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Castelli siciliani: lontane tracce di nobiltà.  
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Il Castello di Aci Castello
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La Torre di Federico ad Enna
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ad Enna


 

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Il Castello di Eurialo a Siracusa
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La Cittadella di Messina
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Forte Gonzaga e Forte San Jachiddu a Messina
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Il Castello di Forza d'Agrò

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Il
Castello di Bellumvider
a Castelvetrano

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Il Castello a Mare a Palermo
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Bullet7blu.gif (869 byte) Video sui Castelli siciliani
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Video sui Castelli siciliani /2

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CASTELLI SICILIANI

       Ogni paese siciliano ha il suo
   Castello, perché queste imponenti
   opere erano considerate nel
   medioevo  “instrumenta regni”
.
   
Visitandoli oggi si può fare un vero
   salto all'indietro nel tempo, in una
   cultura ormai dimenticata.

   

   Il Castello di Pentefur
  a Savoca.

   
     
     

 

 
Porta della città di Savoca.

Pinodario - 15 Agosto 2009
 

 
 



da Wikimedia Commons

 

 
Il Castello di Pentefur sorge sull'omonimo colle, uno dei due dove è situata l’odierna  cittadina di Savoca, in provincia di Messina. Di forma trapezoidale, presentava una torre di uguale forma a due elevazioni su un'area di 350 mq.

L’antico abitato di Pentefur  cominciò a svilupparsi dopo la caduta dell'Impero Romano, quando in periodo bizantino, si trasformò in villaggio fortificato. Passò sotto il dominio arabo nell’827, fino all’arrivo dei normanni nel 1072. Gli Arabi la chiamavano Kalat Zabut (Rocca del sambuco), e ricostruirono l'antico castello, d’epoca tardo-romana, di Pentefur.
Ruggero II d'Altavilla il Normanno istituì, nel 1139, una Baronia, detta "Universitas Sabucae" o "Terra di Savoca", un’area enorme che comprendeva dal  Torrente Agrò ed il Torrente Pagliara fino al mare Jonio e la linea spartiacque della catena dei monti Peloritani. In pratica, al suo interno vi erano ben 48 feudi. Sempre in epoca normanna il Castello fu utilizzato come residenza estiva del potente Archimandrita di Messina, signore feudale della Baronia, che vi risiedeva con tutta la sua corte.

Il Castello nel 1480, venne ristrutturato ed ampliato dall'Archimandrita Leonzio II Crisafi. Data l’importanza, nel 1631, fu arricchito dall'Archimandrita Diego de Requiensez

La cinta muraria, eretta in periodo normanno, dotata di due porte d'accesso (di cui una è ancora esistente), tornò utile alla città di Savoca, quando, nel XIV e XV secolo, venne assediata dai corsari barbareschi. Proprio grazie alle fortificazioni il pericolo dell’espugnazione della città fu scongiurato. Non va dimenticato che il Castello di Pentefur e le mura facevano parte di un sistema difensivo più ampio, che comprendeva anche fortini e torri d’avvistamento sulla costa. Il sistema d’avviso sembra sia stato ideato e suggerito dell'architetto fiorentino Camillo Camilliani. Di queste oggi si possono ammirare la Torre Catalmo, la Torre dei Saraceni, la Torre del Baglio, la Torre Avarna, la Torre Varata e il Fortino di Ligoria., tutte si trovano nei comuni di Santa Teresa di Riva, Furci Siculo e Roccalumera.
Il litorale costiero sotto amministrazione savocese divenne di importanza così rilevante da essere (dal 1589) costantemente controllato da una guarnigione spagnola.

Dopo il Terremoto del 1693, essendo  poco frequentato dalla Corte Archimandritale, il castello iniziò progressivamente a perdere d’importanza. Dopo il 1780 fu abbandonato del tutto. I savocesi ne approfittarono smontandolo pezzo a pezzo, come se fosse una cava di blocchi di pietra. Ciò che rimase fu comunque acquistato dalla famiglia dei Nicòtina nel 1885. La famiglia si preoccupa, oggi, dello stato del  monumento, tale da mantenerlo visitabile.

 

 
 

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