Lercara era posta sulla
linea Palermo-Agrigento. Da essa si diramava la tratta
Lercara–Filaga–Magazzolo,
che, spingendosi nell’interno delle provincie di Palermo e
Agrigento, collegava vari paesi e località, altrimenti di
difficile raggiungibilità. Come molte ferrovie ottocentesche
anch’essa fu costruita a scartamento ridotto e, dovendo superare
pendenze sostenute, utilizzava i binari con cremagliera. Il tronco,
infatti, presenta il più lungo tratto a cremagliera in Sicilia (circa
5 km).
La tratta fu realizzata nei primi anni del Novecento,
nel 1912, ma fu aperta soltanto nel 1924. Anche questa
ferrovia aveva lo scopo
di servire le diverse miniere di zolfo dell’entroterra isolano. In
particolare, la
Lercara–Magazzolo congiungeva alla linea principale il
bacino minerario di Lercara Friddi e di Cianciana.
Attraverso la ferrovia veniva movimentata la grande produzione di
zolfo e, contemporaneamente, serviva ai minatori pendolari di
raggiungere, ogni giorno, il luogo di lavoro. Con la costruzione
dello snodo ferroviario di Lercara, sulla Palermo-Agrigento, la
locale stazione si divise in due, Lercara Alta e Lercara Bassa. Da
quest’ultima prendeva il via la linea che si inoltrava sui monti ad
ovest, con un breve tratto in salita del 75 per mille. I
tratti a cremagliera lungo il percorso erano 10, per 21 km di
lunghezza totali. La cremagliera era posizionata al
centro del binario,
fissata a delle traversine, montate, però, a distanza
inferiore. Grazie ad essa, la ferrovia raggiungeva i quasi 900 m di
altezza s.l.m.
La velocità, com’è comprensibile, era piuttosto limitata,
condizionata anche dalle stesse locomotive a vapore in uso.
Dalla stazione
intermedia di Filaga, si potevano anche raggiungere i grossi centri
di Prizzi e di Palazzo Adriano. Con l’ultimazione del tratto
centrale della linea (Bivona-Alessandria
della Rocca) si ottenne il collegamento finale con la linea costiera
occidentale Castelvetrano–Porto Empedocle.
Quando la
situazione estrattiva dello zolfo, negli anni cinquanta,
giunse al termine, con la
chiusura delle zolfare, anche questo collegamento ferroviario fu
ritenuto superfluo. La dismissione iniziò per alcune parti nel 1959,
per poi concludersi, definitivamente, nel 1961.
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