si aggiunse quella dei Siculi, che conquistarono Cava d’Ispica, sovrapponendovi delle proprie collettività. Di essi rimangono specifiche zone archeologiche, come le tombe a forno di "Scalaricotta", le grotte prossime al Castello Sicano, la Capraria e le grotte a più piani attigue al "Lavinaro".

L’arrivo dei Greci, sbarcati sulle coste, mutò il quadro di riferimento dell’intera Sicilia. Furono fondate nuove città e conquistate altre. La cultura dell’isola ne fu influenzata. Ciononostante, per alcune zone interne non andò così. E’ il caso proprio di Cava d’Ispica, che conservò la cultura sicula, pur mantenendo rapporti commerciali con i vicini greci. La cosa, incredibilmente, avvenne anche durante la dominazione romana. Tuttavia, la persecuzione dei cristiani fece spostare alcune comunità di queste verso l’interno, come a cava d’Ispica. I cristiani realizzarono nuove grotte come luoghi di culto o ne adattarono altre già preesistenti. E’ il caso della grotta di Sant' Ilarione, la grotta "dei Santi", la chiesa rupestre di Santa Maria, la chiesa rupestre di S. Nicola, oppure delle numerose catacombe come nella "Grotta della Larderia", "U Campusantu" e la "Spezieria". Seguirono altre costruzioni successive il VI secolo d.C.
Nella Cava si individuano anche contaminazioni d’epoca bizantina. Il perfetto isolamento si protrasse nei secoli, fino al terremoto del 1693, quando granparte degli abitanti si trasferì, dalla vecchia Spaccaforno, in massa verso sud, dando origine ad un nuovo abitato, che, nel 1936, fu denominato Ispica.

 
 

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