Nel secolo XIV,
ad Erice venne eretta una torre quadrangolare d’avvistamento, che,
di lì a poco, fu trasformata in un campanile con bifore per la
chiesa del Duomo, voluta da re Federico d'Aragona. Le forme
originarie erano, naturalmente, in stile gotico trecentesco. Mosaici
con mezze figure decoravano l’archivolto e le pareti erano
affrescate con pitture del sec. XV. Dello stesso periodo è il pronao
ad archi ogivali aggiunto. Il prospetto della Chiesa conserva ancora
le forme gotiche originarie. Sulla parete destra esterna vi sono
incastrate le nove croci che facevano parte, come vuole la
tradizione, del Tempio di Venere. Nel 1856 iniziarono dei
lavori di “restauro” del Duomo. Come era uso allora, per restauro si
intendeva rifacimento. I mosaici e gli affreschi scomparvero e della
chiesa originale rimasero le due file di colonne che portano archi
ogivali, la pianta a tre navate e le quattro cappelle laterali.
Nella cappella, sulla destra entrando, è posizionata una
bellissima statua della Madonna Assunta, attribuita allo scultore
Francesco Laurana (alcuni ritengono che sia di Domenico Gagini). Si
narra che lo scultore dalmata soggiornasse a Palermo nel 1460.
L'arciprete Paolo Gammicchia gli commissionò la statua dell’Assunta
per il duomo di Erice, a patto, però, che somigliasse alla Madonna
di Trapani. Il Laurana, messosi al lavoro, realizzò un’opera
talmente bella e somma che i palermitani impedirono che uscisse
dalla loro città. Questa, per volere della popolazione, fu collocata
nel Duomo di Palermo e venne adorata come la Madonna Libera Infermi.
Al Laurana non rimase che scolpire una seconda statua, che,
stavolta, arrivò davvero al duomo di Erice. Sulla destra della
Porta Maggiore è posizionata una preziosa acquasantiera
cinquecentesca. Una bella icona marmorea di Giuliano Mancino (1513)
si può ammirare sul fondo dell'abside, al cui centro si trova una
Madonna con Bambino; le nicchie ed i bassorilievi che l’attorniano
effigiano scene della vita
di Cristo. Non poteva mancare una riproduzione del XIX secolo del
Quadro di Maria SS. di Custonaci, patrona principale di Erice, il
cui originale è ancora conservato e venerato nel santuario omonimo
della cittadina limitrofa. Il tesoro della Chiesa ericina è
ricchissimo, tutto da scoprire, come il reliquiario d'argento
dell'orafo locale Pietro Lazara del 1602, adornato da quattordici
statuette di Santi, sempre in argento.
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