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Stemma della
Città di Palermo.
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La storia poi di questa città, per chi avesse campo di scriverla estesamente, si offre
ricca di importantissimi avvenimenti, a incominciare da quando si chiamava Panormos (tutto
porto) ed era uno scalo dei Fenici. Allora e fino all'epoca in cui i Romani fecero la
conquista dell'isola, fu la più importante posizione dei Cartaginesi, e Annibale Barca,
dicemmo; stette accampato tre anni sul monte Pellegrino (allora Heirkte) aspettando
inutilmente il momento opportuno per riprenderla. Sotto Augusto vi si stabili una colonia
romana. Molto più tardi, e precisamente nel 535, la flotta di Belisario la tolse ai Goti,
e la città appartenne all'impero d'Oriente fino all'830 ossia a l'arrivo degli Arabi, che
ne fecero la loro capitale. Con tal fatto si iniziò il periodo più splendido
dell'esistenza di Palermo e si dice che pervenisse a contare fino a trecentomila abitanti. |
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Le
dominazioni si succedettero poi con maggiore rapidità: quella dei Normanni nel l072,
quella degli Hohenstaufen nel 1194, ecc. La dominazione angioina finì, sappiamo, nel 1282
coi Vespri, e in seguito, siccome i principi della Casa d'Aragona dimoravano raramente
nella città, questa rimase nelle mani di potenti baroni feudatari, i Chiaramonte, conti
di Modica, soggetta perciò ad una lunga serie di guai, che si attenuarono solo nel secolo
XVI. I viceré spagnoli vi stabilirono la loro residenza, malgrado le vive proteste di
Messina, e allora la nobiltà e il clero presero a vivere con gran lusso, con gran pompa;
e fu verso quest'epoca, nel secolo XVI e nel XVII, che Palermo, per l'apertura di due
grandi vie e per la costruzione di moltissime chiese e di molti palazzi, prese press'a
poco l'aspetto che ha tuttora. Ma gli splendori esterni non potevano né dissimulare, né
dissipare il marcio proprio della dominazione spagnola, soprattutto in materia di
amministrazione. E nel 1647 incominciò con un moto rivoluzionario, nel quale Giuseppe
dAlessio fece la fine di Masaniello. Tuttavia, malgrado il fermento e malgrado i
tentativi dei Francesi e degli Austriaci, il popolo stette ligio ai re di Spagna fino al
1713. |
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Nel
1798 e nel 1806 la corte di Napoli si rifugiò a Palermo; Ferdinando I vi risiedette fino
al 1815; e il parlamento siciliano vi si riunì nel 1812. Nel 1820, altra insurrezione;
nel 1837, una fierissima invasione colerica che, nel corso di otto settimane, uccise
ventiquattromila persone ; nel 1848, ancora la rivolta, e per conseguenza un terribile
bombardamento dal 18 gennaio al 4 febbraio, non bastevole a domare l'animosa città, la
quale per diciotto mesi fu la sede del governo rivoluzionario e del parlamento siciliano.
Il 4 aprile 1860, la gagliarda fibra dei palermitani torna a reagire contro l'esecrato ed
esecrabile governo borbonico; nuova rivoluzione e nuovo fierissimo bombardamento, ultimo e
vano sforzo della tirannide, poiché il 27 maggio compariva Garibaldi, ossia compariva il
genio della vittoria e della libertà. |
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