Prima che, negli anni trenta, fosse aperta la
nuova stazione di Agrigento Centrale, a servizio del capoluogo
agrigentino vi era la stazione di Porto Empedocle Centrale.
Questa era stazione terminale sia della tratta
Palermo-Roccapalumba-Girgenti-Porto Empedocle, sia di quella (più
antica) Castelvetrano-Ribera-Porto Empedocle, a scartamento ridotto.
Essa, infatti, raccordava linee ferroviarie con diversi scartamenti.
La piccola cittadina con il suo porto, posto sulla costa
meridionale della Sicilia, fu individuata, da subito, come capolinea
ferroviario, già a partire dal 1860. A questa data non era stata
ancora posta una sola traversina, ma il dibattito sulla costruzione
di tracciati ferroviari nell’isola era acceso e avviato. Sempre a
questo periodo si legarono anche i primi progetti concreti.
Importanti interessi
erano collegati alla costruzione di ferrovie. Non solo perché
all’avanguardia per il tempo, quanto per la necessità di smaltire,
il più velocemente possibile, la grande quantità dello zolfo
estratto dalle miniere della Sicilia centrale, dove stava nascendo
una vera e propria industria mineraria. Il porto più importante
nel sud dell’isola fu individuato in quello di Porto Empedocle. Su
di esso potevano essere convogliati i minerali delle aree di
Casteltermini, Montedoro, Comitini e Racalmuto. Il piccolo centro
marittimo venne raggiunto dalla linea nel 1876. Dieci anni dopo
Porto Empedocle era in piena attività come lavorazione dello zolfo e
del suo carico sulle navi mercantili. Nel 1907, si diede l’avvio
al progetto della tratta Castelvetrano-Selinunte-Porto Empedocle.
Nel 1923, fu inaugurato il tratto che andava da Sciacca a Ribera.
L’intera costa meridionale siciliana era servita dalla ferrovia. La
tratta che collegava con Agrigento, fu però eseguita a scartamento
normale, e, quindi, costringeva i viaggiatori a cambiare di treno
per raggiungere il capoluogo.
Questa diversità tecnica non
solo andava gestita con treni diversi, ma, soprattutto, con stazioni
diverse. Alla Porto Empedocle centrale, si assommarono col tempo:
“Porto Empedocle Succursale” che univa l’arrivo dello zolfo al
porto; “Porto Empedocle Cannelle”, posta sulla direttrice
Ribera-Castelvetrano e la “stazione
Punta Piccola”,
realizzata nella località omonima, altrimenti irraggiungibile.
Quando, nel 1933, fu inaugurata la nuova stazione di Agrigento
Centrale, i due poli entrarono in conflitto. Infatti, i treni
provenienti da Palermo furono fermati ad Agrigento. Le linee
costiere, in particolare, quella proveniente dalla
Ribera-Castelvetrano, avevano, però, lo scartamento ridotto, mentre
il collegamento con la nuova stazione fu costruito a scartamento
ordinario. Il rapporto tra Castelvetrano ed Agrigento venne reso
possibile, nel 1951, con la realizzazione di un terzo binario a
scartamento ridotto. Ugualmente la linea per Naro e Licata
Negli anni cinquanta, furono messe in servizio le nuove
automotrici RALn60, sulle linee, a scartamento
ridotto, che si dimostrarono, da subito, funzionali allo scopo.
Queste, infatti, impiegate
sulla tratta tra Agrigento e Castelvetrano permisero un
aumento dei viaggiatori. Numerosissimi furono i pendolari che,
grazie all’innovazione tecnica, raggiungevano ogni giorno le
fabbriche Akragas della Montecatini,
poste a Porto Empedocle.
Gli anni cinquanta e sessanta si
caratterizzarono per le dismissioni. Da un lato le miniere di zolfo,
dall’altro le ferrovie. Lo sviluppo della rete stradale portò alla
convinzione che il treno fosse una tecnologia superata dai tempi.
Cosicchè molte tratte siciliane vennero dismesse. Se quella
Castelvetrano- Porto Empedocle-Agrigento sopravvisse si deve al
forte traffico viaggiatori che ne veniva veicolato. Tuttavia, la
mancanza di alternative su questa linea durò poco. Con
l’inaugurazione della Strada statale 115 Sud Occidentale
Sicula, si preannunciò l’inizio della fine. Nel 1976, fu
eliminato il terzo binario a scartamento ridotto, che permetteva
l’arrivo delle motrici da Porto Empedocle. Due anni dopo, nel 1978,
la Stazione di Porto Empedocle divenne di
semplice raccordo tra Agrigento e Ribera. Negli anni ottanta, parte
della linea ferroviaria di Porto Empedocle fu trasformata in
carrozzabile. Nel 1985, la ferrovia Palermo-Agrigento-Porto
Empedocle venne elettrificata. L’utilizzazione, però, della stazione
di Porto Empedocle centrale cessò nel 1994. Eppure, nel terzo
millennio, la stazione ed il collegamento hanno ritrovato un uso che
gli è proprio: quello di metropolitana di superficie.
Inoltre, la pur breve
tratta possiede ora una stazione intermedia, in prossimità della
Valle dei Templi. Il servizio treno-navetta permette la connessione
tra i due centri per viaggiatori e pendolari, in particolar modo,
durante il periodo della settimana della Sagra del Mandorlo
in fiore.
Per valorizzare la struttura ferroviaria, dal
2010, è nata l'Associazione Ferrovie Kaos, che non solo si occupa
della manutenzione e della pulizia della tratta, ma, insieme a
Trenitalia e alla Regione Siciliana, allestisce treni speciali per
gite studentesche e turistiche. I convogli sono stati denominati
Akragas Express. Con partenza da Agrigento, si sosta alla vicina
Valle dei templi, per poi concludere la visita all’ex polo
ferroviario di Porto Empedocle. Proprio in quest’ultima sede, si sta
organizzando un centro museale di archeologia ferroviaria.
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