Dopo il
breve dominio angioino, i successivi Vespri
siciliani (il 5 aprile 1282) e la conseguente
guerra tra angioini e aragonesi, questi ultimi presero il controllo
della Sicilia. Federico Mosca che era stato nominato governatore
della città durante la sommossa popolare, fu confermato, da Pietro
I, per ringraziamento, come Comes Mohac (Conte di Modica),
che allora comprendeva gli attuali
comuni di Modica, Scicli e Pozzallo.
La Contea di Modica,
come organismo che riuniva più feudi, nacque concretamente il 25
marzo del 1296. Federico II d'Aragona, divenuto Re di Sicilia,
anche grazie alla proclamazione del parlamento siciliano,
riunitosi solennemente nel Castello Ursino di Catania, nominò
Manfredi Chiaramonte sia Conte di Modica che Signore di Ragusa. La
Contea comprendeva anche i
territori di Caccamo,
Scicli, Gulfi, Pozzallo e Spaccaforno.
Il feudo della Contea
di Modica era tutt’altro che un feudo come tutti gli altri. La sua
grandezza e la sua importanza permetteva ai Chiaramonte, famiglia
nobile che discendeva da Carlo Magno, di porsi quasi a pari del Re.
Coprivano, in effetti, la seconda carica del Regno, un vero e
proprio Viceré. La Contea di Modica mantenne questa centralità per
circa 500 anni, anche dopo la famiglia dei Chiaramonte. Questi
possedevano a Palermo il loro Castello, ed erano investiti
della carica di Ammiraglio, Gran Giustiziere e Ministro (Siniscalco)
del Regno. Alla
morte di Federico IV di Aragona, essendo l’erede minorenne, la
figlia Maria, tra i quattro Vicari che gestirono
l’interregno, tra il
1377 finoo al 1391, vi erano anche i Chiaramonte,
nella figura di
Manfredi III Chiaramonte, conte di Modica, di Malta e Gozo. La
figlia di questo, Costanza Chiaramonte, andò sposa (probabilmente
per interessi economici), addirittura, al tredicenne Ladislao
d'Angiò, Re di Napoli e di Ungheria. Entrata di diritto nella
dinastia dei D’Angiò, fu per tre anni, regina di Napoli. Quando in
Sicilia, con un complotto, i Chiaramonte caddero in disgrazia,
Costanza venne ripudiata dal Re angioino.
Se l’importanza
della Contea non fosse già sufficiente, i Chiaramonte portarono a
Modica i Cavalieri dell'Ordine Gerosolimitano di Malta, fondando la
Commenda di Modica. La Chiesa di San Giovanni Battista di Modica era
a capo (Chiesa Madre) di altre chiese suffraganeee poste a
Ragusa Ibla, Chiaramonte Gulfi, Gela, Agira e Randazzo.
All’amministrazione della
Commenda vi erano quattro cavalieri gerosolimitani, con cui
collaboravano 14 Fra Donati (Frati serventi di Mezza Croce).
Essa non dipendeva dal Vescovo di Siracusa, ma dal Gran
Priorato di Messina dell'Ordine di San Giovanni. La Sacra Domus
Hospitalis, limitrofa alla chiesa modicana, operava a favore di poveri e malati.
Solo nel
1862, fu posto termine all’istituzione, con il Regio Decreto
che, in sostanza, privava dei
loro beni tutti gli ordini conventuali.
Sotto gli
Spagnoli
Nel 1392,
Re Martino I di Montblanc nominò Bernardo Cabrera, suo fedele
condottiero catalano,
Conte di Modica, Ammiraglio
del Regno,
Giustiziere di Palermo e
Gran
Giustiziere del Regno di Sicilia. Bernardo Cabrera, per
ottenere l’importante titolo, sulla base di falsi giudizi
sull’operato politico dei Chiaramonte, aveva fatto
decapitare Andrea Chiaramonte, il legittimo erede della
contea, il primo
giugno 1392 a Palermo, diffondendo, inoltre, voci negative sulla
nobile famiglia modicana.
Con Cabrera Modica divenne
sede di una Curia di Appello per le prime e le
seconde appellazioni.
Avere queste ultime, era un grande privilegio, essendovi, in
Sicilia, per le seconde appellazioni solo quella del
Conte di Modica e dell' Arcivescovo di Monreale. Tutti gli altri
facevano capo alla Regia Magna Curia. Successivamente, la contessa
Anna Cabrera, nel
1481, sposò il
primo cugino di Ferdinando il Cattolico, Re di Spagna e di Sicilia,
l’Almirante don Federico Enriquez. Con il matrimonio i Cabrera,
divennero "pari" dei sovrani di Spagna, essendone imparentati,
mutando il nome in Enriquez-Cabrera (presero anche il titolo di Almirante di Castiglia).
Gli sposi risiedettero a Modica nel castello della città per circa 3
anni. Nel 1485, su invito del Re Ferdinando, Anna e Federico
spostarono la residenza definitivamente in Spagna, andando a
risiedere a Medina de
Rioseco, nel distretto di Valladolid. Non tornarono più a
Modica, se non per brevissimi periodi, per curare gli affari
economici modicani.
Fece altrettanto Luigi II Enriquez,
tornato per censire gli averi, nel 1564, soprattutto legati ai
possedimenti terrieri e alla loro gestione locale. Pochi anni
dopo, nel censimento
del 1569 Modica si pose come quarta città siciliana per numero di
residenti, registrando 18.000 abitanti. Le prime 3 erano:
Palermo con 105.000 abitanti,
Messina con i suoi 75.000 e Catania con appena 26.000 abitanti.
Tuttavia, il censimento effettuato sotto Carlo V,
del 1595, registrò
una diminuzione sensibile della popolazione di Modica, che
passò dai 18.000 ai 15967 abitanti. La visita successiva avvenne
(60 anni dopo), nel 1625, da Giovanni Alfonso Enriquez de Cabrera (conte
di Modica dal 1617 al 1647), che vi ritornò una seconda volta: nel
1643. Da rilevare che Giovanni Alfonso era, in quel periodo,
Viceré di
Sicilia. Naturalmente fu accolto dalla popolazione con grandi
festeggiamenti. Insomma, i Conti di Modica non frequentavano Modica.
Comunque sia, Giovanni Alfonso fece restaurare il Duomo di
San Giorgio di Modica.
Giovanni
Alfonso Enriquez de
Cabrera era figlio del conte
Ludovico III e della romana Vittoria Colonna, che era nipote di
Marcantonio Colonna, che era stato Viceré di Sicilia, dal 1577 al
1584. Per volontà di Vittoria Colonna, venne fondata la cittadina di
Vittoria, nel 1607. Giovanni Alfonso Enriquez è passato,
poi, alla Storia per avere sconfitto, al comando dell’esercito
spagnolo, nella battaglia di Fontarabia in
Spagna (del 1638),
Luigi II, Principe di Condé, al comando dell’esercito francese. Per
la vittoria ottenuta, divenne prima Viceré di
Sicilia (1641) e poi
Viceré del Regno di Napoli, dal 1644 al 1646.
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