Con il potenziamento delle artiglierie nel XV secolo,
l’architettura dei castelli subì un drastico cambiamento. Secondo le
usanze costruttive se le mura del castello erano molto alte, più lo
erano e più gli scalatori sarebbero stati
svantaggiati, permettendo dall’alto anche una visione
panoramica più vasta e migliore. Quando l’artiglieria divenne più
leggera e trasportabile, le mura di tipo classico entrarono in
crisi. Lo dimostrò la
campagna militare di Carlo VIII di Francia contro il regno di Napoli
(1494-1497), e l’assedio del castello
di Rodi che era stato costruito dai Cavalieri Ospitalieri di San
Giovanni. Nell’assedio Ottomano del 1480 (le truppe turche erano al
comando di Mehmet II), i cavalieri ed il vecchio castello riuscirono
in qualche modo a respingere gli assalitori. La struttura, però, era
gravemente danneggiata. Nel timore di un nuovo assalto, venne
chiamato l’ingegnere militare vicentino Basilio della Scola, che
ridisegnò l’intera struttura alla luce delle nuove armi. Il progetto
fece scuola per tutte le costruzioni difensive successive.
Diverse furono le personalità che si applicarono al ridisegno e
ristrutturazione dei Castelli e delle mura esistenti. Tra gli
ingegneri più noti verso la fine del Quattrocento troviamo i
fratelli da Sangallo, che idearono il bastione pentagonale, e
Francesco di Giorgio Martini, che ebbe grande importanza soprattutto
per avere formato un grande numero di allievi e per la sua attività
di trattatista, che generò ovunque seguaci.
Poiché era
facile fare breccia in tratti di mura lineari con il seguente
assalto della fanteria, si sperimentarono nuove forme spezzate e
nuovo bastioni, che evitavano gli angoli morti,
attrezzati anch’essi con
cannoni che potevano sparare sugli assalitori, il cosiddetto
fuoco di rovescio. Le mura subirono un abbassamento e
ispessimento, linee inclinate e planimetricamente spezzate
a stella. Le torri acquisirono una più resistente forma
circolare. Ovviamente i castelli non si adattarono più alla forma
dell’ambiente circostanze, ma seguirono l’andamento delle linee di
tiro e balistiche.
Nel continente grande eco ebbe la
costruzione della cittadella di Anversa ad opera di Francesco
Paciotto e Galeazzo Alghisi che creò un nuovo modello di
architettura militare. Poiché la guerra,, soprattutto nel XVII
secolo, era concepita quasi esclusivamente come un susseguirsi di
assedî e controassedi, le grandi guerre tra nazioni in Europa
portarono ad un deciso sviluppo del nuovo “stile”. Nacquero nel nord
due scuole di progettazione: quella fiamminga guidata da Menno van
Coehoorn e quella francese, che avrà il suo massimo esponente con
Sébastien Le Prestre de Vauban, legato alla corte di Luigi XIV di
Francia, nel XVII secolo. L’ingegnere francese costruì 37 nuove
fortezze o porti fortificati. Il Re Sole sulla creatività e capacità
di Vauban fonderà l'Ėcole de Mézieres,
in pratica l’odierno Genio
militare.
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