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ERICE E LA GRANDE SCIENZA IN SICILIA.
Bullet7blu.gif (869 byte) Introduzione
Bullet7blu.gif (869 byte) Erice nell’antichità classica.
Bullet7blu.gif (869 byte) Un medioevo generoso e prospero.
Bullet7blu.gif (869 byte) La Struttura difensiva ericina.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Santuario di Venere Ericina.
Bullet7blu.gif (869 byte) Da Venere alla Madonna di Custonaci.
Bullet7blu.gif (869 byte)
La Chiesa Madre di Erice.
Bullet7blu.gif (869 byte) Erice, città di importanti manifestazioni.

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Centro scientifico “Ettore Majorana”.
Bullet7blu.gif (869 byte) Zichichi e la fisica subnucleare.
 

Bullet7blu.gif (869 byte) Zichichi divulgatore
di scienza.

Bullet7blu.gif (869 byte) Il siracusano Archimede.
Bullet7blu.gif (869 byte) Archimede ingegnere e inventore.
Bullet7blu.gif (869 byte) Archimede scienziato.
Bullet7blu.gif (869 byte) Ettore Majorana: biografia
di un genio.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il mistero sulla fine di Majorana.


Bullet7blu.gif (869 byte) Video su Erice.
Bullet7blu.gif (869 byte) Video
su Ettore Maiorana
 

Bullet7blu.gif (869 byte)Bullet7blu.gif (869 byte) INDIETRO


   
   
     
ERICE
    
    Ad Erice si celebravano i riti
     religiosi degli Elimi conosciuti in
     tutto il Mediterraneo. Oggi vi si
     svolgono convegni e seminari
     scientifici di livello internazionale.
   
     Erice nell’antichità classica.    
     
     

 
   

Stretto vicolo as Erice.

Bernhard J. aka Scheuvens - Agosto 2004
 

 




da Wikimedia Commons

 

Numerose stazioni neolitiche, di epoca Sicana, sono state rinvenute sul monte Erice.
Nell’antichità, Erice e Segesta, di fondazione contemporanea, erano le città più importanti degli Elimi
(di probabile origine anatolica), in particolare ad Erice si celebravano i riti religiosi. Il territorio si estendeva da Erice medesima (centro religioso) a Segesta (centro politico) fino a Panormo (l’attuale Palermo) e, verso l'interno della Sicilia occidentale, ad Entella (oggi Contessa Entellina, a 14 km. da Corleone, in provincia di Palermo). Gli Elimi di Erice fondarono, anche, la vicina Drepanon, l'odierna Trapani.
Sorgeva, infatti, sul luogo dell'antica Elymian, il famoso tempio a Venere Ericina. Il Tempio era recinto da mura fortificate, si dice avesse ben duecento custodi e sosteneva frotte di bellissime donne che si prostituivano per guadagno. Alla dea era affidata la protezione del canale fra Erice e Cartagine.
Tucidite narra, a proposito della sua fondazione, che esuli troiani, fuggitivi per il Mediterraneo, sarebbero sbarcati sul sito e giudicandolo ideale vi si insediarono, dando nel tempo origine al popolo degli Elimi. Si narrava che il tempio a Venere di Erice conservasse doni votivi, tra i quali quelli del fondatore Elimo e di Enea, che, profugo da Troia, in questi luoghi seppellì il vecchio padre Anchise. Virgilio, infatti, la cita nell'Eneide, a proposito della morte di Anchise e, anche,un anno dopo, per i giochi in sua memoria. Nel canto V dell’Eneide, racconta che in epoca remota vi si svolse la famosa lotta di Ercole col gigante Erice, nel luogo in cui, successivamente, gareggiarono al cesto il giovane e ambizioso Darete e l'anziano Entello.
La fortificazione del sito sacro sia da parte Elima che da quella cartaginese, poi, secondo una testimonianza di Posidonio tramandata da Strabone, nel VII sec. a.C., la resero,  insieme con Siracusa ed Enna, funa delle più imponenti  fortezze siciliane.
L’area fu a lungo contesa tra Greci (Siracusani) e Cartaginesi, con alterna fortuna. Nel 508 a.C. ,Dorieo, spartano, tentò inutilmente di espugnare la fortezza-tempio. Tra il 398-397 a.C., Erice cadde prima  in possesso dei Cartaginesi e poi dei Siracusani di Dionisio, che, sconfitti gli avversari africani, rase al suolo Motya. Nel 278 a.C. fu la volta di Pirro, re di Epiro, che riuscì ad espugnarla.

L’area era importante strategicamente, per il controllo e la difesa di Lilibeo, tanto che il generale cartaginese Amilcare, durante la prima guerra punica, la fece ulteriormente fortificare. La situazione di stallo tra l’esercito cartaginese e quello romano, si risolse solo con la vittoria di Lutazio Catulo sulla flotta cartaginese (241 a.C.).
Nel 244 a.C. Erice era stata conquistata definitivamente dai Romani, sotto i quali risorse, pur decadendo militarmente; basta ricordare che questi provvidero a restaurare, a spese dell'erario romano, il tempio di Venere, crollato al tempo di Tiberio Cesare e di Claudio, così come ci tramandano Svetonio e Tacito. Questo, comunque, dopo che i segestani lo avevano chiesto, nel 25 d. C., a Tiberio.
Venere fu la
prima dea a fare parte della mitologia romana ("Venere Ericina") a imitazione di quella greca Afrodite, Tuttavia il Centro successivamente decadde nuovamente, tanto che Strabone scrive che la Città e il territorio ai suoi tempi era pressoché deserta. 

 

 
 

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