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   Viaggio in Sicilia: Palermo '800
    
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  Viaggio in Sicilia
    PALERMO '
800
 

Per saperne di più  

 
   
 
   Visitando la città, le sue   
   strade, i monumenti
   
     
     

 

 

Palermo, Vista del porto da Monte Pellegrino.

 

Bernhard J. Scheuvens - Agosto 2004




 
da Wikimedia Commons
Extra moenia.

Moltissimi edifici sacri e profani e monumenti - alcuni tra i più importanti si trovano anche fuori dalla cerchia di mura che stringe Palermo. Così, poco discosto dalla porta Garibaldi si trova il palazzo Tasca, notevole per la ricca collezione d'oggetti d'arte che contiene. L’altro Corso dei Mille conduce al ponte dell’Ammiraglio, eretto nel 1131 con undici archi, sul fiume Oreto, da Giorgio di Antiochia, grande ammiraglio del re Ruggiero, ponte celebre per fasti d'armi e monumento rarissimo dell'architettura normanna. Attraversatolo , si raggiunge in breve la chiesa di San Giovanni dei lebbrosi, piccola basilica edificata da Roberto Guiscardo nel 1071. Dal corso dei Mille poi, per la via Brancacci, si va al villaggio "Brancaccio" e quindi al Maredolce, anticamente Favarà (storpiatura dell'arabo Già-fàr), castello monumentale, favorita residenza estiva dei regnanti. Con lo stesso nome di Maredolce si chiamano anche alcune grotte che contengono un copioso deposito d'ossa fossili di ippopotami, di elefanti e di altri animali e che si trovano sul monte Grifone, presso gli scarsi avanzi d'una Naumachia.

Sul monte in discorso fu di recente aperta una strada, con leggero pendio e deliziosa per la vista che offre sui dintorni della città: da una parte, la valle orientale della Conca d'Oro [(1)Dalla Conca d'Oro, valle così detta per la sua meravigliosa floridezza ed amenità, si sale a mano a mano alle alte cime dei monti, la nudità delle quali fa strano contrasto cogli agrumeti che inghirlandano e profumano l’estesa riviera. Pertanto li suolo si può considerare diviso in tre zone distinte: della montagna che occupa circa un quinto della provincia, del colle o mezzolina che ne occupa la maggior parte, e la zona marittima infine più ristretta siccome quella che non ha che una superficie di circa cinquecento chilometri quadrati. La coltura poi si presenta In senso inverso: ricca nella zona marittima, meno nell'interno, a misura che prevalgono le alture.
I monti della provincia sono costituiti dalla catena dei Nebrodi, I quali formano per buon tratto il confine tra essa e la provincia di Caltanissetta. A Corleone questa stessa catena si dirige da sud a nord-ovest e seguita sino a formare le alture che circondano Palermo, a mezzodì della quale riprende la direzione da nord a sud-ovest per entrare nella provincia di Trapani. A settentrione, nel circondano di Cefalù si distaccano dalla catena principale le Madonie, che dividono la provincia in due versanti o displuvi: il settentrionale, con corsi d'acqua brevi e rapidi, e il meridionale con fiumi di maggior corso ed importanza.
Principali vette del l'agro palermitano: monte Salvatore (metri 1909); Scolone (metri 1695); Pizzo Catarenesei (metri 1659); Pizzo di Jago (metri 1656) Castellaro (metri l655); Rocca Busamora (metri 1613), Barafo (metri 1440), Rosa (metri 1436); Pizzo di Pilo (metri l384); San Calogero (metri l325, Serra del Lione (metri 1316); Cardelia (metri l264); Montazzaro (metri 1250), Pizzo Nuvo (metri 1229); monte Aguzzo (metri 1050).
Fra gli altipiani si notano Valle dei fiori alto metri 370, monte di Palmita metri 600 e monte Pellegrino, metri 597.)], circondata da monti, popolata di ville magnifiche, verde di fitti agrumeti, aperta verso il mare, calmo e scintillante d'una tinta metallica; dall'altra, il monte Pellegrino, che va sempre più superbamente mostrandosi man mano che la strada guadagna l'erta verso Gibilrossa, dove si innalza una piramide di macigni e dove, come dicemmo già, Garibaldi pronunziò la fatidica parola "Nino, domani a Palermo".
 
 

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