Il
Castello di Maredolce
detto anche Castello della
Favara è, in realtà, un edificio palermitano, di pianta
quadrangolare, che si trova
nel Parco della Favara (dall’arabo Fawwarah, "fonte che
ribolle") alle falde di monte Grifone.
Costruito nel 1071 in periodo arabo. Faceva parte di una cittadella
fortificata da mura, che comprendeva anche un hammam e una
peschiera. Secondo il Chronicon sive Annales di Romualdo
Salernitano, si trattava di un palazzo del IX secolo,
successivamente riadattato, di proprietà dell’emiro Giafar Ibn
Muhammed. In periodo normanno fu utilizzato come residenza da re
Ruggero II, Come un castello che si rispetti, anche il Castello di
Maredolce fu dotato per volontà di Ruggero di un ampio fossato che
lo cingeva su tre lati. Ma il fossato era molto ampio, quasi un
lago. Venne ottenuto grazie ad una diga in tufo, che convogliava
l’acqua della sorgente di monte Grifone.
Ne risultò un’isola, di circa due ettari, attorniata da un
lago che copriva circa diciassette ettari. I dintorni furono
trasformati in un grande parco. In totale si ottenne un ambiente di
grande attrattiva. Re Ruggero poteva scegliere se andare a caccia
nel parco o pescare tranquillamente nel lago. In particolare il
Parco fu creato secondo il modello dei parchi-giardini arabi,
africani e spagnoli del periodo, simili all'agdal del Maghreb. Vi
erano alberi da frutto, soprattutto aranci, e animali esotici.
Nel XVI secolo, tuttavia, la sorgente del monte si prosciugò e il
lago artificiale finì per scomparire. Ciononostante l’area si
dimostrò molto fertile per le coltivazioni agricole.
In
seguito fu ulteriormente fortificato. Nel 1328 fu ceduto ai frati
della Magione, che lo ristrutturarono in ospedale. Nel 1460, fu
ceduto in enfiteusi alla famiglia Bologna e nel XVII secolo a quella
del duca di Castelluccio, Francesco Agraz, che lo trasformò in
azienda agricola. La Regione Siciliana lo ha acquisito
definitivamente nel 1992. Al centro del Castello, di forma
quadrata, vi si trova un grande cortile, originariamente percorso
sui lati da un porticato con volte a crociera (di questo, oggi,
rimane solo qualcheresto). L’esterno, realizzato in blocchi di tufo,
presenta archi a sesto acuto. Sul lato principale, non bagnato
dal lago, si aprono quattro ingressi, due dei quali portavano sia
all’Aula Regia, che alla cappella palatina. Quest’ultima presenta
una sola navata, un transetto su cui è posta una volta semisferica
consacrata ai santi Filippo e Giacomo (XIII).
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