Su un promontorio
roccioso a becco d'aquila si erge il Castello di Modica. E’
difficilmente assediabile dato che due lati su tre sono costruiti su
pareti a strapiombo: Inizialmente era una fortificazione rupestre,
ma ebbe continui rimaneggiamenti e ampliamenti, dall'VIII al XIX
secolo, quando venne pressoché abbandonato. Al suo esterno è ancora
presente una torre poligonale del Trecento. Nel cortile interno
è posta la chiesa della Madonna del Medagliere. Essa è
relativamente recente, essendo stata costruita nel 1930, sui resti
della precedente di San Leonardo, utilizzata per la preghiera dei
carcerati. E’ altresì visibile ciò che rimane della chiesetta di San
Cataldo, che fungeva da cappella privata del Conte e del
Governatore. Tra terremoti (in particolare quello del 1693) e
demolizioni urbanistiche non rimane quasi traccia delle 5 torri,
delle 4 porte e della cinta muraria del Castello originario.
Si ha notizia certa del Castello di Modica
quando esso venne inserito negli Statuta Castrorum Siciliae,
i due elenchi dei castelli demaniali siciliani, che, per ordine di
Carlo I d’Angiò, vennero redatti nel 1268 e nel 1272. Altro
documento consultabile che cita il Castello è una Bolla indirizzata
a fra Ruffino de' Minori, (cappellano e penitenziere personale del
Papa) datata “Anagni 21 agosto 1255”.
Tra i personaggi di
rilievo che trovarono ospitalità nel Castello
di Modica abbiamo il re Federico IV d'Aragona (dal conte Matteo Chiaramonte), nel 1366, e il
re Martino I nel 1401 (dal conte
Bernardo Cabrera).
Essendo la fortificazione principale dell’ampia
e importante Contea di Modica, ospitò al suo interno diverse
funzioni civili oltre che militari. Fu sede del Governatore della
contea, poi, dal 1361, della Gran Corte di Giustizia, nel 1392 della
Corte delle I e II Appellazioni, fino a trasformarsi, dal 1816, in
Tribunale civile e penale di I grado e Corte d'Assise. Divenendo
Capoluogo di Distretto della Intendenza di Siracusa ne ospitò gli
uffici fino al 1865. Tutte queste funzioni
caratterizzarono il Castello con una serie di prigioni di
carattere diverso per diverse persone o imputazioni. Troviamo,
infatti, celle per donne, condannati comuni, persone di rispetto
eaccusati in attesa di giudizio. Ovviamente non mancano luoghi di
detenzione per briganti e pericolosi assassini: sono ancora visibili
due grandi pozzi profondi circa 7 metri, che prendevano luce e aria
solo dalla grata di ferro posta in alto a chiusura.
Con l’Unità d’Italia furono espropriati tutti i monasteri
e conventi dei vari ordini religiosi, che portò, dato il gran numero
di costruzioni, a trasferirvi
i vari uffici, le carceri e i tribunali. Anche il Castello di
Modica, quindi, perse tutte le sue funzioni, restando inutilizzato.
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