Con i suoi 23.000 metri
quadri Il Castello di Lombardia, posto ad est dell’abitato di Enna,
è il più vasto dei castelli siciliani. Ha origini antichissime
legate alla fondazione stessa della città Enna, infatti,
risale al tempo dei Sicani, che incalzati dai Siculi, si spinsero
verso l’interno della Sicilia. Sull’altissima montagna (970 m slm)
diedero vita all’abitato di Henna. A protezione sulla parte più alta
costruirono le prime strutture militari difensive. Lo stesso culto
della dea delle messi (divenuta in epoca romana la dea Cerere), fu
posizionato sulla Rocca, difesa anch’essa dal castello. Del tempio
ne parla Cicerone . La città all’epoca delle polis, passò in mano ai
greci, che ne irrobustirono le difese, tanto che per espugnare la
roccaforte, i Romani dovettero passare per le fognature del maniero.
Dopo la decadenza dell’impero romano, il sito venne rinvigorito
dagli arabi, tanto che sotto il loro dominio la città prese il nome
di Castrogiovanni, con la sua specificità di Urbs
Inexpugnabilis.
Durante l’epoca sveva, l'architetto Riccardo da
Lentini, con poderosa creatività progettuale, arricchì i già
possenti bastioni con la costruzione di ben 20 torri. Federico II di
Svevia prese ad utilizzare il castello come residenza estiva. Lo
stesso Parlamento del
Regno svevo fu riunito nella roccaforte per due volte. La fama della
roccaforte di Enna e della sua inespugnabilità varcò i confini della
stessa Sicilia. Ma, con l’invenzione delle artiglierie e del loro
sviluppo, i castelli
persero progressivamente d’importanza militare. Il Castello ennese,
come molti altri, in età borbonica fu trasformato in prigione. Nel
1923, quattro grandi sale dei sotterranei della costruzione, sotto
il prato del secondo cortile,
sono state trasformate in vasche per la rete idrica di Enna.
L’acqua potabile viene pompata in alto al castello, per poi
ridiscendere per pendenza e distribuirsi agli abitanti del centro
storico cittadino.
Oggi, ad Enna, è la struttura più visitata
dai turisti, Dal 2002 sono iniziati importanti scavi archeologici,
che hanno portato a numerosi ritrovamenti, notevoli per qualità e
quantità. Si pensa che questi potrebbero dare luogo alla
costituzione di un museo. Nel Castello, per quasi cinquant’anni,
ospitato nel Piazzale degli Armati, ha avuto la propria sede
il Teatro Lirico ennese, con una capienza di circa 5.000 posti.
Attualmente, a causa proprio degli scavi archeologici, il teatro è
chiuso. Il fatto che si trovi ad un’altitudine di circa 1000 metri
sul livello del mare, lo ha fatto romanticamente battezzare: “il
Teatro più vicino alle Stelle”. Inizialmente, però, questi scavi
avevano portato alla chiusura, non solo del teatro, ma di tutta la
struttura militare. Con interessamento della Soprintendenza e degli
enti locali, si è arrivati ad una soluzione molto interessante e
innovativa. Oggi, infatti, il Castello è interamente visitabile e,
grazie a delle passerelle, ai turisti è data la possibilità di
assistere nella zona degli scavi al lavoro degli archeologi.
Il giro turistico del castello si svolge lungo i tre piazzali: : il
Piazzale degli Armati, il Piazzale delle Vettovaglie (detto anche
della Maddalena) ed il Piazzale di San Nicola. Il Piazzale delle
Vettovaglie è in posizione centrale rispetto gli altri due. Vi si
accede tramite la maestosa Porta della Catena. Ospita un ampio
giardino all'inglese e alti pini. Nel piazzale è presente il centro
d'informazione e assistenza. Il Piazzale degli Armati, di cui
usufruisce il Teatro
lirico all’aperto, è normalmente utilizzato come punto d’accesso
alla Cittadella. E’ il punto dove dal 2002 si svolgono gli scavi
archeologici. Il Piazzale di San Nicola è quello più interno,
dove si svolgeva l’ultima difesa del Castello. Per questo ospitava
le zone più importanti, quali: gli appartamenti reali, la cappella
vescovile di San Martino di Tours, una basilica intitolata proprio
al santo (di cui sono rimaste delle mura perimetrali), un oratorio
rupestre, alcune torri, ed altro.
Sempre dal
Piazzale di San Nicola si
erge maestosa la torre più bella delle sei rimaste delle 20 d’epoca
sveva: la Torre Pisana, caratterizzata da una preziosa
merlatura, che alleggerisce la sua forma massiccia.
In età araba era denominata Torre delle Aquile, per i rapaci che vi
dimoravano, anche a simbolo del vasto panorama che vi si gode. Da
qui è possibile, infatti, ammirare quasi tre quarti dell’intera
isola siciliana. E’, anche, la torre più visibile dalla provincia e
che annuncia Enna già all’avvicinarsi lungo l’autostrada A19.
|