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Cava d'Ispica, la Storia in un canyon 

Cava d'Ispica, gioiello incontaminato
L'incredibile isolamento storico
Necropoli e catacombe nella Cava
Cristiani e bizantini
Le chiese rupestri
Altre vestigia cristiane
Il castello ed il palazzo
ISPICA
Ispica, Bandiera Blu
Da Spaccaforno ad Ispica
Le Chiese barocche della ricostruzione
Palazzo Bruno di Belmonte
Le aree naturali costiere
Ispica verista

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CAVA ISPICA    

        Cava d’Ispica è una vallata fluviale
    ricca di testimonianze storiche di
    millenni, oltre che una zona
    incontaminata, ricoperta da florida
    macchia mediterranea. Ma per le
    aree naturali che contiene, tutto il
    comune di Ispica è
una grande oasi
    intatta. Tutta da esplorare.

   

    Le chiese rupestri

     
     

 

 

Cava d'Ispica


 





 Nella parte settentrionale della Cava, sono state individuate grotte preesistenti, alcune delle quali furono trasformate, durante il periodo del primo cristianesimo, in spazi rituali.
E’ il caso della cosiddetta Grotta della Signora. Inizialmente, doveva trattarsi di una tomba a tholos, deducibile dalla strana volta a cupoletta.
La grotta, di cui si era persa memoria, fu riportata alla luce nel Novecento. Era stata quasi occlusa da materiale alluvionale e di riporto. Dagli scavi furono rinvenuti parecchi pezzi di coccio. Si è ipotizzato, quindi, il suo uso rituale (ma le pareti non presentano disegni) o abitativo. Le ricerche, tuttavia, non sono mai state completate. Non si ha, perciò, notizia di eventuali loculi.

Posta al di sotto della Grotta della Signora, su di un piccolo poggio, è collocata la grotta di San Nicola. La grotta + di metri 4 per 4,50 circa. L’attribuzione si deve a delle raffigurazioni parietali, tra le quali quella del santo, fornita di iscrizione. Esiste anche l’immagine della Madonna con Bambino, tanto che la grotta è denominata da alcuni come Santuario della Madonna. I dipinti (in buone condizioni) dovrebbero risalire all’età bizantina. Sul pavimento è collocata una piccola fossa, forse a scopo battesimale.

Tracce di pitture parietali sono state rinvenute, similmente, nella “Grotta dei Santi”, chiamata così proprio per la raffigurazione, d’epoca bizantina, di 36 santi. Gli affreschi, però, sono in cattive condizioni. Sui muri sono presenti anche iscrizioni in greco.
La grotta fu localizzata nelle ricerche archeologiche di Paolo Orsi, che diede il nome alla basilissa (una figura femminile), che rappresenterebbe (a suo dire) o Santa Lucia o Sant'Elena.

Nei pressi della chiesa di San Nicola, verso Contrada Cannizzara, si trovano i resti dell’unica costruzione (oggi diroccata) della Cava d’Ispica. E’ la cosiddetta chiesetta bizantina di San Pancrati. Di questa rimangono blocchi di calcare tenero a segnare le dimensioni e l’organizzazione del piccolo tempio sacro. Da questi, si suppone fosse a tre absidi e con una pavimentazione in uguale calcare tenero.

 
 

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