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Palermo,
Santa Maria delle Catene.
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Continuando
per il corso, verso la marina, ciò che s’incontra di notevole è, dapprima, ancora
una chiesa, San Matteo, edificio del 1632 con begli affreschi sulla volta
e nella cupola; e più innanzi, sopra una piazzetta, daccapo una chiesa,
Sant'Antonio Abate, di stile bizantino, eretta nel 1220, accessibile mediante una
porta e un androne ornato di sculture;: quivi sorgeva anticamente la Torre di Baych, alla
porta de' Pasitelli, che era all'estremo della città e guardava il mare, in quei tempi
assai più inoltrato che ora non sia. |
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Si
va poi alla piazza della Marina, una delle più belle di Palermo,
decorata da un'elegante fontana, detta del Garaffo, stata quivi
trasportata nel 1802 per formare l’ingresso al Giardino Garibaldi, dove in mezzo alle
palme si ammirano i busti di Rosolino Pilo, di Raffaello Di Benedetto, di Mazzini, ecc.
Alla piazza fanno poi corona Il palazzo della Finanza - sede della Rauca Nazionale, del
Banco di Sicilia della Cassa di Risparmio - edificato verso la fin del secolo XVI; la Madonna
dei Miracoli, piccola ma graziosa chiesa, in stile del Rinascimento, con attiguo
un chiostro umiliato a diventare magazzino; i palazzi San Cataldo e San Marco;
l’Intendenza di Finanza, edificio fabbricato nel l699 per la Zecca; il
palazzo del Tribunale, già uno dei più splendidi della città, ridotto ad avere
dell'antico prospetto soltanto una finestra. |
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Il corso Vittorio Emanuele
continua, e proseguendo sempre verso il mare si vede a sinistra ... ancora una
chiesa - precisamente, quella di Porto Salvo, fondata nel 1586 – e non sì
tosto fatti pochi passi, se ne trova un'altra a destra, San Giovanni de'
Napoletani, decorata da pregevoli pitture. Né basta; lì, a sinistra, si dirama
la via Porta della Dogana e subito dopo, per quanto non ve l'aspettiate
eccovi di nuovo una chiesa, Santa Maria delle Catene, bell'edificio, per
altro, in stile del Rinascimento, preceduto da un largo scalone e da un magnifico portico,
sotto il quale si aprono tre porte ornate da graziosissime sculture. Vicino è il grande
Archivio di Sicilia, fondato nel 1843. |
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Il
corso termina con la piazza Santo Spirito, dove si notano una elegante
fontana , opera del Marabitti, la Ruota (Conservatorio di Santo Spirito), il
palazzo Pojero, il palazzo Butera (con parecchi buoni quadri e
una pregevole collezione numismatica) e la monumentale porta Felice, di là dalla quale, a
destra, si stende il magnifico Foro Italico (Fu cominciato nel 1580, ai
tempi del vicerè Colonna, dal quale appunto prese nome. Più tardi venne battezzato col
nome di Foro Borbonico, e nel 1818, nell’anno miracoloso che preludiò alla
redenzione d’Italia, assunse quello di Foro Italico. Un tempietto di ordine ionico,
sostenuto da colonne di pietra grigia, serve per la musica e attorno ad esso tumultua la
vita palermitana tanto nelle afose serate estive, mitigate dalla frescura della marina,
quanto in quelle tiepide dei deliziosi inverni siciliani. Il Foro Italico
è una delle tante bellezze di Palermo; è un passeggio ridente e gaio che ricorda le
olezzanti fiore delle altre maggiori città della Sicilia. Dai viali e dalle banchine non
si gode solo lo spettacolo imponente, e pieno di fascini misteriosi, della distesa
infinita del mare; si vede anche il monte Pellegrino, l’Erecta degli
antichi, la cui celebrità risale ai tempi remotissimi delle guerre puniche), una delle
più belle, passeggiate del mondo, frequentatissimo, con viali ombrosi, una banchina
lastricata di marmo e lambita dal mare, e, a mezza strada, un tempietto a colonne per i
concerti musicali. |
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