8/14

Cava d'Ispica, la Storia in un canyon 

Cava d'Ispica, gioiello incontaminato
L'incredibile isolamento storico
Necropoli e catacombe nella Cava
Cristiani e bizantini
Le chiese rupestri
Altre vestigia cristiane
Il castello ed il palazzo
ISPICA
Ispica, Bandiera Blu
Da Spaccaforno ad Ispica
Le Chiese barocche della ricostruzione
Palazzo Bruno di Belmonte
Le aree naturali costiere
Ispica verista

Video su Ispica
INDIETRO
 
     
     
         
     
CAVA ISPICA    

        Cava d’Ispica è una vallata fluviale
    ricca di testimonianze storiche di
    millenni, oltre che una zona
    incontaminata, ricoperta da florida
    macchia mediterranea. Ma per le
    aree naturali che contiene, tutto il
    comune di Ispica è
una grande oasi
    intatta. Tutta da esplorare.

   

    Ispica, Bandiera Blu

     
     

 

 

La chiesa di Santa Maria del Gesù di Ispica

Leandro Distefano
Foto da Wikimedia Commons

 






 Ispica è un comune della provincia di Ragusa, che conta15.000 abitanti circa. La sua superfice segna il punto più a sud della provincia. I siciliani tendono a chiamarlo Spaccafurnu (Spaccaforno), dal nome che aveva in precedenza.

Posto sul colle Calandra
(170 metri s.l.m.), dista appena 7 km dal mare. La caratteristica principale, però, del comune è d’essere, sostanzialmente, una grande oasi naturale. La sua area, infatti, comprende il Parco archeologico della Forza e Cava Ispica, una riserva naturale, come abbiamo visto, che farà parte del Parco nazionale degli iblei. A questi si assommano le riserve naturali dei Pantani, del Maccone Bianco e la riserva marina dell'isola dei porri, meta di numerosi escursionisti subacquei. La zona dei Pantani era alimentata dal fiume Busaitone, che attraversa Cava Ispica. Attualmente lo stesso si è, però, ridotto a torrente, quindi spesso in secca, essendo, nel tempo, diminuita la piovosità.

Le denominazioni
L’antica città di Ispica veniva chiamata Spaccaforno. In periodo medievale, infatti, viene citata con questo nome in due bolle papali, del 1093 e del 1168 (sotto papa Alessandro III). Nella seconda venivano assegnate le chiese di Spaccaforno al vescovo di Siracusa. La derivazione del toponimo avverrebbe dall'unione dei due termini "Spacca", dal latino "speca" ("grotta"), e "forno", dalle caratteristiche e numerose tombe a forma di forno della zona.

Solo nel 1936, la cittadina venne denominata “Ispica”. Questo toponimo deriverebbe da una corruzione del latino "Ispicae fundus" ("fondo di Cava Ispica"), con cui la zona veniva chiamata alle origini. Tale scritta è riportata sulla stessa Chiesa Madre del paese. Altri studiosi sostengono, invece, che il nome derivi da quello del suo fiume Hyspa, l’odierno Busaitone.
Anticamente la Cava (o valle) era appellata in dialetto "Cavarispica". Il termine Ispica (altra teoria) avrebbe, nel termine greco ("éis pegàs"),  il significato di "verso le sorgenti", che indicherebbe, quindi, il fiume che la percorre.

 
 

HOME