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Il
castello sorge su una penisola che è stata sede sin dall’antichità
di opere fortificate. Il complesso, fondato dagli arabi, è stato
ampliato in epoca normanna e restaurato, con interventi sostanziali,
in età sveva per volere di Federico II.
L’opera, in questo periodo, rientrava tra i “catra exempa”,
ovvero sotto la giurisdizione imperiale. Le ragioni della
riedificazione del castello di Milazzo vanno individuate
nell’esigenza di Federico II di costruire una grande residenza
destinata a soddisfare la sua inclinazione per la caccia e la
pesca, ma anche a fungere come luogo di villeggiatura. Una delle
fonti più attendibili, per risalire alla sua datazione, sono
sicuramente le lettere lodigiane del 17 novembre 1239, già utili per
l’indagine di altri monumenti svevi.
Nel
1278 Carlo D’Angiò provvede all’allestimento delle galee dotandone
il castello di 100. Il monumento divenne teatro di lotte ed assedi
durante il XIV secolo quando si verificarono furibonde battaglie
prima tra gli eserciti di Roberto D’Angiò e Pietro D’Aragona, poi
tra l’esercito di Ludovico D’Aragona ed i seguaci di Chiaromonte.
Col
tempo, ed il succedersi delle varie epoche e dominazioni, il
Castello di Milazzo ha subito alcune modifiche di tipo difensivo,
anche a causa del perfezionamento dei mezzi bellici che
necessitavano di una cornice strutturale più adeguata. Negli anni
’60 del secolo scorso l’opera era ancora adibita a carcere
giudiziario e falsato da ulteriori sovrastrutture moderne.
Descrizione dell’impianto e delle decorazioni.
L’irregolarità del territorio su cui fu edificato il monumento ha
suggerito all’architetto imperiale, progettista dell’opera, una
soluzione che sfruttasse l’asperità dei luoghi ed i dirupi
circostanti a vantaggio di una maggiore impenetrabilità
dell’edificio. Solo il lato S-E, ed una parte del alato N-E,
sporgono sul piano. Le caratteristiche geomorfiche del sito hanno,
contemporaneamente, costretto all’edificazione di un’opera che
sacrificasse il gusto estetico a favore delle più urgenti esigenze
statiche e strutturali. Anche per questo il Castello di Milazzo si
discosta da quelli coevi.
L’imponente complesso architettonico è costituito da un recinto con
torri ai quattro angoli. Il perimetro misura 304,59 metri, con
un’altezza media di 10 metri. Nonostante le trasformazioni e le
parziali sostituzioni strutturali avvenute nel corso dei secoli, il
recinto murario è sostanzialmente quello della città dell’ XI-XII
secolo.
All’interno della fortificazione sopravvive la cosiddetta Torre
Saracena, alta 14 metri e con possenti mura dello spessore di 2
metri. I vasti ambienti configurano un palazzo che copre una
superficie di 361,20 mq. L’ingresso si apre sul lato orientale,
attraverso un piccolo cortile (37,73 mq) presso la grande torre, ove
è possibile accedervi oltrepassando un portale ogivale. Dallo stesso
cortile si scorge un altro portale ogivale, ma più piccolo, che
immette in un salone di 106,60 mq, per un’altezza di 8,50 metri.
Esso ebbe funzione di soggiorno, come testimoniano le nobili
strutture degli archi ogivali che sostengono il tetto ligneo e
l’ampia finestra ogivale. Adiacente alla grande sala si trova un
altro ambiente ampio 52,30 metriquadri.
Sebbene fosse una dimora all’interno delle riserve di caccia
dell’imperatore e avesse le caratteristiche del palazzo
residenziale, doveva comunque conservare una sua inespugnabilità
agli attacchi e possedere, quindi, anche le peculiarità difensive di
un’opera militare.
Il
materiale utilizzato per la costruzione del castello ha impoverito
il suo patrimonio decorativo, costringendo alla rinuncia della
tradizione che ha segnato i tratti delle più importanti opere sveve.
A Milazzo era troppo antieconomico importare la pietra calcarea,
ottima per le decorazioni. Al suo posto si è scelta la pietra lavica
che, essendo dura ed irregolare, impone scelte e soluzioni tradotte
in uno stile povero e spoglio delle forme finali. |
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