Negli anni ’50, con la progressiva chiusura delle
industrie zolfifere, anche molti tratti ferroviari, nati in loro
funzione, furono dismessi. Stranamente, molte altre linee, che pure
si mantenevano trafficate in funzione dei pendolari e dei
passeggeri, in generale, anch’esse furono chiuse e dismesse,
come la
Dittaino-Piazza Armerina-Caltagirone, la Castelvetrano-Salaparuta e
la Castelvetrano-Agrigento.
Tuttavia, in Sicilia, all’inizio del secolo, si continuava
(forse a rilento), ad aprire nuove tratte ferroviarie. Purtroppo la
manutenzione non andava allo stesso passo. Se la linea aveva
problemi tecnici o piccole frane, la soluzione era solo quella di
ridurre la velocità del treno, né tantomeno si introducevano
innovazioni. Così, agli inizi del XX secolo, nuovi servizi
alternativi si offrirono ai viaggiatori, come l’automobile, il
motociclo o le linee private di autobus. Negli anni ’50, se
l’intera rete ferroviaria siciliana si configurava tecnicamente come
molto eterogenea, con scartamenti normali e ridotti, il problema
era, essenzialmente, sul tipo di motrice. Infatti, quando le FS
misero in esercizio le automotrici FS RALn 60 (25 unità), si ebbe un
notevole rilancio del trasporto per viaggiatori.
Ciononostante, i 25 locomotori diesel rimasero gli unici offerti
alle linee siciliane, mentre, contemporaneamente, erano ancora in
funzione vecchie macchine a vapore. Le tratte “secondarie” finirono
per evidenziare carenze, a cui si sarebbe potuto rimediare. In
realtà, il problema non era solamente tecnico, ma, soprattutto,
mentale. Alla fine dell’Ottocento, le ferrovie erano concepite come
uno strumento di comunicazione all’avanguardia. Nella seconda metà
del XX secolo, invece, le ferrovie erano considerate superate, in
favore dell’autotrasporto. L’ottica politica ed imprenditoriale si
rivolse verso la costruzione di strade e autostrade. Le vecchie
tratte ferroviarie finirono, così, per essere considerate come “rami
secchi” da tagliare. Gran parte delle ferrovie siciliane a
scartamento ridotto, finirono per essere chiuse e dismesse.
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