Il Duomo di San Giorgio
La Cattedrale è il più
fotografato dei monumenti modicani. Simbolo della città e dello
stile tardo barocco, che venne utilizzato (dopo il terremoto del
1693) per la ricostruzione, in generale, della Val di Noto e, in
particolare di Modica. Lo stile, che pervade la Sicilia
sud-orientale, viene, infatti, denominato Barocco siciliano. Questa
unicità e tipicità, è sta colta dall’UNESCO , che ha inserito
l’intera Modica e il
Duomo
di San Giorgio, nello specifico, nella lista mondiale dei Beni
dell'Umanità. Il Duomo di Modica è soprattutto la dimostrazione
della fede e dell’identità dei modicani, che hanno superato mille
traversie, ma mai abbandonato i suoi simboli. La chiesa che vediamo
oggi è il risultato di continue ricostruzioni, restauri e
ampliamenti, dovuti ai terremoti periodici che hanno colpito la
città. Tra questi, quelli del 1542, del 1613 e del 1693 (il più
distruttivo), e quello (ma con minori effetti) del 1848.
La
chiesa si presenta a cinque navate, percorsa da 22 colonne con
capitelli corinzi. L’interno
è particolarmente fastoso, ricco di opere d’arte. L’altare
maggiore è decorato con un prezioso polittico di ben 10 tavole. Vi
sono dipinte le classiche scene della Sacra Famiglia e della vita di
Gesù, che vanno dalla Natività fino alla Resurrezione e
all'Ascensione del Cristo. In aggiunta, due tavole rappresentano i
due santi cavalòieri, San Giorgio e San Martino. Il primo che uccide
il Drago, e il secondo che divide il mantello con Gesù,
presentatogli con gli abiti di un povero mendicante. Il polittico è
stato attribuito, inizialmente, al messinese Girolamo Alibrandi
(databile del 1513), è stato, nel Novecento, riferito al modicano
Bernardino Nigro, che lo avrebbe dipinto nel 1573. Quest’ultima
attribuzione è considerata dai critici molto probabile. Tra le
tante opere che si trovano nel Duomo, tra le altre, citiamo: la
raffigurazione de L'Assunta del fiorentino Filippo Paladini
(1610), il dipinto del Martirio di Sant'Ippolito del
Cicalesius, del Seicento, una pittura su tavola su La Natività
di Carlo Cane, sempre del Seicento.
Nella chiesa fa bella
mostra di sé un grande e maestoso organo a canne, ancora
funzionante, con 4 tastiere, 80 registri e 3000 canne. Fu costruito
dal bergamasco Casimiro Allieri, tra il 1885 e il 1888.
Il
Duomo di
San Pietro
Anche
il Duomo di San Pietro è
inserito nell’elenco dei Monumenti Bene dell'Umanità
dell'UNESCO. Dopo una lunga diatriba (che inizia da Clemente VIII
nel 1597), è stata posta allo stesso livello del Duomo di San
Giorgio. Modica, quindi, ha due Chiese Madre. La chiesa sarebbe
stata costruita tra il 1301 e il 1350 (ne fa fede lo storico del
Seicento Placido Carrafa), ma viene citata, per la prima volta, in
un documento, del 1396, del vescovo di Siracusa.
Sempre
ricostruita dopo i continui terremoti che la danneggiavano, fu,
chiaramente, riedificata dopo quello del 1693. Eppure essa contiene
resti dell’antica chiesa, come una cappella laterale, dedicata
all’Immacolata, rimasta intatta. Si legge sul cupolino un’incisione
che riporta la data del 1620. Il progetto settecentesco di
ricostruzione si deve ai locali Rosario Boscarino (di Modica) e
Mario Spada (proveniente da Ragusa). Esternamente si raggiunge la
chiesa attraverso una grande scalinata attorniata dalle 12 statue
raffiguranti i 12 apostoli, che i modicani chiamano affettuosamente
“I Santoni”. Sulla sommità si viene accolti da una facciata a due
ordine semplice ma molto elegante, che è arricchita sul secondo da
quattro statue, che rappresentano San Cataldo, Santa Rosalia, San
Pietro e la Madonna. Sulla sommità è collocato un altorilievo, che
riproduce un Gesù Cristo in
trionfo.
L'interno del Duomo di San Pietro è a tre navate e
conta 14 colonne con capitello corinzio. E’ la struttura stessa
della chiesa ad essere stupefacente. Infatti, la pavimentazione e le
volte affrescate creano un ambiente suggestivo ed unico. Il
pavimento presenta un gioco di marmi policroni ed intarsi di marmo
bianco. La volta della chiesa, invece, è interamente affrescata,
rappresentante scene tratte dal Nuovo e Antico Testamento. Questa
grande opera si deve ai pittori del posto Gian Battista Ragazzi ed
il figlio Stefano, che iniziarono i lavori nel 1760 circa,
concludendoli nel 1780. In questo ambiente molto decorato,
spiccano diverse statue in marmo o legno. Attribuibile ad un allievo
di Francesco Laurana, si trova una "Madonna di Trapani" (in marmo),
realizzata intorno al 1470 circa. Sempre in marmo, troviamo la
statua della"Signora del Soccorso" (1507), che presenta una
particolare somiglianza con una realizzazione dello
scultore Giorgio da Milano (soprannominato Il Brigno),
databile al 1497, e collocata nel Duomo di Termini Imerese.
Realizzato invece in legno di quercia il gruppo statuario
raffigurante San Pietro e il Paralitico, di Benedetto
Civiletti, scultore palermitano, eseguito nel 1893.
Anche il
Duomo di San Pietro, come quello di San Giorgio, possiede il suo
organo a canne. E’ fornito di due tastiere, con 3200 canne e 32
registri. Fu costruito, nel 1924, dai fratelli Polizzi.
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