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Palermo,
Castello della
Zisa.
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Per la
via Bianca si va al convento di Santa Maria del Gesù, fondato
nel 1422 con annessi una chiesa e un cimitero, nel quale riposano molti ricchi
palermitani: ma ciò che vi è più stupendo è la situazione, il panorama, che abbraccia
tutta Palermo, il golfo e le campagne intorno. |
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Bellissima
anche la vista che si gode nell'attraversare la valle della Guadagna, per far ritorno alla
città, frattanto avendo occasione di vedere la Torre dei Diavoli,
edificio dell'epoca aragonese, la chiesa e il cimitero di Santo Spirito, ossia il luogo
nel quale incominciò la famosa rivoluzione dei Vespri (Fra il 1 marzo dellanno
1252, lunedì di Pasqua, ed i cittadini di Palermo, come da antica usanza, andavano alla
chiesa dello Spirito Santo nelle vicinanze della quale seduti allombra degli aranci,
si davano un po di spasso. Verso lora del vespro giunsero alcuni soldati
francesi i quali presero a maltrattare gli uomini ed oltraggiare le donne. Mentre i
giovani più animosi rimbrottano quei villani, ecco uscire dal tempio una bellissima
giovane insieme con i suoi parenti e col fidanzato. Un soldato francese, Drouet,
avvicinatosi a lei le fece grave offesa. Per tal fatto, un giovane degli altri più
animoso, gli si lanciò contro, e strappatagli la spada, gliela immerse nel petto. I
cittadini si gettarono sui compagni dellestinto Drouet, e ne nacque una mischia
feroce, che finì col propagarsi nella città di Palermo e in tutta lisola, di modo
che dei francesi si fece un macello completo. Uno solo si dice, fu risparmiato, Guglielmo
Porcelet, governatore di Calatafimi che si era acquistata la fama di uomo pietoso e
giusto. Cosìla Sicilia si liberò del giogo angioino, e re Carlo entò invano di
riconquistarla. A questa terribile sollevazione fu dato il nome di Vespri Siciliani,
perché incominciata appunto quando le campane della cattedrale suonavano a vespro. Ma
tanto sacrificio a nulla valse; i Palermitani e i Siciliani si accorsero di non aver fatto
altro che cambiare padrone con la chiamata di Pietro DAragona; al dominio angioino
succedette laragonese.): la chiesa sorgeva dapprima isolata nella campagna, il
cimitero non essendo stato eretto che nel l782; vicino ad essa si innalza l'ossario dei
caduti nelle lotte del l848 e del 1860 - monumento composto da una grandiosa colonna
postata sopra un basamento di scaglioni, con due tombe nei prospetti opposti. |
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Al
Vespro fu anche intitolata una via, la quale conduce al corso Tukery, così chiamato dal
nome d'un colonnello ungherese, che combatte e morì per la nostra indipendenza nel 1860.
Notevole, in codesto corso, la villa del duca d'Aumale, della famiglia dOrléans. |
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Si va fuori di porta Nuova per vedere il castello della Zisa (dall'arabo
Kasr-el-Aziz, castello di ponente), fatto costruire nel secolo XIII da re Guglielmo I,
circondato da superbi giardini di aranci e ora occupato da un educatorio: e' un edificio
quadrilungo, decorato da due ordini di lunghi e svelti archi a rincasso, secondo l'uso
dello stile normanno-siculo, e dovette essere ai suoi tempi una sontuosissima dimora
(Linterno, restaurato comprende parecchie sale ed appartamenti, che non serbano più
tracce del carattere arabo. Nel muro ci sono nicchie ed archi sostenuti da colonne, dove
sgorga in una vasca di marmo una fonte, tappezzata di muschio e di piante rampicanti.
Larco sopra la fonte di stile arabo, è notevole per ornati e per arabeschi di gusto
originale e fantastico. Le pitture a fresco ed i mosaici che rappresentano palme,
ramoscelli dulivo, figure darcieri e di pavoni, sono d'origine normanna, così
pure liscrizione sulla parete. Un tempo, per parecchie scale si saliva ai piani
superiori, ove esistevano varie stanze a volta con colonne ed archi di stile arabo e tutto
l'edificio era coronato di merli. Dalla via che conduce al castello si può osservare
ancora una grande sala, con una volta, stupenda che rammenta quelle del palazzo
dell'Alhambra.). Si estende in questa parte dei dintorni la borgata dell'O1ivuzza, con
numerose ville: la Belmonte, decorata da pitture del Riolo e del Velasquez; la Florio,
dove abitò la famiglia imperiale russa nel 1845; la Serradifalco, deliziosissima e ricca
d'opere d'arte. |
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