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Cava d'Ispica, la Storia in un canyon 

Cava d'Ispica, gioiello incontaminato
L'incredibile isolamento storico
Necropoli e catacombe nella Cava
Cristiani e bizantini
Le chiese rupestri
Altre vestigia cristiane
Il castello ed il palazzo
ISPICA
Ispica, Bandiera Blu
Da Spaccaforno ad Ispica
Le Chiese barocche della ricostruzione
Palazzo Bruno di Belmonte
Le aree naturali costiere
Ispica verista

Video su Ispica
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CAVA ISPICA    

        Cava d’Ispica è una vallata fluviale
    ricca di testimonianze storiche di
    millenni, oltre che una zona
    incontaminata, ricoperta da florida
    macchia mediterranea. Ma per le
    aree naturali che contiene, tutto il
    comune di Ispica è
una grande oasi
    intatta. Tutta da esplorare.

   

    Le aree naturali costiere

     
     

 

 

Il litorale dall'esteso arenile di Santa Maria del Focallo ad Ispica

Cypher84 -  
Foto da Wikimedia Commons

 





 Le spiagge
Il territorio di Ispica comprende 13 km di spiagge (tra Pozzallo e Pachino). La maggior parte di esse presentano sabbia fine e dune, ma in alcuni punti sono anche rocciose. La loro pulizia ha fruttato la segnalazione della Vela Blu nella guida di Legambiente del 2010 ed il premio internazionale Bandiera Blu del 2011 (The Blue Flag), conferito dalla FEE (alla località balneare della frazione di Santa Maria del Focallo). La località Punta Ciriga presenta, invece, un litorale roccioso, con baie sabbiose e suggestivi faraglioni.

In effetti, a Santa Maria del Focallo (insieme alla località Marina Marza), piccola frazione di 200 abitanti circa, l’arenile pulito e l’acqua incontaminata e cristallina rappresentano di per sé un luogo turistico naturale.
A poca distanza dalla costa si trovano il villaggio Turistico Marispica ed il villaggio Borgo Rio Favara.
Zona già popolata in periodo greco, lo testimoniano reperti dell’epoca ritrovati, è stato luogo storico diverse volte. Durante la prima guerra punica, la flotta romana, inviata in soccorso al generale Attilio Regolo, incappò in una terribile tempesta naufragando, così come, nella seconda guerra mondiale, il 10 luglio del 1943, le truppe delle forze alleate sbarcarono sull’arenile siciliano (Operazione Husky), per poi risalire la penisola e liberare l’Italia.
Porto Ulisse, nella zona ispicese, fu uno scalo commerciale molto visitato in epoca romana, che dialogava nelle rotte per la Grecia,  l’Egitto e il porto di Roma

I Pantani Bruno e Longarini
Lungo la costa di Ispica, separati dal mare da dune sabbiose ci sono i cosiddetti pantani Bruno e Longarini. I pantani non sono altro che  laghi di acqua salmastra. In tale aree attecchisce la cosiddetta macchia mediterranea.
I pantani in generale e in particolare qui ad Ispica, assolvono l’importante funzione di sosta per gli uccelli migratori. Si fermano e soggiornano ogni tipo di uccelli. Normalmente si possono vedere gallinelle d'acqua e germani reali, ma, in alcune stagioni determinate, sostano nei pantani i forapaglie, il fiscione turco, i migliarini di palude e i cannareccioni. Capita raramente che stormi di migratori , come aironi, cicogne e fenicotteri, giungano nei laghi di Bruno e Longarini.

L'isola dei Porri
Posta di fronte proprio alla frazione di Santa Maria del Focallo, l'isola dei Porri è formata, in realtà, da tre scogli. Ha un’ampiezza di 150 m di lunghezza per 125 m di larghezza. Date le modesti dimensioni, è quasi spoglia di vegetazione, presentando, per lo più, piante di porro, da cui il nome. Secondo ricostruzioni e testimonianze si ritiene che gli scogli facessero parte della costa e fossero più ampi. A causa delle maree più elevate, delle correnti e dei movimenti tellurici, l'isola dei Porri si è nel tempo distaccata e rimpicciolita, assumendo l’aspetto odierno.
In realtà, la qualità principale di essa non si trova all’esterno ed è visibile, ma si trova sott’acqua, con i suoi fondali incontaminati. Essa è, infatti, oggetto di escursioni subacque, richiamando gli sportivi da ogni parte del mondo.

L'isola dei Porri potrebbe avere, pur nella limitatezza delle dimensioni, un passato storico. Si narra, infatti, che l’emiro arabo aglabita Ziyadat Allah III, uno degli ultimi della Tunisia, temendo complotti contro di lui,  nel 903, fece uccidere il padre, lo zio e una trentina di cortigiani. Secondo i testi, i cadaveri vennero portati in una, non bene specificata, "isola dei Porri". Tenendo conto che esiste un’altra isola così denominata, posta di fronte alle coste della Tunisia, la località potrebbe essere quella ispicese. Nel 1989, infatti, si sono rinvenuti degli scheletri, poi datati proprio a quel periodo storico.

 
 

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