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ERICE E LA GRANDE SCIENZA IN SICILIA.
Bullet7blu.gif (869 byte) Introduzione
Bullet7blu.gif (869 byte) Erice nell’antichità classica.
Bullet7blu.gif (869 byte) Un medioevo generoso e prospero.
Bullet7blu.gif (869 byte) La Struttura difensiva ericina.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Santuario di Venere Ericina.
Bullet7blu.gif (869 byte) Da Venere alla Madonna di Custonaci.
Bullet7blu.gif (869 byte)
La Chiesa Madre di Erice.
Bullet7blu.gif (869 byte) Erice, città di importanti manifestazioni.

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Centro scientifico “Ettore Majorana”.
Bullet7blu.gif (869 byte) Zichichi e la fisica subnucleare.
 

Bullet7blu.gif (869 byte) Zichichi divulgatore
di scienza.

Bullet7blu.gif (869 byte) Il siracusano Archimede.
Bullet7blu.gif (869 byte) Archimede ingegnere e inventore.
Bullet7blu.gif (869 byte) Archimede scienziato.
Bullet7blu.gif (869 byte) Ettore Majorana: biografia
di un genio.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il mistero sulla fine di Majorana.


Bullet7blu.gif (869 byte) Video su Erice.
Bullet7blu.gif (869 byte) Video
su Ettore Maiorana
 

Bullet7blu.gif (869 byte)Bullet7blu.gif (869 byte) INDIETRO


   
   
     
ERICE
    
    Ad Erice si celebravano i riti
     religiosi degli Elimi conosciuti in
     tutto il Mediterraneo. Oggi vi si
     svolgono convegni e seminari
     scientifici di livello internazionale.
   
     Ettore Majorana: biografia
      di un genio.
   
     
     

 
   

Ettore Majorana in un'antica istantanea.


 

 





 

Enrico Fermi ebbe a dire: “esistono diversi tipi di scienziati. Ci sono quelli di seconda e terza categoria che fanno grandi scoperte, fondamentali per lo sviluppo della scienza, ci sono infine i geni come Galilei e Newton. Ettore Majorana fu uno di questi”'.

Ettore Majorana nacque a Catania il 5 agosto del 1906. Faceva parte di una famiglia numerosa, com’era uso al tempo, penultimo di cinque fratelli. Tuttavia venne alla luce in una famiglia di geni. A partire dal nonno, deputato e facente parte del primo e terzo governo Depretis (1876/1879), al padre e agli zii, in cui vi erano medici e rettori dell’università di Catania, ai fratelli, tutti laureati. Il minimo che poteva fare Majorana era laurearsi. Trasferitasi la famiglia a Roma, frequentò ottime scuole, prendendosi, nel 1923, la maturità classica. Terminati gli studi liceali, essendo bravissimo con i calcoli mentali sin da bambino, si iscrisse alla facoltà d’ingegneria, avendo in famiglia tra gli avi anche ingegneri. Tra i suoi colleghi, oltre al fratello, vi erano Emilio Segrè ed Enrico Volterra.
Il destino arrivò proprio dal suo amico Segrè. Questi, al quarto anno d’ingegneria, decise di passare alla facoltà di Fisica, dove era da poco professore ordinario di Fisica teorica all'Università di Roma, proprio quell’Enrico Fermi conosciuto con Franco Rasetti
nell’estate del 1927
Più che alla fisica Majorana era interessato alla matematica, considerando la prima solo un’applicazione della seconda. Sia Segrè che Fermi lo convinsero, comunque, a passare alla facoltà di Fisica, iniziando
a frequentare l'Istituto di Via Panisperna, dove lavorava Fermi.
Il 6 luglio 1929 si laureò (ebbe 110/110 e lode), con una tesi sulla meccanica dei nuclei radioattivi, avendo come relatore Enrico Fermi. In questo periodo portò avanti studi con diverse pubblicazioni, anche svariando tra i campi della fisica. Tra gli studi anche quello su alcune reazioni nucleari, non molto dissimili da quelle alla base della creazione della bomba atomica. Di questo periodo fecondo abbiamo solo alcuni manoscritti, i Quaderni e i Volumetti, pubblicati da poco e custoditi dalla Domus Galilaeana di Pisa.
A gennaio del 1933
, fattosi convincere dai colleghi ad intraprendere un viaggio di studi, partì per la Germania. Qui conobbe il fisico tedesco Heisenberg e con lui collaborò negli studi di fisica, correggendo anche lo stesso Heisenberg. A Lipsia ebbe modo di conoscere la situazione politica prodotta dalla “rivoluzione” nazista. Non gli sfuggì, e lo dimostrano le lettere che inviava in Italia, la situazione degli ebrei in Germania e le problematiche sulla razza ariana. Nelle lettere non fa commenti chiari ed espliciti, che ci chiariscano il suo pensiero in proposito. Tuttavia, nelle ultime lettere (quella spedita a Giovanni Gentile jr.), egli parla di “stupida teoria della razza” e nella sua ultima pubblicazione esprime un parere positivo sul libero arbitrio, opinione che è  incompatibile con le teorie naziste.
D’altra parte tra i suoi colleghi ed amici di Roma, Segrè era ebreo, come la moglie dello stesso Fermi.
Dalla Germania Majorana si spostò in Danimarca per una breve visita ai fisici Niels Bohr, C. Møller, Arthur H. Rosenfeld e George Placzek
, che già conosceva da tempo. In tutto, il suo viaggio in Europa durò circa sei mesi.
Continuò a Roma a frequentare il laboratorio di via Panisperma, ma era sempre più chiuso e silenzioso, legato ai suoi calcoli matematici, che elaborava anche la mattina quando si recava in tram allo studio.
Ettore Majorana fu nominato, nel 1937, professore di Fisica teorica all'Università di Napoli, dove si trasferì legandosi nell’amicizia con  Antonio Carrelli, professore di Fisica sperimentale. La sua vita era estremamente ritirata, ed i suoi malanni si ripercuotevano anche sull’umore e sugli aspetti caratteriali.
Convinto dagli amici a prendersi un periodo di riposo, Majorana partì per Palermo la sera del 25 marzo 1938
. In Sicilia lo scienziato scrisse lettere e inviò telegrammi strani e contraddittori all’amico Carrelli e alla famiglia. L’ultima missiva è datata il 26 marzo 1938.

Poi di lui non si seppe più nulla.

 

 
 

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